Il Castello di Gianola apre al pubblico, il Sindaco di Formia: “Un abuso non è una bellezza”

26 aprile 2019 | 14:01
Share0
Il Castello di Gianola apre al pubblico, il Sindaco di Formia: “Un abuso non è una bellezza”

Nonostante il Sindaco di Formia avesse ottenuto la sospensiva delle visite, il “Castello”, gestito da un privato, ha comunque aperto al pubblico.

Formia – Il caso era scoppiato in città alcuni giorni fa, quando, la Regione Lazio aveva inserito il cosiddetto Castello di Gianola – che si trova a pochi metri dall’antica villa di Mamurra, risalente alla metà del I secolo a.C – , sito nel parco regionale “La Riviera di Ulisse”, tra le dimore storiche che nelle giornate dal 25 al 28 aprile sarebbero state protagoniste di un’apertura straordinaria al pubblico.

Appena avuta la notizia, però, il sindaco di Formia, Paola Villa, aveva subito chiesto chiarimenti all’Ente regionale, che a sua volta, aveva disposto la sospensiva cautelare delle visite, per via degli abusi edilizi che vi erano stati perpetrati negli anni…

Tutto sembrava finito e, invece, ieri, il proprietario dell’immobile, a sue spese, ha scelte di tenere comunque aperto l’immobile ai visitatori, che, ignari della storia di abuso edilizio che vi era dietro, hanno ammirato le bellezze del luogo, facendo moltiplicare a vista d’occhio le foto sul web di tale iniziativa.

Così, sul caso è scoppiata una nuova polemica. Il Sindaco di Formia, infatti, è intervenuta nuovamente, scrivendo sui suoi canali social: “Un abuso non è una bellezza. Il Castello di Gianola, in spregio alla richiesta di chiarimenti e alla sospensiva data dalla Regione Lazio sull’essere annoverata tra le Dimore storiche, oggi ha aperto al pubblico.

Ovvio che il tutto fatto da un privato con oneri a proprio carico, ma il tutto fatto come affronto non certo al Comune o all’Ente Parco, ma un vero affronto allo Stato. D’altronde è solo la conferma di quello che l’avvocato Orefice – l’attuale proprietario dell’immobile – perpetra da anni, abusi edilizi, disboscamenti non autorizzati, colate di calcestruzzo, scalinate di travertino, finti pantheon e statue spostate e inventate.

Solo una cosa è chiara ai visitatori, che oggi sono andati, nulla di tutto quello che è stato possibile vedere è realmente messo al posto giusto, niente rispecchia i vincoli ambientali e paesaggistici, niente è attinente alla verità, niente di tutto quello che avete visto è legale e non lo dico io, ma una sentenza di un tribunale(Leggi qui).

Ma almeno il tutto non è stato pagato con soldi pubblici, altrimenti al danno pure la beffa. Mi auguro che tutte le istituzioni, oltre al Comune, intervengano e mi auguro che dopo tale gesto la sospensiva diventi definitiva.”

La vicenda, infine, partita nel lontano 2011, dopo una serie di esposti, ha spaccato l’opinione pubblica locale: c’è chi vorrebbe vedere pubblicata la documentazione che provi gli abusi edilizi, chi spera in una replica dell’avvocato proprietario dell’immobile e chi, nonostante tutto, si dice contento di aver visitato quel luogo.

(Il Faro on line)