La convocazione

Scuola, i sindacati convocati a Palazzo Chigi per evitare lo sciopero del 17 maggio

23 aprile 2019 | 07:12
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Scuola, i sindacati convocati a Palazzo Chigi per evitare lo sciopero del 17 maggio

L’incontro si terrà il 23 aprile p.v., alle ore 20.00, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. La lettera di convocazione. Le richieste del sindacato

Scuola – Il Governo prova a ricucire lo strappo venutosi a creare con la scuola ed il suo milione abbondante di dipendenti: oggi, alle ore 20, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti hanno convocato a Palazzo Chigi i sindacati rappresentativi della scuola. Al centro dell’incontro ci saranno i temi dello sciopero unitario proclamato per il prossimo 17 maggio: i sindacati, quindi, si aspettano interventi straordinari per i precari, buone nuove sul contratto, a partire dagli stipendi, e sulla regionalizzazione che dopo il via libera condizionato del Consiglio dei Ministri sembra vivere un momento di stanca.

La lettera di convocazione

Questa è la lettera di convocazione per domani sera: “I rappresentanti delle organizzazioni sindacali in indirizzo sono invitati a partecipare all’incontro, concernente l’oggetto, che si terrà il giorno 23 aprile p.v., alle ore 20.00, presso la Sala Verde della Presidenza del Consiglio dei ministri. All’incontro saranno presenti il Presidente del Consiglio dei ministri, prof. Giuseppe Conte, e il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, prof. Marco Bussetti. Per motivi organizzativi si chiede di limitare la partecipazione ad un massimo di due rappresentanti per sigla. Cordialmente”.

Durante l’incontro post-pasquale a Palazzo Chigi, vi saranno anche altri aspetti da chiarire. A partire dal fatto che il Governo ha appena confermato nel Documento di economia e finanza, che caratterizza gli investimenti del prossimo triennio e sul quale anche la Commissione Cultura della Camera ha posto seri dubbi, il taglio progressivo delle risorse al settore dell’istruzione e della ricerca, a dispetto della perdita di mille euro del potere d’acquisto degli stipendi del personale docente italiano, mentre in Europa per lo stesso lavoro si continua a percepire tra il 30% e il 50% in più. Con differenze che, sempre in Europa, a fine carriera si caratterizzano per mille euro in più al mese e l’uscita anticipata per la pensione senza decurtazioni. Inoltre, l’indennità di vacanza contrattuale in Italia sbloccata con il corrente mesi di aprile non coprirà nemmeno il costo dell’inflazione, aumentato di ulteriori dieci punti rispetto agli ultimi aumenti stipendiali.

Le richieste del sindacato

Nel nostro Paese, si sta anche portando avanti un pericoloso processo di approvazione legislativa della regionalizzazione scolastica. Come se l’autonomia scolastica non possa passare per altri canali, che non vanno, come l’autonomia differenziata, a minare l’unitarietà del sistema pubblico d’istruzione. Viene anche da chiedersi per quale motivo la scuola continua a non ricevere tre miliardi di euro l’anno di risparmi derivanti dal dimensionamento figlio della Legge 133 del 2008: si potrebbero senza dubbio utilizzare per il rinnovo del contratto e per dare finalmente spinta ai livelli stipendiali.

Sul fronte del precariato scolastico, oltre che a rivendicare il rispetto del principio comunitario di non discriminazione del personale non di ruolo su temi come i contratti, le ricostruzioni di carriera e i trasferimenti, va chiesto di stralciare la norma che vorrebbe solo la strada dei concorsi per essere assunti in ruolo, per fare spazio, per i docenti, al doppio canale di reclutamento e allo sblocco immediato, per il personale Ata, di 20 mila posti in organico su profili professionali mai attivati nell’ambito degli assistenti tecnici e dei collaboratori scolastici, per i passaggi verticali professionali e l’accesso ai concorsi, a partire da quello di Dsga bandito dopo 20 anni senza alcuna considerazione per i ‘facenti funzione’, se si eccettua la fase finale del concorso stesso.