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I seabin arrivano a Fiumicino, ecco come funzionano i cestini aspira plastica

20 aprile 2019 | 06:30
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Inventati da due surfisti australiani, sono a basso consumo e possono pompare circa 25 mila litri di acqua ogni ora

Fiumicino – “Nei prossimi mesi saranno installati i così detti seabin, ossia cestini raccoglitori di rifiuti galleggianti, in numero di cinque, per la raccolta automatica dei rifiuti flottanti nella darsena del porto canale di Fiumicino. Progetto realizzato dall’Autorità di Sistema Portuale a seguito di incontri e tavoli tecnici con l’Amministrazione Comunale e la Capitaneria di Porto in relazione alla necessità di arginare l’accumularsi di grandi quantità di rifiuti flottanti portati dal fiume Tevere che interferiscono sulle manovre delle unità navali“.

Così, nei giorni scorsi, il presidente dell’AdSP Francesco Maria di Majo, aveva annunciato l’arrivo nel porto di Fiumicino dei “cestini del mare”, i seabin.  A prima vista sembrano davvero dei cestini per l’immondizia. Ma non bisogna lasciarsi ingannare dall’aspetto del “piccolo” dispositivo che in un anno arriva a raccogliere fino a mezza tonnellata di plastica.

Ad aspirazione continua ed autonoma a basso consumo, i seabin annunciati da di Majo, “saranno installati nello specchio acqueo della Darsena e, oltre a raccogliere rifiuti di piccolo taglio e micro rifiuti consentiranno, altresì, di assorbire idrocarburi dispersi in galleggiamento, disinquinando, di fatto, lo specchio acqueo”.

Infatti, questi cestini, inventati da due surfisti australiani, Pete Ceglinski e Andrew Turton, non raccolgono solo oggetti di grandi dimensioni ma anche microplastiche da 2 millimetri di diametro e microfibre da 0,3 millimetri. Queste ultime sono tanto pericolose per i pesci quanto per gli uomini, poiché la fauna marina le ingurgita scambiandole per plancton, finendo, poi, anche sulle nostre tavole.

Il funzionamento dei seabin

Il cestino viene calato in acqua e fissato ad un pontile galleggiante. Il seabin viene poi collegato a una pompa che crea un flusso d’acqua nel contenitore attirando a sé tutti i rifiuti galleggianti e i detriti. Le microplastische vengono raccolte in un sacchetto di fibra naturale e l’acqua viene aspirata dalla parte inferiore del bidone e fino alla pompa, dove viene poi immessa nuovamente nel porto.

Il “cestino del mare” è in grado di lavorare 24 ore su 24, sette giorni su sette. Pompa all’incirca 25 mila litri di acqua ogni ora e necessita di interventi minimi di manutenzione: solo lo svuotamento e la pulizia.

I seabin, già installati in diversi porti d’Italia come Genova, Riccione, Ischia e Napoli, si annuncia come il migliore un valido aiuto contro il fenomeno del marine litter.

(Il Faro online)