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Venturini (Popolari per l’Italia): “Le difficoltà della Brexit come stimolo per un’Europa più unita e consapevole”

11 maggio 2019 | 09:05
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Venturini (Popolari per l’Italia): “Le difficoltà della Brexit come stimolo per un’Europa più unita e consapevole”

“Sì all’Europa, ma con regole che la rendano davvero unita e forte”

Roma – “La difficoltà del Regno Unito nell’uscire dalla zona Euro la dice lunga su quanto l’Europa sia fondamentale per il futuro delle economie dei Paesi membri. A patto però che vengano riscritte alcune regole commerciali, a tutela delle specificità dei diversi territori, e che l’Unione non sia solo monetaria ma anche politica e militare”.

Lo afferma Antonfrancesco Venturini, capolista dei Popolari per l’Italia, alle prossime elezioni europee, nel collegio Italia Centro.

“Dunque niente più Brexit, almeno per ora, e il Regno Unito parteciperà alle elezioni Europee, nonostante i quasi 3 anni trascorsi dal referendum. L’uscita senza accordo avrebbe portato all’assenza di accordi doganali e commerciali, nessuna garanzia per i cittadini inglesi in Europa, né per quelli europei nel Regno Unito; una previsione di discesa del Pil inglese dell’8 per cento in 12 mesi, il prezzo degli immobili crollato di un terzo, inflazione e disoccupazione in rialzo.

Uno scenario che anche i separatisti italiani dovrebbero tenere bene a mente; comunque vada, al Regno Unito restano da versare a Bruxelles ancora 39 miliardi di sterline (quasi 44 miliardi di euro).

Costi altissimi, in termini economici, di risorse e di prospettiva. Per questo come Popolari per l’Italia siamo convinti europeisti, perché il mondo non è più quello del XVIII Secolo; ora è globalizzato e ragiona per “poli”, sarebbe sbagliato fare corsa a sé. Oggi come oggi, ad essere colonizzata, rischia di essere l’Europa, se risulterà incapace di difendersi nell’agone del mercato internazionale.

Sì all’Europa, dunque, ma con regole che la rendano davvero unita e forte, come un unico corpo che abbia però funzioni diverse nelle proprie declinazioni periferiche. L’Italia in questo può e deve tornare protagonista”.