Putin in ritardo dal Papa, ma le buche e il traffico di Roma non c’entrano

4 luglio 2019 | 19:16
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Putin in ritardo dal Papa, ma le buche e il traffico di Roma non c’entrano

Ucraina, Siria, Venezuela e ambiente i temi al centro del colloquio durato 55 minuti

Città del Vaticano – Putin a Roma fa aspettare tutti. Dal Papa al presidente Mattarella, la visita di appena dodici ore del presidente Russo è iniziata con un bel po’ di ritardo. E non per colpa del traffico della Capitale, o delle tante buche.

Il leader del Cremlino, atterrato mezz’ora dopo l’orario indicato sulla tabella di marcia, arriva in Vaticano per l’incontro con il Pontefice quasi un’ora dopo l’orario previsto. Il ritardo si è quindi accumulato ulteriormente, di almeno un’ora e dieci, all’arrivo di Putin al Quirinale, previsto inizialmente tra le 14.45 e le 15.

Putin è noto per far aspettare i suoi interlocutori e ospiti illustri, dal presidente americano Donald Trump alla cancelliera tedesca Merkel, dalla regina Elisabetta allo stesso Papa Francesco, tutti “vittime” dei suoi lunghi ritardi.

Solo con il leader nordcoreano Kim Jong-un si è presentato non solo puntuale ma con 30 minuti di anticipo in un recente incontro a Vladivostok.

Piazza San Pietro blindata per l’arrivo di Putin

Un corteo di trenta macchine fa rotta dall’aeroporto di Fiumicino verso una piazza San Pietro blindata: nelle vie di accesso all’abbraccio del colonnato, i consueti sbarramenti sono stati potenziati con una maggiore presenza di pattuglie di polizia, carabinieri, militari dell’esercito e anche della polizia municipale. L’accesso di pellegrini e turisti alla piazza è interdetto, lasciando liberi solo i percorsi laterali per l’ingresso nella basilica vaticana.

Il corteo di auto (ben trenta), proveniente direttamente da Fiumicino, giunge in Vaticano attraversando piazza San Pietro e l’Arco delle Campane, per raggiungere quindi il Cortile di San Damaso. Qui Putin e il suo seguito, in presenza del picchetto d’onore della Guardia Svizzera, sono accolti dal prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Gaenswein, che poi li accompagna all’ascensore per salire alla Terza Loggia e all’incontro col Pontefice.

Quello di oggi è il terzo incontro in Vaticano tra Papa Francesco e Vladimir Putin. Il primo fu il 25 novembre 2013 e il secondo il 10 giugno 2015. Ma in tutto le udienze avute da Putin con tre Papi in 19 anni salgono a sei, dato che il 6 giugno 2000 e il 5 novembre 2003 incontrò anche Giovanni Paolo II e il 13 marzo 2007 Benedetto XVI, tanto da diventare in assoluto uno dei più “assidui” capi di Stato in visita Oltretevere.

Sorrisi e strette di mano tra Putin e Papa Bergoglio

Il presidente russo viene accolto dal Papa, al suo arrivo nella Sala del Tronetto dell’Appartamento pontificio con una calorosa stretta di mano. Poi il colloquio privato, durato in tutto 55 minuti, alla presenza degli interpreti. Prima di iniziare il colloquio, i due, seduti l’uno davanti all’altro alla scrivania papale, non scambiano battute ma solo qualche sorriso in attesa che i fotografi e gli operatori concludessero il loro lavoro e uscissero dalla stanza. Sul tavolo, davanti al presidente russo, un blocchetto bianco per appunti e una penna.

Al centro della conversazione tra Putin e il Pontefice, oltre che in quella col cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, “ci si è soffermati sulla questione ecologica e su alcune tematiche dell’attualità internazionale, con particolare riferimento alla Siria, all’Ucraina e al Venezuela”.

Lo scambio dei doni

Terminato il colloqui, la presentazione delle delegazioni e lo scambio dei doni. Vladimir Putin regala a Papa Francesco il libro fotografico in bianco e nero e il dvd del film “Sin” (Il peccato) girato su Michelangelo dal regista russo Andrej Konchalovskij, di prossima uscita e di produzione italo-russa.

“E’ uno dei nostri registi più famosi – dice il capo di Stato russo al Papa -, ha vissuto in Italia e ha fatto un film su Michelangelo. Me l’ha dato e mi ha chiesto di dirle se ha qualche minuto per vederlo“. Putin dona al Papa anche un’icona dei santi Pietro e Paolo, dicendo: “Voi li festeggiate il 29 giugno, noi il 12 luglio”.

Il Pontefice ricambia con il medaglione che commemora i cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Quindi un’acquaforte del 1739 raffigurante Piazza San Pietro e la Basilica: “Perché lei non dimentichi Roma”, dice Beroglio a Putin. Inoltre, il Messaggio dell’ultima Giornata Mondiale della Pace, “che ho firmato appositamente per lei stamattina”, e il Documento sulla Fratellanza umana siglato nel febbraio scorso ad Abu Dhabi col grande imam di Al-Azhar. In più, altri due documenti: “uno sulla santità e uno sui giovani“, spiega con riferimento all’esortazione apostolica Gaudete et exsultate e alla Christus vivit.

“Grazie per il tempo che mi ha dedicato e per il discorso molto sostanzioso e interessante“. dice presidente Putin al Papa al momento di congedarsi. “Preghi per me“, la risposta di Francesco.

“Chiese non pronte per una visita del Papa a Mosca”

“Perché non è possibile un invito di Putin al Papa a Mosca? È una questione di rapporti tra le due Chiese. I rapporti sono stati interrotti per mille anni, le due Chiese non sono psicologicamente pronte per questo passo. Credo che ci vorrà qualche anno, è un processo step-by-step, ma sono sicuro che tra qualche anno il Papa visiterà Mosca”.

E’ quanto dice l’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Alexander Avdeev, rispondendo a margine della visita del ministro della Salute della Federazione russa, Veronika Skvortsova, alla sede dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di San Paolo fuori le Mura, nel giorno dell’incontro fra il Papa e il presidente Vladimir Putin.

(Il Faro online)