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Anzio, la statua del Vecchio pescatore: torna dopo 2000 anni nella sua città

14 giugno 2019 | 11:29
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Anzio, la statua del Vecchio pescatore: torna dopo 2000 anni nella sua città

De Angelis: “Sarà un appuntamento di grande rilevanza, che rientra nel ‘rinascimento’ di Anzio ed in tutta una serie di iniziative”

Anzio – “La statua del Vecchio pescatore, esposta ai musei vaticani, con i suoi duemila anni di storia, sarà la protagonista dell’importante mostra, promossa dall’amministrazione De Angelis, al museo civico archeologico di Anzio“. Lo annuncia, in una nota, il sindaco della cittadina e continua:

“L’inaugurazione dell’evento culturale: ‘La statua del Vecchio pescatore e il mare di Anzio’, alla presenza della soprintendenza archeologica, è prevista per domani, sabato 15 giugno, alle ore 18.30.

Si tratta di una mostra monotematica sulle antiche tradizioni marinare di Anzio, che ospiterà la statua del pescatore con cesta di pesci, risalente al 130-140 d.C. Durante la cerimonia di inaugurazione si esibirà l’orchestra di strumenti a fiato dei giovani di Bad Freienwalde – città tedesca gemellata con Bad Pyrmont –  la corale dei giovani tedeschi Sonus e la corale polifonica Città di Anzio.

Sarà un appuntamento di grande rilevanza – affecontinua De Angelis – che rientra nel ‘rinascimento’ di Anzio ed in tutta una serie di iniziative, di grande spessore, che stiamo mettendo in campo per la crescita culturale e turistica del nostro territorio”.   

 La Statua del Vecchio pescatore, ritrovata ad Anzio intorno al 1650 (incertezza sul luogo di ritrovamento tra l’attuale villa Adele e la villa di Nerone), – allora identificata come Seneca – era certamente a Villa Pamphilj di Roma nel 1658, quando venne restaurata da Adamo Claudio Brefort per 125 scudi. Qui la vide Winckelmann che definì il soggetto “erroneamente intitolato Seneca”, ma la interpretò come uno dei “servi di commedia”.

Nel 1773 il principe Andrea IV Doria donò il vecchio pescatore, con altre due statue, a Papa Clemente XIV, per il nascente museo clementino nel belvedere vaticano. Ennio Quirino Visconti, che curò l’allestimento della raccolta, riconobbe i pesci nella cesta e finalmente identificò il personaggio come un vecchio pescatore. Per una questione di decoro, nel suo allestimento nel museo Pio Clementino il Visconti fece fare un prolungamento in stucco del panno.

 “L’importante Mostra sulla statua del Vecchio pescatore e il mare di Anzio – afferma l’assessore alla cultura e pubblica istruzione, Laura Nolfi – rientra nel nostro ambizioso progetto culturale di valorizzazione e promozione, nazionale ed internazionale, della nostra città. E’ stato un lungo lavoro diplomatico, al quale abbiamo lavorato per tutto l’inverno, ospitare, nel nostro museo, l’opera d’arte che sarà esposta ai cittadini ed ai turisti, per tutta l’estate, con ingresso libero, fino al prossimo 15 settembre.

Insieme all’evento della statua, idealmente collegato con il nostro monumento al pescatore e con le nostre antiche tradizioni marinare, a breve metteremo in campo – conclude Nolfi – altre importanti iniziative per coinvolgere, maggiormente, le scuole e la cittadinanza tutta nei nostri percorsi museali ed archeologici”.  

La statua, in marmo pario, che sarà esposta nel museo civico archeologico di Anzio, riproduce un anziano pescatore, che regge una cesta con pesci nella mano sinistra – è riportato nella scheda che accompagna l’opera – e teneva una canna da pesca nella mano destra. La pelle del corpo è rilasciata e cadente, nonostante questa figura è asciutta e manifesta una certa vigoria, che certamente allude al duro lavoro da sempre praticato dall’uomo.

La veste è comoda per pescare e per entrare nell’acqua, ma anche povera e poco dignitosa. Si tratta di una conferma dello status servile del personaggio, che certamente – alla sua età, senza troppi pudori e con i modesti risultati riassunti nel secchio che porta – non pesca per professione ma per il necessario sostentamento.

” Certamente l’opera è intrisa di un forte gusto veristico e popolare, con un realismo cinico e, per certi versi, caricaturale, in sintonia soprattutto con la produzione di Alessandria d’Egitto, nella media età ellenistica, quando queste note divengono occasioni per sottolineare il virtuosismo scultoreo degli artisti”. Conclude Nolfi.

 (Il Faro online)