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“Negro di m…”: insulti ai ragazzi alla partita di basket, sugli spalti genitori da Daspo

19 maggio 2019 | 20:12
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“Negro di m…”: insulti ai ragazzi alla partita di basket, sugli spalti genitori da Daspo

La denuncia di una mamma sui social dopo il torneo di basket U13: “Mio figlio è italiano”

Milano –  “Negro di m…”. Che fosse più o meno alto il tono dell’adulto che lo ha detto dagli spalti, le parole da Daspo sono arrivate alle orecchie di Giacomo, in campo per un triangolare di basket under 13 a Milano.

“Non è la prima volta ma questa ci è rimasto male”, ha raccontato sua madre, Rita A., denunciando su Facebook quanto gli ha raccontato il figlio adottato in Etiopia, “italiano dalla pelle nera“, una volta tornato a casa, con la gioia del torneo vinto con la sua squadra, lo Schuster, smorzata dall’insulto razzista ricevuto.

Un bel pomeriggio di sport, un torneo di basket tra ragazzini di 13 anni e i genitori dagli spalti urlano ‘negro di merda’ a Giacomo”, ha scritto Rita nel post con cui ha denunciato l’episodio, avvenuto ieri nella palestra dello Schuster, storica società milanese, nell’ultimo atto del torneo in memoria di una persona scomparsa.

In campo i padroni di casa e i coetanei dell’Asd Tigers, altra squadra della periferia nord est, e sugli spalti una quarantina di adulti, inclusi i genitori della terza squadra impegnata, la Social Osa. A quanto è stato possibile ricostruire, l’insulto razzista è sfuggito a arbitri e dirigenti. Oltre a Giacomo, che lo ha riferito a fine gara all’allenatore, l’avrebbe sentito solo uno dei ragazzi della squadra avversaria in campo.

L’Asd Tigers ha condannato l’avvenimento. “Da sempre lottiamo contro ogni discriminazione di ogni forma e tipo e continueremo a farlo fino a quando episodi come questo non esisteranno più”, ha scritto la società, pronta a bandire dalle partite il genitore colpevole se verrà individuato, assicura il responsabile Paolo Salvetti.

“Non è certo colpa della vostra società – ha aggiunto la mamma del ragazzino -. Mi sconvolge che siano genitori a fare questo. Mio figlio voleva addirittura lasciare il basket. Possibile che siamo ancora a distinguere bianco e nero?”. “Purtroppo non l’abbiamo sentito, altrimenti un intervento immediato sarebbe stato meglio di un polverone che rischia di essere cavalcato per altri fini – nota il presidente dell’Asd Schuster, Ambrogio Vecchio -. E’ stato il comportamento disdicevole di una singola persona, i Tigers non hanno colpe”.

Agli avversari viene anzi riconosciuto l’impegno in un quartiere difficile, confermato da una recente iniziativa di 24 ore contro discriminazione, razzismo e bullismo.

“Non è stato un nostro genitore, ma chiunque sia stato il razzismo è inaccettabile a ogni livello, soprattutto quando giocano i piccoli”, ha chiarito Mario Governa, ds del Social Osa, giocatore negli anni ’80 dell’Olimpia Milano, che in passato ha dato un Daspo per tre partite a un genitore per il suo comportamento oltre le righe sugli spalti.

(fonte Ansa)