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Tartaruga marina trovata morta sulla spiaggia di Fregene: uccisa dalla crudeltà umana?

29 maggio 2019 | 06:10
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Tartaruga marina trovata morta sulla spiaggia di Fregene: uccisa dalla crudeltà umana?
Tartaruga marina trovata morta sulla spiaggia di Fregene: uccisa dalla crudeltà umana?
Tartaruga marina trovata morta sulla spiaggia di Fregene: uccisa dalla crudeltà umana?
Tartaruga marina trovata morta sulla spiaggia di Fregene: uccisa dalla crudeltà umana?

L’animale presenta sul collo un foro. Sui social esplode l’indignazione

Fiumicino – Una tartaruga marina della specie caretta caretta, a rischio estinzione nelle acque territoriali italiane, ritrovata senza vita sulla spiaggia libera limitrofa allo stabilimento la Perla, a Fregene. Un animale imponente che, tuttavia, sembra non essere morto per cause naturali, bensì per mano dell’uomo.

Ad avanzare l’ipotesi è lo stesso autore del ritrovamento, che sui social posta le foto del rettile. Immagini shoccanti dalle quali si nota un foro, rotondo e preciso, sul collo dell’animale.

“Spero di non ferire la sensibilità di qualcuno, ma trovo doveroso documentarlo, dato che il foro sul collo dell’animale non sembra naturale, bensì provocato intenzionalmente per uccidere la tartaruga. Ma spero di sbagliarmi”, scrive su Facebook Cristiano.

Che aggiunge: “Sono state avvisate le autorità; mi è stato detto che avrebbero fatto la segnalazione ma essendo tardi ci sarebbero andati sicuramente domani (oggi, mercoledì 29 maggio, ndr.), ma con il mare grosso la tartaruga, anche se spostata di qualche metro sulla riva, potrebbe essere inghiottita dalle onde”.

In poco tempo, il post-denuncia ha ottenuto decine di reazioni e diversi commenti, tutti carichi d’indignazione: “Che tristezza, in che mondo viviamo, bisognerebbe salvaguardare questi animali”, scrive Nadia.

“Veramente triste non devono succedere queste cose”, commenta Stefania. “Una tristezza assoluta, ci stiamo autodistruggendo“, replica Mattia. “Siamo una razza sottosviluppata rispetto al resto degli animali”, chiosa Cristiano.

La caretta caretta

Tra le tartarughe marine presenti nel Mar Mediterraneo, la caretta caretta è la specie più diffusa. È la più piccola tra le tartarughe del Mediterraneo: può raggiungere 110 centimetri di lunghezza di carapace e un peso di 180 chilogrammi.

Presenta il carapace di colore marrone-rossiccio, nei giovani è presente una carenatura dorsale dentellata. Si contano cinque placche vertebrali, 5 paia costali e circa (il numero preciso determina un importante carattere distintivo) 12 paia marginali. Il piastrone è giallastro con la testa ricoperta di squame.

La specie è considerata endangered, a livello regionale e globale, ed è perciò protetta da normative internazionali e, in particolare, da numerose convenzioni tra le quali la Convenzione di Barcellona e relativo protocollo aggiuntivo che prevede misure di protezione e di conservazione per la specie vietandone l’uccisione, il commercio e il disturbo durante i periodi di riproduzione, migrazione, svernamento e altri periodi in cui gli animali sono sottoposti a stress fisiologici.

La caretta caretta è l’unica specie di tartaruga marina nidificante lungo le coste italiane. La Penisola si colloca marginalmente ai limiti occidentali dell’areale riproduttivo mediterraneo della specie, ma i suoi mari costituiscono aree strategiche di sosta e migrazione. In passato, la nidificazione della caretta caretta era, con ogni probabilità, un fenomeno regolare e relativamente diffuso lungo le coste del Meridione d’Italia, ma i dati al riguardo sono piuttosto sporadici e imprecisi.

Nel corso degli ultimi 25 anni del secolo scorso, casi di nidificazione si registrano sulle isole e le coste siciliane, in Sardegna, lungo le coste pugliesi e quelle ioniche di Basilicata e Calabria. La nidificazione era però oramai ritenuta, a livello nazionale, come sporadica o occasionale, eccezion fatta per le Isole Pelagie (Linosa e Lampedusa), isole sulle quali la nidificazione della specie risultava accertata, se pur non tutti gli anni, sin dal 1975, ma sempre in numero esiguo di casi (2-3 nidificazioni/anno, nel ventennio 1980-1999).

(Il Faro online)