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Il Papa ai giovani: “La fede non è quotata in Borsa, non si vende: è un dono”

1 giugno 2019 | 19:47
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Il Papa ai giovani: “La fede non è quotata in Borsa, non si vende: è un dono”

Il monito del Pontefice ai giovani della Romania: “La fine del mondo arriverà quando non ci sarà più amore. Perché senza amore e senza Dio l’uomo non può vivere”

Iasi – “La fede, che ‘non è quotata in borsa’, non si vende“; “può sembrare che ‘non serva a niente’. Ma la fede è un dono che mantiene viva una certezza profonda e bella: la nostra appartenenza di figli amati da Dio”.

Nella spianata antistante il Palazzo della Cultura di Iasi, nella regione della Moldavia, Papa Francesco riceve l’abbraccio di migliaia di giovani e famiglie provenienti da ogni parte della Romania, dove si sta svolgendo il 30mo viaggio apostolico di Bergoglio.

Ai tanti pellegrini che colorano il piazzale, il Pontefice ricorda qual è il senso della fede: “Dio ama con amore di Padre: ogni vita, ognuno di noi gli appartiene. È un’appartenenza di figli, ma anche di nipoti, sposi, nonni, amici, vicini; un’appartenenza di fratelli”.

E ammonisce: “Il maligno divide, disperde, separa e crea discordia, semina diffidenza. Vuole che viviamo ‘distaccati’ dagli altri e da noi stessi. Lo Spirito, al contrario, ci ricorda che non siamo esseri anonimi, astratti, esseri senza volto, senza storia, senza identità“.

Non siamo esseri vuoti né superficiali. Esiste una rete spirituale molto forte che ci unisce, ci “connette” e ci sostiene e che è più forte di ogni altro tipo di connessione. E questa rete sono le radici: sapere che apparteniamo gli uni agli altri, che la vita di ciascuno è ancorata alla vita degli altri.

“Tutti fioriamo quando ci sentiamo amati. Perché l’amore mette radici e ci invita a metterle nella vita degli altri“. E sul tema delle “radici” si sofferma in particolar modo, ricordato le parole di un eremita romeno “Sai quando sarà la fine del mondo? Quando non ci saranno sentieri dal vicino al vicino! Cioè, quando non ci sarà più amore cristiano e comprensione tra fratelli, parenti, cristiani e popoli! Quando le persone non ameranno più, sarà davvero la fine del mondo. Perché senza amore e senza Dio nessun uomo può vivere sulla terra!”.

La vita inizia a spegnersi e a marcire, il nostro cuore smette di battere e inaridisce, gli anziani non sogneranno e i giovani non profetizzeranno quando non ci saranno sentieri dal vicino al vicino… Perché senza amore e senza Dio nessun uomo può vivere sulla terra.

E spiega: “Sono davvero tante le provocazioni che ci possono scoraggiare e farci chiudere in noi stessi. Non possiamo negarlo, non possiamo fare come se niente fosse. Le difficoltà esistono e sono evidenti. Ma questo non può farci perdere di vista che la fede ci dona la più grande delle provocazioni: quella che, lungi dal rinchiuderti o dall’isolarti, fa germogliare il meglio di ciascuno”.

cq5dam.web.800.800 (3)Il Signore è il primo a provocarci e a dirci che il peggio viene quando ‘non ci saranno sentieri dal vicino al vicino’, quando vediamo più trincee che strade – prosegue Francesco -. Il Signore è Colui che ci dona un canto più forte di tutte le sirene che vogliono paralizzare il nostro cammino. E lo fa nello stesso modo: intonando un canto più bello e più attraente“.

Quindi, un invito all’apertura e all’accoglienza: “Il Signore ci chiede di usare la nostra libertà come libertà di scelta, di dire ‘sì’ a un progetto d’amore, a un volto, a uno sguardo. Questa è una libertà molto più grande che poter consumare e comprare cose. Una vocazione che ci mette in movimento, ci fa abbattere trincee, aprire strade che ci ricordino quell’appartenenza di figli e fratelli“.

Francesco precisa che “non si tratta di creare grandi programmi o progetti, ma di lasciar crescere la fede, di lasciare che le radici ci portino la linfa“.

La fede non si trasmette solo con le parole, ma con gesti, sguardi, carezze come quelle delle nostre madri, delle nostre nonne; con il sapore delle cose che abbiamo imparato in casa, in maniera semplice e genuina”, aggiunge.

Lì dove c’è molto rumore, che sappiamo ascoltare; dove c’è confusione, che ispiriamo armonia; dove tutto si riveste di ambiguità, che possiamo portare chiarezza; dove c’è esclusione, che portiamo condivisione; in mezzo al sensazionalismo, ai messaggi e alla notizie rapide, che abbiamo cura dell’integrità degli altri; in mezzo all’aggressività, che diamo la precedenza alla pace; in mezzo alla falsità, che portiamo la verità; che in tutto, in tutto privilegiamo l’aprire strade per sentire questa appartenenza di figli e di fratelli.

E conclude: “Sto finendo, mi manca un paragrafo, ma non voglio tralasciare di dire un’esperienza che ho avuto mentre entravo in piazza. C’era un’anziana, una nonna. Nelle braccia aveva il nipote di più o meno due mesi, non di più. Quando sono passato me lo ha fatto vedere. Sorrideva con un sorriso di complicità, come a dirmi: ‘Guardi, adesso io posso sognare!’. Sul momento mi sono emozionato e non ho avuto il coraggio di andare e portarla qui davanti. Per questo lo racconto. I nonni sognano quando i nipoti vanno avanti, e i nipoti hanno coraggio quando prendono le radici dai nonni“.

Infine, la preghiera e l’atto di consacrazione dei giovani alla Vergine Maria. Domani, ultimo giorno di viaggio apostolico in Romina, la cerimonia di beatificazione di sette martiri romeni. Poi il rientro in Vaticano.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media