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Naufragio, Save the Children: Europa inerme di fronte alla tragedia che continua a consumarsi alle sue porte

25 luglio 2019 | 21:19
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Naufragio, Save the Children: Europa inerme di fronte alla tragedia che continua a consumarsi alle sue porte

Raffaela Milano: “L’ennesima tragedia del mare avvenuta nelle scorse ore non può che metterci di fronte alle nostre responsabilità”

L’organizzazione sottolinea l’urgenza, di fronte al continuo deteriorarsi delle condizione di sicurezza in Libia, che la comunità internazionale, e in primo luogo l’Europa, moltiplichi gli sforzi per realizzare vie di accesso sicure dalle aree di crisi o di transito

“L’ennesima tragedia del mare avvenuta nelle scorse ore non può che metterci di fronte alle nostre responsabilità. La morte di centinaia di uomini donne e bambini è lo specchio dell’incapacità di gestire il fenomeno migratorio”, ha affermato Raffaela Milano Direttrice Programmi Italia – Europa di Save the Children, commentando la notizia del naufragio a largo delle coste libiche diffusa in queste ore.

Save the Children, l’organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini e garantire loro un futuro, ritiene assolutamente inaccettabile che l’Europa rimanga inerme di fronte alla tragedia che continua a consumarsi alle sue porte.

Secondo le ultime stime disponibili, nei primi 5 mesi dell’anno, 1 persona su 14 tra quelle che hanno provato ad attraversare il Mediterraneo ha perso la vita e in questi casi i minori sono i più vulnerabili.

Mentre la situazione della sicurezza in Libia peggiora giorno dopo giorno, i rifugiati e i migranti hanno poche opzioni: o rimangono intrappolati nel Paese o fuggono attraverso il Mediterraneo o il deserto nigerino. Tra loro sono tantissimi i minori, adolescenti e talvolta poco più che bambini, spesso in viaggio da soli.

“Salvare vite umane deve essere la preoccupazione principale degli Stati Membri dell’UE. È inoltre indispensabile che la comunità internazionale, e in primo luogo l’Europa, moltiplichi gli sforzi per realizzare vie di accesso sicure dalle aree di crisi o di transito, per evitare che decine di migliaia di persone continuino a vedersi costrette ad affidarsi ai trafficanti, mettendo in serio pericolo la propria vita, per attraversare il Mar Mediterraneo, come questa ennesima tragedia ci ha purtroppo dimostrato”.

(Il Faro online)