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Karate Icon, la biografia di Luca Valdesi: “Una storia vera, invito i giovani a leggerla”

29 giugno 2019 | 06:05
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Karate Icon, la biografia di Luca Valdesi: “Una storia vera, invito i giovani a leggerla”
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Karate Icon, la biografia di Luca Valdesi: “Una storia vera, invito i giovani a leggerla”
Karate Icon, la biografia di Luca Valdesi: “Una storia vera, invito i giovani a leggerla”

Ha presentato a Roma il suo libro il pluricampione mondiale di kata delle Fiamme Gialle. Dirigente della Wkf, è l’atleta più vittorioso nella storia del karate

Il Faro on line – E’ il più grande Luca Valdesi. Il simbolo del karate italiano. Mondiale. L’icona per eccellenza della disciplina orientale. Le sue 31 medaglie internazionali parlano chiaro. Non esiste altro. E oltre. Nel kata individuale e a squadre. Il campionissimo.

Per 20 anni, emozionanti e pieni di successi, ha vestito il karategi delle Fiamme Gialle e della Nazionale Italiana. E’ stato poi anche allenatore degli azzurri e adesso dirigente alla World Karate Federation. Una presenza di prestigio per l’Italia nella stanza dei bottoni del karate mondiale, insieme al campione mondiale di kumite Davide Benetello. Entrambi compagni di squadra alle Fiamme Gialle e adesso insieme per accompagnare il karate a Tokyo 2020 e per tentare ancora il sogno. Verso Parigi 2024. E’ una sfida anch’essa da vincere. Dopo le tante vittorie avute sul tatami.

Valdesi è l’Icon. Come cita il titolo della sua biografia e in parte autobiografia. Come lui stesso dice. Due giorni di intensa presentazione per lui. Gli scorsi 26 e 27 giugno a Roma, Luca ha presentato il suo libro e ha raccontato di sè. Uscito lo scorso anno. Prima alla Libreria Mondadori di Via Piave a Roma e poi al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Una sede dovuta evidentemente. Le Istituzioni che celebrano il loro figlio. Sportivo e militare. Dal 2015 Valdesi ha smesso la carriera e ricopre l’esercizio d’Istituto in Sicilia. Ed è proprio nel suo reparto, che il libro ha trovato la sua alba: “La prima persona che ho incontrato è proprio Antonio Valenti, il mio autore – ha detto Luca come indica il video via Facebook sulla sua pagina ufficiale – e prosegue – Valenti mi disse:“Complimenti per il tuo ricco curriculum di vittorie. Hai un biografo ?””. Luca ha risposto di no. E allora si è proposto il suo attuale biografo e il libro ha cominciato a vedere la luce: “Da lì è cominciato un lungo lavoro di raccolta di informazioni – ha chiarito Luca – momenti, ma soprattutto di ricordi”.

Tanti. Tantissimi sul tatami. E dietro le quinte. Una carriera sfolgorante. Ricca di medaglie. Di titoli. L’unico al mondo ad aver conquistato per tre volte consecutive l’oro iridato. Nel kata individuale. E a squadre, stesso numero. Insieme a Lucio Maurino e Vincenzo Figuccio. Un orgoglio per l’Italia. Tre campioni del mondo da applaudire. Un vanto anche per Claudio Culasso. L’ex direttore tecnico del settore karate delle Fiamme Gialle lo ha visto crescere Valdesi. Lo ha preso per mano e visto vincere. E per 40 anni ha cresciuto campioni e leggende: “Ho cominciato a praticare karate nel 1982. E non più smesso”. Ha detto Luca di fronte ad una interessata platea. Bambini e genitori alla Mondadori il 26 giugno. Ma non solo. Anche suoi ex compagni di karate alle Fiamme Gialle. Fratelli di karategi. Stefano Maniscalco e Fulvio Sole. Insieme ad Ivan Salerno. Tra gli altri. E anche Culasso presente. Un sei volte campione mondiale di kata, di fronte ad altri campioni mondiali. E tutti nati sul tatami delle Fiamme Gialle. Anche il Generale Vincenzo Parrinello, Comandante del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, presente poi il giorno seguente. Al Ministero dell’Economia e delle Finanze, di nuovo presente Claudio Culasso e tanti personaggi di spicco della Fijlkam. Tra di essi il presidente Giovanni Falcone e Cinzia Colaiacomo. Presidente di Fijlkam Lazio. Un omaggio collettivo per il loro gioiello azzurro. Per il loro simbolo del karate italiano. Di casa azzurra. E Luca volentieri ha parlato del suo libro. E lo ha fatto poi anche per i lettori de Il Faro on line. A margine della sua presentazione alla Mondadori, il pluricampione mondiale di karate ha descritto attimi. Istanti. Una carriera indimenticabile ed ineguagliabile. Dalle vittorie di Monterrey, al secondo Mondiale vinto a Tokyo. Ha superato la leggenda giapponese e mondiale Sakumoto. Ce l’ha Italia il karateka più vincente nella storia del karate stesso. Luca Valdesi. L’Icona del karate. Come cita il titolo del suo libro.

E invita tutti a leggere tra le pagine. La storia di una persona. Vera. Reale, soprattutto. E poi per i giovani. Per quei giovani che non hanno il coraggio oggi di affrontare gli ostacoli. Quanti ne ha dovuti superare Luca per salire in alto ? In cima ? Tantissimi. Ma lui non ha mai mollato. Anche grazie agli insegnamenti del karate che formano e che fanno crescere. E lo ha fatto dal 1995 il suo kata su di lui. Emozionante, incantevole sul tatami. Solitario di fronte ad un immenso pubblico di tifosi, estasiato. Si ritrovava alla fine del kata Luca. Lo disse in una sua intervista alla stampa. E alla fine del kata tornava sul tatami, presente. Ma intanto le medaglie venivano vinte, per questo suo essere unico e perfetto. Serio di fronte ad un avversario invisibile. Pronto a dimostrare il meglio e mettere al collo, medaglie. 4 i bronzi vinti al Mondiale. Tre nel kata a squadre e uno nel kata individuale. E poi anche due argenti. Uno da solo sul tatami e uno insieme ai suoi compagni di squadra azzurra. Tre ori come detto. Individuali. Per lui e solo lui. Sul primo gradino, Valdesi in cima al mondo, da solo. E poi eccoli, loro. Le leggende. Ora allenatori della Nazionale azzurra. Lucio Maurino e Vincenzo Figuccio. Il trio delle meraviglie che tanti tifosi vorrebbero rivedere insieme sul tatami. E Il Faro on line lancia questa idea. 13 volte campione d’Europa. 13 nel kata individuale e 9 in quello a squadre. 22 in totale. 5 argenti messi al collo. E tre bronzi vinti nel Vecchio Continente. L’ultimo Mondiale disputato da atleta a Parigi nel 2012. Un’edizione eccezionale per l’Italia del karate. Vinse la medaglia d’argento Luca. Insieme a Maurino e Figuccio.

Il suo kata ha fatto la storia. E le regole adottate dalla World Karate Federation per rendere la sua disciplina tecnica e spettacolare portano la sua firma. Verso Tokyo 2020 l’Icona Luca Valdesi prosegue il suo cammino per accompagnare oggi tutti gli atleti del mondo nel kata. Il suo essere karateka sempre, per tutti. Come fosse una missione. Lui stesso ha allenato i campioni azzurri negli anni della Nazionale Senior. Tra di essi anche il plurimedagliato Mattia Busato. Se ne occupa CoachFiguccio adesso. E Luca li segue da dirigente della Wkf.

Karate Icon. Io sono Luca Valdesi”. Della Lit Edizioni. Un titolo importante per un libro educativo e di peso. Perentorio. Pieno di orgoglio e di identità. Sportiva e umana. 282 pagine di storia. Di Luca Valdesi. Di emozioni sul tatami. E’ lui a raccontarsi, con l’aiuto di Antonio Valenti.

E allora tutti sul tatami ancora, ad ammirare Luca. I lettori con lui sul tappeto. Dentro alla stanza dei ricordi. Dentro al cuore di un atleta. Il campione. Il migliore di tutti.

Di seguito la sua intervista rilasciata a Il Faro on line :

Caro Luca, quali sono stati i momenti più belli da te vissuti durante la tua carriera ?

“Sono due i momenti più intensi delle mie vittorie e lo dico sempre. La vittoria del mio primo Mondiale. Ero in Messico. 2004 a Monterrey. Nel giorno della gara a squadre riuscimmo a vincere l’oro. Fu un grandissimo risultato, ovviamente ci riempì di gioia. In quel momento, mi trovai costretto a mantenere le mie energie, perché il giorno dopo avrei avuto la finale individuale nel kata. E riuscì a vincere anche nella categoria singola. Un’altra medaglia d’oro, al Campionato del Mondo. Non riuscì ad esplodere di gioia, ma fu molto contenuta la mia esultanza. E per tutta la notte fu così.. poi alle 5 del mattino dopo, mi svegliai di botto con una sensazione di solletico al cervello (ride)..mi veniva da ridere. Avevo questa euforia addosso che sentivo scorrere nelle vene. Evidentemente realizzai di aver vinto il Mondiale e andai a svegliare Vincenzo Figuccio, il mio compagno di stanza e cominciammo a ridere come due matti e a festeggiare. Il secondo momento più importante della mia carriera fu alla vigilia del mio terzo Mondiale vinto. A Tokyo. Andai in Giappone già da bicampione del mondo, sia a squadre che individuale e avevo la pressione di dover fare bene, sapendo che i nipponici si sarebbero preparati al mille per mille, per cercare di riportare il titolo iridato a casa, la soddisfazione di vincere quel Mondiale fu davvero grande. A parte che riuscì a vincere il terzo Mondiale di fila, eguagliando nel kata individuale Sakumoto, allo stesso tempo superandolo, grazie ai titoli mondiali conquistati a squadre. Fu eccezionale”.

Secondo te, perché i giovani soprattutto dovrebbero leggere la tua biografia ?

“Credo che il libro vada letto perché è una storia vera. E’ successo realmente ciò viene scritto all’interno. E la passione, insieme al sacrifico riescono ad aiutarti a raggiungere l’obiettivo. Questo è un augurio e un invito per tutti i giovani a crederci sempre e a non mollare mai. Un’iniezione di fiducia e di speranza che nulla sia impossibile. Soprattutto in questo momento storico, in cui non è facile per tanti ragazzi affrontare i problemi quotidiani, l’ho riscontrato. Un libro del genere dove la determinazione sia volta a superare gli ostacoli di qualsiasi tipo. E’ un libro di rivalsa. Spero che il messaggio che venga fuori dalla mia storia è che con la volontà e la tenacia si possano raggiungere tutti gli obiettivi”.

Foto : Luca Valdesi Facebook (pagina ufficiale)