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Alitalia Maintenance Systems, la (brutta) storia infinita

1 giugno 2019 | 18:47
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Interpellanza parlamentare a firma Rampelli e Lollobrigida, riproposta in aula a Montecitorio da Federico Mollicone (Fratelli d’Italia)

Fiumicino – La questione Alitalia Maintenance Systems (leggi qui la storia)  finisce in Parlamento, e in un momento drammatico. Il 14 aprile scorso, infatti, è terminata l’erogazione a carico del Fondo speciale per il trasporto aereo, l’ultimo ammortizzatore sociale attivo per un centinaio di dipendenti ancora da ricollocare. Sul caso è stata un’interpellanza parlamentare a firma Rampelli e Lollobrigida, riproposta in aula a Montecitorio da Federico Mollicone (Fratelli d’Italia) in questi giorni. Mollicone nel cofrso del suo intervento, a largo spettro sul caso Alitalia, ha citato gli sforzi dell’Ugl e del suo segretario nazionale. Francesco Rocco Alfonsi.

Già due anni fa i sindacati lanciarono un grido d’allarme disperato, finora sostanzialmente ignorato (leggi qui)

Tutta la vicenda

La storia parte nel 2003, quando Ams fu creata da Alitalia per esternalizzare l’attività di manutenzione e revisione dei propri motori. All’epoca, l’azienda contava 400 tecnici specializzati, già dipendenti Alitalia.

La scelta di non puntare più su Ams ma servirsi di altre aziende per la revisione e manutenzione dei motori, portò al fallimento il 30 settembre 2015 (con 240 dipendenti in carico). Da lì in poi, un Calvario, fatto di promesse non mantenute, piano industriali inefficaci, lavoratori bistrattati.

Gli asset industriali vennero acquisiti nel 2016 dalla Iag (International aerospace group), che parlò di rilancio e di salvaguardie occupazionali. Nel tempo non si sono visti né l’uno né le altre. Oggi in carico alla Iag ci sono una settantina di dipendenti, il cui futuro è incerto.