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Il litorale di Ponente invaso dalla plastica, parte l’esposto di Legambiente Terracina

7 giugno 2019 | 14:30
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Il litorale di Ponente invaso dalla plastica, parte l’esposto di Legambiente Terracina

Legambiente Terracina: “La maggior parte dei rifiuti, tutti di materie plastiche, provenivano da allevamenti di mitilicoltura e residui di serre agricole.”

Terracina – Il Circolo Legambiente di Terracina denuncia un episodio “imponente e continuativo” di inquinamento ambientale, avvenuto sul litorale di Ponente lo scorso 4 giugno.

La Presidente e il Vicepresidente del Circolo, infatti, giunti sul posto, insieme a una terza persona, hanno raccolto il materiale ed effettuato delle prime analisi del fenomeno, che, poi, li ha spinti a scrivere una lettera- esposto inoltrata al Comune di Terracina, alla Polizia locale, alla Capitaneria di Porto, ai Carabinieri, all’Arpa, all’Asl e alla Procura di Latina. 

Secondo quanto riportato da Legambiente, l’episodio si sarebbe verificato soprattutto nell’arco temporale tra le 11 e le 18, con una graduale riduzione del fenomeno dalla mattina alla sera.

E, ancora, proseguono dal Pisco Montano: “La maggior parte dei rifiuti, tutti di materie plastiche, provenivano da allevamenti di mitilicoltura (numerose reste sono infatti state ritrovate) e residui di serre agricole con teli di nylon, plastica bianca e flaconi di pesticidi e materiale in plastica scura per irrigazione.

Altro materiale era costituito da imballaggi di plastica mono-uso, soprattutto confezioni di pasta, contenitori in plastica, e altro materiale era invece davvero molto piccolo, con pezzi di plastica da 2.5 a 50 cm. Alcuni di questi pezzi di plastica sembravano, a vista, frutto di una triturazione meccanica, in quanto non presentavano bordi arrotondati come nel caso dei pezzi soggetti a degradazione naturale. Inoltre, vi erano anche alcuni rifiuti galleggianti come ad esempio una notevole quantità di assorbenti igienici.”

Presenti, quindi, rifiuti di ogni tipo, da quelli domestici a quelli frutto di attività produttive. A testimonianza di ciò, il Circolo ha fatto sapere che ha conservato dei reperti che, in caso si rendessero necessari per l’accertamento del fatto, sarebbero disponibili a fornire all’autorità competente.

Infine, Legambiente scrive: “Chiediamo pertanto di procedere ad una approfondita ricerca su cosa abbia reso possibile un tale livello di inquinamento marino, di cui alleghiamo foto, di che fenomeno si sia trattato, la sua entità e provenienza, i rischi associati per l’ambiente e la salute, le eventuali responsabilità, in modo che sia possibile prevenire l’eventuale ripetersi del fenomeno dannoso nel corso della breve e preziosa stagione estiva.”

(Il Faro on line)