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Lazio, un posto “d’onore” tra le ecomafie

4 luglio 2019 | 15:54
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Lazio, un posto “d’onore” tra le ecomafie

Il Lazio si riconferma la quinta regione d’Italia col più alto numero di illeciti ambientali

Roma – Alla presentazione del Rapporto Ecomafia 2019 di Legambiente di oggi, 4 luglio, sono stati affrontati i temi relativi ai reati ambientali e presentati i numeri di infrazioni, reati, arresti, sequestri, negli ambiti del ciclo illegale dei rifiuti, dell’abusivismo edilizio, degli incendi dolosi e della corruzione in materia ambientale. Sebbene sia stato registrato un calo del numero netto di infrazioni nella Regione, che erano state 2.684 nel 2017 e 2.241 nel 2016, il Lazio, con 2.062 infrazioni appurate nel 2018, rimane stabilmente quella con il numero più alto di illeciti ambientali, il 7,7% sul totale nazionale, dopo le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa.

Il ciclo dei rifiuti continua a segnare il maggior numero di reati tra gli altri reati nel Lazio, sesta tra le regioni per reati accertati con 545 infrazioni accertate, 704 denunce, 15 arresti e 242 sequestri. E proprio sui rifiuti, la medaglia di bronzo va alla Città Metropolitana di Roma, che è terza provincia nell’illegalità del ciclo dei rifiuti con 201 infrazioni accertate (3,8% sul totale nazionale), 177 denunce, 7 arresti e 96 sequestri. E con la provincia di Latina che si posiziona al 10° posto assoluto, con 113 infrazioni accertate, 120 denunce e 65 sequestri, il Lazio conta ben due province nei primi dieci posti della classifica provinciale sul ciclo illegale dei rifiuti.

“Il Lazio ancora in posizioni pessime e tra le Regioni con più reati ambientali, – commenta Roberto Scacchi, il presidente di Legambiente Lazio – e a fare da traino al numero dei reati complessivi è la vergognosa situazione dei rifiuti romani, che porta la provincia di Roma ad essere la terza peggior provincia italiana per reati legati al ciclo dei rifiuti. Con una gestione vergognosa dei rifiuti, negli ultimi anni il Campidoglio non solo contribuisce a rendere la Capitale indecente per condizioni ambientali e sanitarie, ma spiana la strada, anno dopo anno, a reati come abbandono, roghi e smaltimento illecito dei rifiuti. Riempirsi la bocca di legalità senza fare assolutamente nulla per costruire un ciclo legale e virtuoso dell’economia circolare spiana solo la strada al disastro che sta facendo il giro del mondo e all’illegalità”.

Se lo scorso anno i reati legati al ciclo del cemento erano in netto calo rispetto agli anni precedenti (“solamente” 347 infrazioni accertate rispetto alle 375 del 2016 a alle 514 del 2015), lo stesso non può dirsi per i dati relativi al 2018. L’abusivismo edilizio, infatti, torna a crescere in maniera esponenziale, arrivando a toccare gli stessi numeri di tre anni fa – forse perché, per la prima volta, rientrano nel conteggio anche le infrazioni verbalizzate dal Comando carabinieri per la tutela del lavoro in materia di sicurezza, abusivismo, caporalato nei cantieri e indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Il Lazio, dunque, occupa il 4° posto nella classifica regionale contando 514 infrazioni (7,8% su totale nazionale), 625 denunce, 7 arresti e 162 sequestri mentre la peggior provincia è Roma che al 6° posto nella graduatoria provinciale con 199 infrazioni accertate.

Una nota positiva nella nostra regione si riscontra sul fronte degli incendi, in quanto continua il trend positivo di calo degli stessi. Infatti, se rispetto ai dati riferiti all’anno 2016, il Lazio occupava il 4° posto nella classifica regionale con 436 infrazioni accertate, già l’anno successivo scendeva al 6° posto fino ad arrivare, nei dati del rapporto presentato oggi, ad occupare l’ottavo posto con 105 infrazioni, 12 denunce, 1 arresto e 1 un sequestro.

Triste primato del Lazio è, invece, ancora una volta, la corruzione in materia ambientale. Determinante nella commissione degli ecoreati, la corruzione, purtroppo, è ben radicata nel nostro territorio: se, infatti, nella quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso si sono contate 43 inchieste, che costituiscono il 43% sul totale, è il Lazio la regione con il numero più alto (23), 137 denunce, 82 arresti e 2 sequestri, seguita da Sicilia, Lombardia, Calabria e Campania.

Per leggere il dossier nazionale completo, clicca qui.

(Il Faro online)