Ostia, la scrittrice Anna Ramone (12 anni) invita i coetanei al piacere della lettura

3 maggio 2019 | 16:56
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Ostia, la scrittrice Anna Ramone (12 anni) invita i coetanei al piacere della lettura

Incontro presso la scuola elementare “Amendola” dell’Idroscalo con la baby-scrittrice Anna Ramone. Lanciato il bookcrossing agli Aquiloni

Ostia – La base della vita è la scuola, la lettura, la cultura. E non la strada. Parola di Anna Ramone, scrittrice a 12 anni.

E’ il senso del messaggio lanciato dalla piccola autrice de “Il controllore del tempo” (Edizioni Spazio Interiore) nel corso dell’incontro tenutosi con i bambini delle quinte classi dell’istituto comprensivo “Amendola” di via dell’Idroscalo. Con Anna Ramone anche l’illustratore del libro, Andrea Panatta.

L’incontro è stata programmato all’interno del percorso del progetto di Tirocinio avviato da Leila Fares, laureanda in Scienze della Formazione Primaria, insieme con la professoressa Stefania Petrera per i ragazzi della V A. Un progetto di motivazione alla lettura che al suo interno ha visto la creazione di una OCZ (Official Crossing Zone) presso il Centro Commerciale ‘Gli Aquiloni‘ in Via delle Ebridi. Qui è stato costituito un punto di crossbookingdove prendere in prestito libri e regalarli. Un progetto che fra i suoi obiettivi prevede l’integrazione scuola-lettura-territorio.

Andrea Panatta e la giovanissima Anna Ramone

Andrea Panatta e la giovanissima Anna Ramone

L’autrice, pescarese che ha compiuto da appena una settimana 12 anni, ha risposto alle domande dei suoi coetanei confessando candidamente di aver scritto il libro quattro anni fa. Il progetto sviluppato con i bambini ha una potenza culturale molto profonda in una zona, quella di Ostia Ponente, sofferente per un diffuso disagio sociale e con seri problemi di integrazione. L’obiettivo è quello di rilanciare un territorio quasi abbandonato dalla cultura e far sentire i ragazzi partecipi e protagonisti di qualcosa di importante, di diverso dal loro quotidiano.

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Ho creduto in loro e con molte difficoltà, impiego di risorse economiche, fisiche, personali ho portato avanti questo progetto – sottolinea Fares – Se un giorno anche solo uno di questi bambini se ne ricorderà o se per uno solo di loro avrà significato, sarà più di quanto auspicato“. Un progetto che è un esempio di pedagogia possibile, di un’educazione e integrazione auspicabile in un quartiere-ghetto alle prese con problemi annosi di devianza e abbandono scolastico.