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Venturini (Popolari per l’Italia): “I numeri bocciano Di Maio e Salvini, servono meno assistenzialismo e più incentivi alle imprese”

12 maggio 2019 | 09:51
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Venturini (Popolari per l’Italia): “I numeri bocciano Di Maio e Salvini, servono meno assistenzialismo e più incentivi alle imprese”

“Per cambiare davvero le prospettive c’è bisogno di ‘attaccare’ i mercati, investendo sulle piccole e medie imprese”

Roma – “Un Paese in salute è un Paese che può investire. Ma se da un lato l’austerity ad oltranza salvaguarda i conti pubblici deprimendo al contempo l’economia, dall’altra puntare sull’assistenzialismo non innesca quel processo virtuoso che crea occupazione, e dunque prodotto interno lordo. E’ finito il tempo delle promesse elettorali, e le diatribe continue tra Di Maio e Salvini certo non aiutano: qui parliamo di numeri, le parole le porta via il vento, insieme alla propaganda”.

Lo afferma Antonfrancesco Venturini, capolista dei Popolari per l’Italia, alle prossime elezioni europee, nel collegio Italia Centro.

“E proprio il Pil, o meglio il rapporto deficit/Pil – prosegue – è sotto i riflettori di Bruxelles. Dopo le previsioni, che vedono un ulteriore peggioramento dei conti dell’Italia, l’Italia dovrà dare segnali sul debito pubblico.

Una strada annunciata dal governo è quella delle privatizzazioni: il governo ne ha programmate per un punto di Pil, ma al momento non ci sono indicazioni sulle dismissioni, ‘per non influenzare il mercato’ come ha detto il ministro Tria.

Abbiamo però visto nel tempo che privatizzare è un esercizio pericoloso, sia in termini di servizi essenziali (penso all’acqua) sia in termini di investimenti (penso ad Alitalia). Non che sia sbagliato a priori, può servire a garantire una riduzione del debito al di là dell’obiettivo del deficit, creando una zona di salvaguardia, ma siamo sempre giocando ‘in difesa’.

Per cambiare davvero le prospettive c’è bisogno di “attaccare” i mercati, investendo sulle piccole e medie imprese, ossatura fondamentale della nostra economia, calmierando il costo del lavoro e aumentando la capacità di intercettare i finanziamenti europei, che non devono essere più solo per pochi esperti ma alla portata di ogni negoziante, artigiano o imprenditore.

Il tema dell’accesso al credito – conclude Venturini – è uno dei settori che vanno maggiormente sviluppati, in funzione delle start up e delle attività che vogliono progredire. Assistenza dunque, e non assistenzialismo, come stella polare della nuova economia europea”.