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“Maschio e femmina li creò”, dal Vaticano un documento sulle sfide dell’ideologia gender

10 giugno 2019 | 16:49
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“Maschio e femmina li creò”, dal Vaticano un documento sulle sfide dell’ideologia gender

Documento della Congregazione per l’Educazione Cattolica sull’educazione sessuale: “Nei progetti educativi è condivisibile la lotta alle discriminazioni ma lo Stato non imponga un pensiero unico”

Città del Vaticano – “È sempre più diffusa la consapevolezza che ci troviamo di fronte a una vera e propria emergenza educativa, in particolare per quanto riguarda i temi dell’affettività e della sessualità“.

Inizia così il documento redatto dalla Congregazione dell’Educazione Cattolica, dicastero della Santa Sede, e intitolato “Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione”. Un testo, diviso in cinquantasette punti, nel quale si ribadisce la dottrina della Chiesa sulla sessualità e, in particolar modo, sull’educazione sessuale nelle scuole, dove occorre garantire la libertà alle famiglie.

Il documento rileva anche che “l’educazione all’affettività ha bisogno di un linguaggio adeguato e misurato“. In una “cultura del dialogo” deve essere tenuta in considerazione “la legittima aspirazione delle scuole cattoliche di mantenere la propria visione della sessualità umana in funzione della libertà delle famiglie”. E ammonisce: “Uno Stato democratico non può infatti ridurre la proposta educativa ad un pensiero unico“.

Clicca qui per leggere il documento completo

Punti d’incontro

“Nel quadro delle ricerche sul gender emergono alcuni possibili punti di incontro per crescere nella comprensione reciproca. Non di rado, infatti, i progetti educativi hanno la condivisibile e apprezzabile esigenza di lottare contro ogni espressione di ingiusta discriminazione“, sottolinea la Congregazione riferendosi al rispetto per le donne e per la lotta al bullismo che vengono sottolineati in questi contesti.

“Un punto di incontro – si legge nel documento – è l’educazione dei bambini e dei giovani a rispettare ogni persona nella sua peculiare e differente condizione, affinché nessuno, a causa delle proprie condizioni personali (disabilità, razza, religione, tendenze affettive, ecc.), possa diventare oggetto di bullismo, violenze, insulti e discriminazioni ingiuste”.

“Si tratta – sottolinea la Congregazione – di un’educazione alla cittadinanza attiva e responsabile, in cui tutte le espressioni legittime della persona siano accolte con rispetto“. Un’altro punto di “comprensione reciproca” è nei “valori della femminilità” che vengono appunto messi in evidenza nei programmi scolastici sul gender.

Criticità

Le teorie gender, così come vengono proposte nelle scuole, presentano “alcuni punti critici”, quali “un processo progressivo di de-naturalizzazione o allontanamento dalla natura verso una opzione totale per la decisione del soggetto emotivo. Con questo atteggiamento, identità sessuale e famiglia divengono dimensioni della ‘liquidità’ e ‘fluidità’ post-moderna: fondate solo su una malintesa libertà del sentire e del volere piuttosto che sulla verità dell’essere; sul desiderio momentaneo della pulsione emotiva e sulla volontà individuale”, fa notare poi la Congregazione per l’educazione cattolica.

Questo fisicismo e volontarismo danno luogo al relativismo, ove tutto è equivalente e indifferenziato, senza ordine e senza finalità. Tutte queste teorizzazioni, dalle moderate alle più radicali, ritengono che il gender (genere) finisce con l’essere più importante del sex (sesso)” fa notare il Vaticano.

Sul sesso non è possibile una scelta arbitraria

La differenza tra uomo e donna è provata dalla scienza e non può essere messa in discussione con “una scelta arbitraria” fa notare la Congregazione per l’educazione cattolica.

“Il ‘dimorfismo sessuale’, ovvero la differenza sessuale tra uomini e donne è comprovato dalle scienze, quali, ad esempio, la genetica, l’endocrinologia e la neurologia” e le cellule di uomo e donna sono “differenti” “sin dal concepimento”.

Del resto, spiega il Vaticano, “nel caso dell’indeterminatezza sessuale è la medicina che interviene per una terapia. In queste situazioni specifiche, non sono i genitori né tantomeno la società che possono fare una scelta arbitraria, ma è la scienza medica che interviene con finalità terapeutica, ossia operando nel modo meno invasivo sulla base di parametri obiettivi al fine di esplicitarne la costitutiva identità”.

(Il Faro online)