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Ostia, Roberto Ribeca: “Addio caro professore”. La data delle esequie

1 maggio 2019 | 09:38
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Ostia, Roberto Ribeca: “Addio caro professore”. La data delle esequie

Il ricordo di un alunno speciale di Roberto Ribeca. Domenica 5 maggio il rito laico nella sala del Consiglio municipale al Palazzo del Governatorato

Ostia – Rito laico domenica 5 maggio dalle ore 10,00 alle 13,00 per Roberto Ribeca. L’ultimo saluto al professore di Matematica e Scienze della scuola media “Fanelli”, già presidente della XIII Circoscrizione, si terrà nel Palazzo del Governatorato in piazza della Stazione Vecchia 26. Se il meteo lo consentirà l’esposizione avverrà nel Chiostro, altrimenti la camera ardente verrà ospitata nella sala consiliare.

Le testimonianze di affetto nei confronti di Roberto Ribeca, vittima di una tragica fine, si rincorrono sui social e nelle persone che l’hanno conosciuto e apprezzato. Queste sono le parole di un suo ex alunno che lo ricorda come un suo insegnante speciale.

Volevo fare un saluto ad un professore a cui devo tanto, conosciuto in seconda media fino al terzo anno. Per me è stato un professore molto importante, per quanto il rapporto sia stato soltanto quello da docente ed alunno.
Da piccolo non avevo molta fiducia in me, non ho mai creduto di avere abilità o di essere speciale, ho imparato a fare la lettera A in quinta elementare, la mia dislessia si è impegnata molto a demolirmi. Incontrai questo professore sempre sorridente e positivo, che aveva un modo di fare pacato, aveva un atteggiamento unico che ti comunicava soltanto una certezza: ‘non c’è alcun problema‘.
Grazie a lui siamo riusciti ad andare anche in campo scuola, a Venezia, lui non ha esitato ad assumersi la responsabilità di accompagnarci, una classe così movimentata era difficile da gestire, ci voleva coraggio. Lui ha avuto il coraggio di portarci, perché era perennemente positivo.
È uno di quei pochissimi professori che ti cambia la vita, così è stato per me. Non avendo molta fiducia in me, non ero molto bravo a scuola, partivo da sufficiente e finivo l’anno con qualche buono, profilo basso, non male ma neanche benissimo. Lui spiegò con semplicità la matematica, ma non era solo bravo, ti portava a ragionarci ed a risolvere ciò che avevi di fronte, come un Giallo che cerca di mantenere alta l’attenzione fino alla cattura dell’assassino.
Grazie a lui hoavuto un piccolo successo a scuola, la matematica era l’unica materia in cui riuscivo. Una volta l’ho addirittura corretto di fronte a tutta la classe, l’ha presa con una sportività ed un serenità che non ho mai visto in nessuno e si è anche complimentato con me (per la prima volta), spero di esser altrettanto “sportivo” quando a perdere sarò io, o almeno ci provo ad essere come lui.
Non era uno di quelli con il sorriso stampato in faccia (come un ebete), lui era positivo pur rimanendo serio. Quando scelsi di andare all’alberghiero ho avuto commenti del tipo ‘Ti ci vedo bene, la scuola perfetta’ perché io non potevo permettermi altro, almeno così sembrava agl’occhi di vari professori, una fra questi me lo ha detto in faccia.
Lo devo ringraziare perché, dopo l’alberghiero, ho deciso di provare a sfruttare questa unica capacità affinata fino ai miei 18 anni, magari insensata come cosa, ma quando si parlava di matematica io ero positivo, qualcuno mi avrà contagiato. Sono andato all’università ed ora sono un programmatore, ho già raggiunto diversi obiettivi e successi di cui non posso lamentarmi (anzi, il contrario). Penso di esser riuscito a sfruttare una serie di opportunità e di fortune. Tu sei stata la prima opportunità per mettermi in gioco, senza di te non sarei nessuno, il resto è un effetto domino da te partito.
Grazie prof, mi pento solo di non averti mai ringraziato di persona.
Firmato: Nicolò, l’alunno silenzioso che aveva difficoltà a leggere ed a scrivere“.

ROBERTO.BN

UNA STORIA DI PARTIGIANI

Lorenzo Proia, autore del libro “Acilia Partigiana” scritto anche sui racconti di Roberto Ribeca, appena uscito nelle librerie, ricorda così l’amico professore. “La sua morte mi ha sconvolto. Posso dire che si trattava di un uomo straordinario, che avevo potuto conoscere a fondo, oltre che per la nostra collaborazione politica a partire da settembre, quando aveva creduto in me dandomi alcuni ruoli in ‘Spazio Berlinguer’, soprattutto per il suo contributo in apparenza modesto ma nei fatti importante per ‘Acilia Partigiana’ e per ‘Progetto Duranti’. Mi raccontò infatti del padre, Giulio Remo Ribeca, deportato a Mathaüsen e poi arruolatosi con l’Esercito Statunitense una volta evaso coraggiosamente; della madre, infermiera di guerra friulana, Anna Castellani; del fratello della madre partigiano delle Brigate Garibaldi del Partito Comunista Italiano – PCI, Secondo Castellani. Era un uomo legato a un profondo amore per due cose, per quanto l’ho conosciuto io almeno: in primis la vicinanza e la passione per i rioni popolari, da lui sempre sostenuti nelle rivendicazioni e nei bisogni sino all’ultimo e in secundis per il legame forte con l’eredità di quel PCI, soprattutto quello di Enrico Berlinguer. Ciao Professore“.