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Fiumicino, una task force contro il “rischio cinghiali”

15 maggio 2019 | 06:30
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Fiumicino, una task force contro il “rischio cinghiali”
Fiumicino, una task force contro il “rischio cinghiali”
Fiumicino, una task force contro il “rischio cinghiali”
Fiumicino, una task force contro il “rischio cinghiali”

Summit interforze e inter-istituzionale, stilato un protocollo d’intervento

Fiumicino – Il problema si è manifestato ieri sera in tutta la sua evidenza (leggi qui la notizia): la diffusione dei cinghiali sta diventando un caso. Non solo in alcune zone di Roma, dove gli animali si sono fatti più audaci tanto da penetrare fin dentro i quartieri, ma anche e soprattutto nelle zone rurali, dove spesso le loro scorribande nei campi coltivati provocano danni ingenti quando non addirittura diventino un rischio per le auto in transito, provocando incidenti a volte gravissimi.

Ma il Comune di Fiumicino non è stato a guardare”, ha dichiarato Giovanni Bello, presidente dell’Unione cacciatori Fiumicino nonché delegato del Comune per la Riserva statale del litorale romano e aree rurali del comune.

“Da tempo Fiumicino – ha spiegato Bello – si è attivata coordinandosi con la Regione e con Roma per affrontare il problema, e proprio nella sede comunale di via Portuense c’è stata la riunione operativa susseguente al protocollo d’intesa già siglato il 26 novembre scorso e rinnovato a marzo”.

cinghiale morto

Chi c’era alla riunione

Alla riunione erano presenti, oltre a Bello, il comandante della polizia locale di Fiumicino Giuseppe Galli, il comandante della polizia provinciale di Roma capitale, il dott. Guidi in qualità di incaricato comunale per la Gestione della Riserva statale del litorale romano, Luciana Franchini capo del Commissariato di Fiumicino come delegata della Questura di Roma, il dott. Andrea Monaco funzionario regionale delle aree protette e delle Riserve.

Cosa accadrà adesso?

Il protocollo si è reso necessario per il conflitto tra specie animali e attività dell’uomo che ormai si è venuto a creare, soprattutto per la criticità nelle aree urbane.
Ora sarà compito delle amministrazioni individuare le aree di criticità e procedere al monitoraggio e ai piani di cattura, con trappole fisse o mobili. Il costo di tali operazioni è a carico dell’Ente titolare sulla zona di competenza.

Contemporaneamente andranno acquisiti i dati concreti sugli incidenti o le devastazioni delle coltivazioni, per definire in triage delle zone di impatto.
Tutto ciò servirà a stilare un piano di controllo da porre all’attenzione dell’Ispra.

Dove finiranno i cinghiali catturati?

Gli animali verranno portati in un’area decentrata a Valmontone, non un’azienda faunistica, ma un’area individuata ad hoc per essere prima controllati e poi smistati in aree compatibili.

Entro quando partirà il piano?

Il protocollo d’intesa fissa le prime linee d’intervento entro giugno 2019. Poi ci vorrà del tempo per portarlo “a regime”.

Di chi è la competenza sulla fauna selvatica?

La Deliberazione della Giunta Regionale del Lazio n.56 del 23.02.2016 (pubblicata sul BURL bollettino ufficiale Regione Lazio n.18 del 03.03.2016) ha individuato nella Direzione Regionale “Agricoltura e sviluppo rurale, caccia e pesca” la struttura regionale di primo livello competente ad esercitare le funzioni non fondamentali in materia di agricoltura, caccia e pesca previste dall’art.7 della L.R. 17/2015. Alla luce di quanto sopra, le competenze in materia di Caccia e Pesca sono attualmente svolte dalla Regione Lazio che è subentrata alla Città Metropolitana di Roma Capitale.