Un palcoscenico naturale

Grotte di Pertosa-Auletta: un sistema museale, dedicato al suolo e alla speleo-archeologia

19 giugno 2019 | 14:55
Share0
Grotte di Pertosa-Auletta: un sistema museale, dedicato al suolo e alla speleo-archeologia

Il suo modello, fondato sulla gestione sostenibile del patrimonio ambientale e culturale, è stato riconosciuto come una eccellenza a livello nazionale

La Fondazione MIdA gestisce attualmente il complesso speleoarcheologico delle Grotte di Pertosa-Auletta e un sistema museale, dedicato al suolo e alla speleo-archeologia. Promuove costantemente attività di ricerca scientifica e sociale, in sinergia con gli attori locali. Il suo modello, fondato sulla gestione sostenibile del patrimonio ambientale e culturale, è stato riconosciuto come una eccellenza a livello nazionale, trovando ampio riscontro nei libri di famosi giornalisti: Pino Aprile (Mai più terroni), Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo (Se muore il sud), Carlo Puca (Il sud deve morire), Gianni Molinari (#Italia2018. 60 storie per capire la Terza Repubblica).

L’ente, inoltre, fa parte dell’Associazione delle Grotte Turistiche Italiane (AGTI), della quale attualmente ricopre il ruolo della Presidenza, puntando su attività di formazione e promozione

LE GROTTE Dl PERTOSA-AULETTA

Geosito focale del sito UNESCO Parco Nazionale “Cilento, Vallo di Diano e Alburni”, le grotte si estendono per circa tremila metri nel massiccio dei Monti Alburni, in un percorso ricco di concrezioni di diverse tipologie.
Le Grotte di Pertosa – Auletta sono un complesso speleologico aperto ai visitatori sin dal 1932. Definite la Postumia del Sud, hanno 3 chilometri di percorso turistico, cui si accede attraverso un corso d’acqua sotterraneo navigabile, una caratteristica affascinante ed unica nel nostro paese. Le Grotte presentano una grande varietà di ambienti e formazioni ed anche di organismi viventi, dai chirotteri, ai batteri, ai crostacei del genere niphargus nel corso d’acqua, attraenti per la visita ed interessanti per la ricerca.

Perciò le Grotte sono un consolidato attrattore geo-turistico, sede di ricerca sulla gestione sostenibile del patrimonio naturalistico, ma anche un’occasione non comune per l’osservazione dei processi naturali; MIdA porta questa visione basata sulla conoscenza e sulla gestione sostenibile nella gestione della Associazione Italiana Grotte Turistiche di cui attualmente gestisce la Presidenza, promuovendo corsi e scambi di buone pratiche. Oltre a due tipologie di percorso turistico che variano per durata e percorrenza così da soddisfare le diverse esigenze dei visitatori, le Grotte sono esplorabili anche attraverso un percorso speciale che consente di vivere l’emozione dell’esplorazione al buio, camminando controcorrente nel fiume sotterraneo fino alla polla sorgiva.

Un sistema di monitoraggio dei principali parametri ambientali e la chiusura di alcuni tratti per la vita e riproduzione dei chirotteri e degli organismi ipogei, e la collaborazione con istituzioni scientifiche e speleologiche sono la base per pratiche di gestione sostenibile, ed allo stesso tempo le Grotte sono attrezzate per la sicurezza dei visitatori e per l’accesso alle persone con disabilità.
Nelle Grotte si trova un sito archeologico sommerso, l’unico in Europa con palafitte protostoriche in grotta, eccezionalmente conservate grazie all’acqua, fino agli scavi della fine 800, e con reperti che datano complessivamente dal Paleolitico al Medioevo.

grotte3

GLI SPETTACOLI DELLO SPELEO-TEATRO

La dimensione sotterranea delle Grotte di Pertosa-Auletta costituisce un misterioso e seducente palcoscenico naturale.
Le Grotte sono state le prime in Italia ad aver organizzato nel suggestivo scenario carsico eventi teatrali, e, da oltre dieci anni, ospitano spettacoli di grande successo. Inoltrandosi nelle viscere della terra, lo spettatore è messo nelle condizioni più favorevoli per isolarsi dal mondo esterno ed intraprendere un viaggio dell’immaginario, al di là dello spazio e del tempo.
Gli spettacoli sono allestiti con professionisti del mondo del teatro: attori ballerini, compositori, scenografi e registi si sono lasciati ispirare dalle nostre Grotte e hanno messo in scena spettacoli scritti su misura per le nostre cavità. Parte fondamentale riveste anche l’aspetto tecnologico: un impianto di illuminazione all’avanguardia e un moderno sistema di proiettori e diffusori audio permette di progettare performance irrealizzabili altrove.
Negli anni si sono susseguite varie esperienze, nell’ottica dell’ampliamento dell’offerta e della destagionalizzazione dei flussi.

IL MUSEO SPELEO-ARCHEOLOGICO

Il museo, allestito nel moderno complesso MIdA01 nel centro storico di Pertosa, documenta l’eccezionale sito archeologico sommerso rinvenuto nelle Grotte, con il suo impianto palafitticolo sotterraneo unico in Europa e testimonianze di frequentazioni umane, perdurate dalla Preistoria al Medioevo.
Il rapporto dell’uomo col mondo sotterraneo a partire dalla preistoria (l ‘uso delle caverne come ricoveri occasionali, dimore, luoghi funerari e ambienti di culto) è raccontato attraverso riproduzioni di scenari e momenti di vita quotidiana in scala reale, stazioni multimediali interattive, documentari tematici e l’esposizione di una selezione di manufatti archeologici originali rinvenuti in Grotta.
I reperti archeologici recuperati durante le campagne di scavo condotte in grotta, costituiscono una preziosa testimonianza della frequentazione umana della caverna. Tanti sono anche i laboratori che avvicinano studenti e non al mondo dell’archeologia attraverso attività ludico-didattiche.

NELLE TERRE DEI PRINCIPI

Fra le iniziative MIdA in corso c’è una attività di ricerca storica ed animazione territoriale. Si tratta della mostra “Nelle terre dei principi” sul monachesimo e le comunità italo-greche nel Principato Longobardo di Salerno, accompagnata dalle conferenze itineranti “Dialoghi di Storia” e dal lavoro sul censimento dei siti interessati dal fenomeno del monachesimo italo-greco in Campania, Calabria, Basilicata e su un itinerario di turismo culturale in questi insediamenti legati al monachesimo basiliano.
La mostra è prima di tutto il racconto di una migrazione, quella causata a partire dagli inizi del IX sec. dalla conquista araba della Sicilia. È la storia di vite comuni, di contadini e artigiani in fuga dalla Sicilia e dalla Calabria, in cerca della salvezza e della stabilità. Ma è anche la storia di monaci e di santi alla continua ricerca dei luoghi della solitudine, che non posseggono nulla, che non hanno bisogno di nulla, che hanno rinunciato al mondo per praticare l’ascesi, ma che possiedono anche un sano senso pratico ed efficaci doti organizzative, che si dimostrano instancabili fondatori di monasteri, guaritori, medici, abili diplomatici, sempre sensibili ai bisogni delle comunità che incontrano nel corso del loro difficile cammino verso la perfezione spirituale.
Esistenze comuni, esistenze eccezionali: tutte hanno contribuito ad infondere una forte impronta nelle terre d’arrivo, incidendo con la loro presenza profondamente nel processo di formazione del paesaggio storico di un ampio comparto del Mezzogiorno d’Italia.
Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, condividono un frammento di memoria storica troppo spesso dimenticata, ma soprattutto conservano l’eredità prodotta da un incontro tra civiltà diverse e da un sincretismo culturale inedito, che si manifesta vivido nei lacerti degli affreschi sopravvissuti, tra le crepe dei ruderi di antichi monasteri, nelle tradizioni, nelle forme devozionali. Un patrimonio materiale e immateriale che è ancora in grado di esercitare un forte fascino sulla così distante e troppo spesso distratta, modernità.

IL MUSEO DEL SUOLO

Con il Museo del Suolo MIdA ha completato nel 2016 il suo percorso, ed offre al visitatore un viaggio alla scoperta di questo sistema che sostiene la vita sulla terra ma è ancora largamente sconosciuto. Il museo è unico in Italia, uno tra i pochi in Europa, e descrive la bellezza e la complessità del suolo con installazioni tradizionali e multimediali: schermi immersivi, terrari con insetti ed altri organismi, sezioni sottili, modelli, e strumenti interattivi e di comunicazione.

Il cuore del museo è una sala con pedoliti: colonne di suolo prelevate in campo e trattate in modo da potere essere esposte dal vero, per mostrare le diverse caratteristiche che vengono dai processi di formazione e dalla interazione con l’uomo. Ogni suolo è anche riprodotto in digitale e costituisce una sorta di menu perché selezionando sullo schermo i singoli strati, si accede a mini-documentari ed interviste. Si tratta di suoli rappresentativi della Campania, fra i più fertili al mondo, ed alla base delle produzioni di qualità Campane. Naturalmente a partire da questi eccezionali campioni, si affrontano tematiche generali sulle funzioni di suoli, sulla vita nel suolo, sulla sua evoluzione, ma anche tematiche specifiche relative alle ricerche scientifiche sulle zone della Campania oggetto di inquinamento (la cosiddetta “Terra dei fuochi”) a partire dai risultati di progetti europei condotti nella zona, ed in stretta collaborazione con le istituzioni di ricerca.

Una sala detta “teatro del suolo” è dedicata ad attività laboratoriali sul compostaggio e sul ruolo della sostanza organica del suolo, sugli organismi viventi ipogei, sulle proprietà dei suoli, e comprende gli atlanti del suolo della Commissione Europea e documentari su ritrovamenti eccezionali come quello di un antico suolo con tracce di aratura negli scavi archeologici della metropolitana di Napoli. Il museo presenta, infine, una sala sulla vegetazione (ed il rapporto suolo-vegetazione) di diversi ambienti del Parco con l’erbario storico del Cilento e Vallo di Diano, collezioni di germoplasma vivente e semi, legni della flora del Cilento e Vallo di Diano, e sezioni di etnobotanica che vanno dalle piante tintorie alla tessitura di cesti, che sono anche oggetto di progetti, ed atéliers.

Il museo è stato realizzato con il patrocinio e la collaborazione della Commissione Europea, e delle società scientifiche su suolo e agricoltura. I visitatori comprendono scolaresche, gruppi e visitatori individuali.
Unico in Italia, il museo, a 300 metri dalle Grotte, rappresenta un viaggio attraverso i diversi strati della terra, alla scoperta di una risorsa fondamentale al pari di aria e acqua, da conservare e proteggere. “Che vita pullula sotto la superficie? Da cosa è formato quello strato di terra che chiamiamo suolo?”. Il museo è pensato per rispondere a questa e a molte altre domande su quest’elemento, spesso trascurato ma di vitale importanza per la nostra sopravvivenza.
Il museo è composto da 9 sezioni ed è possibile visitarlo con un esperto divulgatore scientifico, oltre a potersi dilettare in vari laboratori tematici.

IL PALAZZO MONUMENTALE JESUS

Osservatorio sul doposisma e mostra permanente “Cronache dal doposisma”

Una delle domande più frequenti che abbiamo ricevuto sul suolo riguarda la correlazione di quest’ultimo con i terremoti. Pertanto, la Fondazione MIdA ha deciso di allestire al Palazzo monumentale dello Jesus di Auletta (a 10 minuti dalle Grotte) una mostra interattiva sui fenomeni sismici in Italia. L’Osservatorio sul Doposisma della Fondazione MIdA, un piccolo gruppo di lavoro che ha come obiettivo produrre documenti e analisi utili alla discussione e al dibattito, riannodando il filo della memoria degli eventi passati con le urgenze dettate dal presente e le suggestioni poste dal futuro, ha preso in considerazione nel corso degli anni quello che avviene dopo un sisma, attivando un “sismografo sociale” per descrivere le trasformazioni e le persistenze che interessano una comunità colpita da un terremoto.

Il lavoro di indagine dell’Osservatorio sul Doposisma si è concretizzato attraverso vari dossier di ricerca. Inoltre è stato immortalato cosa è restato e come si viveva nei paesi terremotati campani e lucani, grazie all’obiettivo di Francesco Fantini, nel 2002; sono state anche ospitate le foto di Daniele Lanci sul doposisma a L’Aquila dopo il 2009 (“Una notte in Italia”) ed è stato lanciato un concorso per vignettisti che chiedeva di disegnare un bozzetto della moneta da 1 euro che avesse come tema le ricostruzioni italiane (“La satira investe nella ricostruzione”, 2010). La mostra “Cronache dal doposisma” è quindi un percorso nella storia e nei luoghi che hanno conosciuto il terremoto e i suoi effetti, e nel caso italiano questo vuol dire quasi tutto il territorio nazionale, per riflettere sul fatto che la natura continuerà a seguire il suo corso, ma l’uomo può e deve conoscere e adeguarsi a quelle regole, rispettandole e ponendosi in simbiosi con esse. Si può anche intraprendere un viaggio negli effetti e nelle caratteristiche dei terremoti italiani nel corso dei secoli grazie ai Terragiornali, che illustrano in forma di brevi cronache, in forma di breaking news, i vari eventi sismici avvenuti in Italia dall’antichità fino ad oggi.

CeRVEnE – Centro Regionale di Riferimento Veterinarioper le emergenze non epidemiche.
Il palazzo dello Jesus ospita anche il Cervene- Centro Regionale di Riferimento per le emergenze non epidemiche e nasce come sede operativa del “Polo Integrato per le prestazioni sanitarie d’elevata complessità, la didattica e la ricerca in materia di sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria”, già istituto nel 2011, al fine di affrontare in modo organico ed efficace le problematiche connesse alla gestione delle emergenze veterinarie, dando seguito a quanto previsto dalla Regione Campania nell’Azione H.4 del Piano Regionale della Prevenzione, in cui si impegna a perseguire come obiettivo specifico regionale, quello di “migliorare e tutelare la salute delle persone attraverso una corretta gestione delle emergenze veterinarie epidemiche e non, relative alla salute degli animali e alla sicurezza alimentare”.
I partners sono: Regione Campania , Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno di Portici, Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Dipartimento di Veterinaria, ASL Salerno e Fondazione MIdA.
Con delibera di giunta n. 114 del 7 marzo 2017, la Regione Campania ha istituito il CeRVEnE – Centro Regionale di Riferimento Veterinario per le emergenze non epidemiche con sede presso il palazzo “Jesus” della Fondazione MIdA ad Auletta: la scelta di questa sede è simbolica dal momento che il CeRVEnE completa e rinforza il percorso di ricerca intrapreso nel 2004 dalla Fondazione MIdA con l’Osservatorio sul doposisma, ad Auletta-Pertosa, che da anni svolge ricerche sulle ricadute socio-economiche dei sismi sui territori, sulle filiere agroalimentari e sui sistemi zootecnici, con una sezione dedicata alla Disastrologia Veterinaria.
In particolare, l’attività di ricerca ha prodotto, in questo settore, la mostra “1980-2010: 30 anni di medicina veterinaria delle catastrofi” – curata da Raffaele Bove, dirigente Asl Salerno, in collaborazione con la Fondazione MIdA, una raccolta di documenti sulla Disastrologia Veterinaria, e l’attivazione di linee guida per un piano organizzativo dei servizi veterinari per la gestione delle emergenze.

Le attività del CeRVEnE saranno a beneficio di tutte le AASSLL e saranno indirizzate a creare un sistema strutturato e permanente di referenti all’interno delle stesse ASL, finalizzato a fornire assistenza tecnico-scientifica alla Regione nella redazione di piani di emergenza e relativi manuali operativi da rendere disponibili in caso di emergenze non epidemiche, con specifico riferimento alla sanità e benessere animale e alla sicurezza alimentare; nella predisposizione di programmi di formazione capaci di rispondere alle richieste sempre diverse e crescenti in questo campo a livello nazionale e internazionale; nell’organizzazione e gestione della documentazione nel campo delle emergenze non epidemiche; nella creazione di un sistema strutturato di collegamento con il Sistema di Protezione Civile Regionale e con il Centro di referenza nazionale per le emergenze non epidemiche, presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise; nel mettere in atto ogni altra utile attività attinente le emergenze non epidemiche.

FONDAZIONE MIdA

MIdA è anche editore di una collana di pubblicazioni sulle Grotte, sui musei, e sugli aspetti naturalistici e culturali del territorio e coinvolge le scuole attraverso progetti come il PON, o Consiglio Scientifico Junior (CSJ), che è una iniziativa MIdA che coinvolge ragazzi delle scuole primarie e secondarie nella progettazione della Fondazione e nella redazione di guide “junior” al territorio, scritte per i ragazzi della loro età.

COLLABORAZIONI

La Fondazione, nel rispetto della sua mission, ha intessuto negli anni varie collaborazioni ed è attiva in molte associazioni. Nella persona del suo Presidente, la Fondazione è Presidente Nazionale dell’Associazione Grotte Turistiche Italiane (A.G.T.I.)

Ha attivato diverse convenzioni: Slow Food, Touring Club Italiano, Italia Sotterranea, Fondo Ambientale Italiano, Federcampeggio, oltre che con gli altri attrattori del territorio, prime fra tutti la Certosa di San Lorenzo a Padula, le Grotte di Castelcivita e le Grotte di Morigerati, il Parco Avventura Feudo del Monaco.

RETI

Tra le relazioni messe in campo per lo sviluppo del territorio, la Fondazione si è fatta promotrice di un progetto che lega le tre grotte turistiche della Campania. 3 grotte 3 fiumi è un progetto che nasce intorno ai tre siti di interesse rappresentati dalle grotte di Castelcivita, Auletta-Pertosa e Morigerati. Un itinerario che copre la parte interna del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dove ogni grotta è contraddistinta dalla presenza di un fiume: il Bussento a Morigerati, il Tanagro a Pertosa e il Calore a Castelcivita.
Un percorso che attraversa tutta la dorsale appenninica del parco e che si racconta attraverso la geologia dei luoghi, la natura incontaminata, la presenza antropica secolare. Passaggi e paesaggi unici, raccordati sotto il comune denominatore del carsismo, del lento sedimentarsi della materia e dell’interminabile lavorio dell’acqua. Le tre grotte possono essere raggiunte attraverso sentieri di trekking, di mountain bike, incontrando siti culturali e naturalistici di notevole importanza.
Altra rete di cui la fondazione è parte attiva è la Rete dei Musei del Vallo di Diano, nata con l’obiettivo di attivare un programma di azioni congiunte per la valorizzazione del patrimonio museale del Vallo di Diano attraverso il miglioramento della qualità e dell’organizzazione delle strutture e dei servizi di informazione e accoglienza dei flussi turistici, nonché attraverso la creazione di una rete informale tra le principali emergenze culturali, ambientali e archeologiche del territorio. Ad oggi sono ben 24 i musei aderenti al progetto, che uniscono il Vallo di Diano, da Auletta a Montesano sulla Marcellana. Dalla sua costituzione sono stati realizzati itinerari tematici e seminari di approfondimento, legati alla storia del territorio in una visione più ampia e meno localistica.

FINALITA’ E OBIETTIVI – LO STATUTO

La Fondazione MIdA nasce con Atto Costitutivo del Notaio Santangelo in data 26 gennaio 2004. Nel corso dell’anno 2005, precisamente in data 28 luglio, ad essa è stata riconosciuta la personalità giuridica, con decreto prefettizio ed iscrizione al n. 236 del registro delle persone giuridiche.
Soci fondatori sono: la Regione Campania, la Provincia di Salerno ed i Comuni di Auletta e Pertosa.
La Fondazione è iscritta nell’Albo degli Istituti di Alta Cultura, ai sensi dell’art. 7 della L.R. 7/2003. Il museo MIdA è riconosciuto d’interesse regionale con delibera n° 34/2010 della Giunta Regionale.

www.fondazionemida.com
Telefono: 0975.397037 – info@fondazionemida.it; marketing@fondazionemida.it

(Il Faro online)