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Venturini (Popolari per l’Italia): “Militari e rappresentanza sindacale, l’Europa come garante di tutti i diritti”

15 maggio 2019 | 13:30
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Venturini (Popolari per l’Italia): “Militari e rappresentanza sindacale, l’Europa come garante di tutti i diritti”

La Carta sociale europea che, tra le altre cose, garantisce i diritti positivi e le libertà che riguardano tutti gli individui nella loro esistenza quotidiana, compresi i diritti del lavoro.

Roma – “La questione della rappresentanza sindacale dei militari non è di secondo piano. Attiene alla Carta sociale europea che, tra le altre cose, garantisce i diritti positivi e le libertà che riguardano tutti gli individui nella loro esistenza quotidiana, compresi i diritti del lavoro. Certo è che passare la Carta al vaglio di ogni singolo Paese ne inficia l’efficacia e ne complica l’attuazione. Diverso sarebbe se avessimo una Difesa comunitaria”.

Lo afferma Antonfrancesco Venturini, capolista dei Popolari per l’Italia, alle prossime elezioni europee, nel collegio Italia Centro.

Ciò che è accaduto nei giorni scorsi in Italia, con la maggioranza battuta in commissione Difesa alla Camera sulla richiesta di accantonamento dell’articolo 10 del provvedimento di libertà sindacale delle forze armate, testimonia come il problema sia sentito e pressante.

Con lo sguardo rivolto all’interno possiamo definirla l’ennesima occasione di lite tra Lega e 5 Stelle, ma rivolgendo lo sguardo all’Unione, vediamo come sia un problema generale. L’Italia, come altri Paesi europei – ha sottolineato l’Euromil, Organizzazione europea delle associazioni militari e sindacali – continua a non concedere loro il diritto di organizzarsi al fine di difendere i loro diritti sociali.

La Corte Costituzionale, nel 2018, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1475, comma 2, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare), che prevede “I militari non possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale o aderire ad altre associazioni sindacali”.

Un passo in avanti, ma non decisivo. Un tema dibattuto da anni – conclude Venturini – ma ancora attualissimo. Che l’Europa potrebbe risolvere anche e soprattutto pensando pensando ad una unica struttura militare, punto di riferimento per ogni specifico ordine interno. La Difesa comune, peraltro, consentirebbe anche una migliore salvaguardia delle coste e dei confini per ciò che riguarda il tema dell’immigrazione, senza necessità di muri o guerre”.