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Civitavecchia, raggiunto il numero massimo di cremazioni: la società sospende il servizio

30 luglio 2019 | 18:52
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Civitavecchia, raggiunto il numero massimo di cremazioni: la società sospende il servizio

La società che gestisce il servizio: “Ci scusiamo con famiglie e imprese per la situazione”

Civitavecchia – “La società Tempio Crematorio Civitavecchia S.r.l. appartenente al Gruppo Altair, titolare della concessione per la progettazione, costruzione e gestione del nuovo impianto di cremazione di Civitavecchia comunica che a far data dal giorno 30 luglio 2019, suo malgrado, interromperà il servizio all’utenza a causa del raggiungimento del numero massimo di cremazioni imposto dalla precedente amministrazione con provvedimento specifico in sede di rilascio dell’Autorizzazione Unica Ambientale”.

E’ quanto si legge in comunicato diffuso dal Gruppo Altair, che gestisce il Tempio crematorio di Civitavecchia, precisando: “Al Tempio Crematorio sono stati infatti imposti due vincoli fondamentali: un numero massimo di ore di lavorazione al giorno pari a 12 ore e un numero massimo di cremazioni annuo fissato a 2000 operazioni. Con nota ufficiale trasmessa alcuni giorni addietro e durante un recente incontro in Comune la società ha avuto modo di illustrare alla nuova Amministrazione i dati di emissione rilevati.

Si fa presente che il crematorio di Civitavecchia è tra i pochi in Italia dotato di una apparecchiatura di monitoraggio in continuo che rende l’impianto Crematorio un sistema assolutamente trasparente in termini di rispetto dei limiti di concentrazione degli inquinanti: un modello “casa di vetro” in grado di registrare in ogni momento nel corso della sua operatività le performance ambientali.

Nella massima trasparenza si rendono noti i dati ambientali disponibili nel periodo di funzionamento dell’impianto per il 2018 e specificatamente i risultati delle analisi dei controlli eseguiti (Tab.1 allegata) e il calcolo dei flussi di massa dei parametri monitorati

Dall’analisi dei dati sintetizzati si evince non soltanto il pieno rispetto dei limiti, ma anche il quantitativo di inquinanti emessi espressi in kg, che danno la reale percezione del funzionamento degli impianti. In sostanza i valori monitorati dei tre parametri principali CO, NOx e Polveri indicano emissioni più basse di quelle autorizzate rispettivamente dell’84%, del 75% e del 99% (84%, 75% e 99%).

Da ciò ne deriva che i livelli di concentrazione complessivi previsti quale valore assoluto per l’anno lascino ampi margini per soddisfare il fabbisogno riscontrato. In tal senso si precisa che tutte le attività di analisi e monitoraggio sono state condotte in contraddittorio con Arpa Lazio.

La scrivente ha inoltre commissionato allo Studio SMA, specializzato in analisi ambientali (società di primaria importanza a livello nazionale), l’onere di verificare le prestazioni annuali dell’impianto e la sua sostenibilità ambientale giungendo alle seguenti conclusioni:

– I livelli di concentrazione degli inquinanti non sono direttamente
proporzionali al numero di operazioni effettuate;
– I livelli di concentrazione degli inquinanti non sono direttamente
proporzionali al numero di ore lavorate;

In sintesi, le emissioni relative ad una singola cremazione risultano maggiori nello scenario caratterizzato da un minor numero di ore di normale funzionamento dell’impianto. I risultati ottenuti dalle elaborazioni effettuate confermano quindi la maggiore sostenibilità ambientale relativa ad un processo di cremazione prolungato.

Nello stesso studio sono stati messi a confronto gli impatti relativi all’attività del Tempio Crematorio di Civitavecchia con quelli delle due centrali termoelettriche alimentate a combustibili fossili presenti nell’area: risulta evidente come il contributo determinato dall’attività del crematorio sia, per tutte le matrici analizzate, decisamente irrisorio rispetto a quello delle due centrali, anche nel caso di aumento della produttività dell’impianto.

Proponiamo di seguito una ulteriore riflessione connessa ai livello di inquinamento riconducibile alle attività portuali; le circa 35.000 auto registrate a Civitavecchia hanno emesso nel 2017 circa 250 kg di SOx, a fronte dei 22.000 kg emessi da 76 navi da crociera che hanno attraccato nel porto cittadino nello stesso periodo (fonte Transport & Environment).

Cercando di trovare un raffronto che possa far capire la differenza fra gli impatti ambientali in gioco, i livelli di concentrazione del crematorio di Civitavecchia sono paragonabili a quelli prodotti un autobus che effettua meno di
100.000km/anno.

Nelle more della definizione del ricorso attualmente pendente dinanzi al TAR Lazio abbiamo trovato nella nuova Amministrazione un interlocutore serio, attento e con grande e lucida capacità di analisi della situazione venutasi a creare con il quale auspichiamo possa proseguire un confronto improntato sulla correttezza e sui dati
oggettivi.

Ci vediamo oggi costretti a negare per mesi (?) ai cittadini un servizio pubblico a domanda individuale connotato da un elevato aspetto etico con i conseguenti ovvi disagi a carico dell’utenza costretta a tempi di attesa più lunghi e spostamenti più gravosi. Siamo certi che esistano i margini per individuare un percorso che consenta da un lato di garantire il pubblico servizio all’utenza e dall’altro di mantenere inalterate le attenzioni agli aspetti ambientali che stanno a cuore tanto ai cittadini di Civitavecchia quanto a noi.

Si precisa che il gruppo ALTAIR gestisce in Italia numerosi impianti crematori (tra i quali Brescia, Parma, Modena, Piacenza, Rimini, Olbia, Cagliari, Sassari) per i quali sono stati dettagliatamente approfonditi e negli anni costantemente monitorati tutti gli aspetti ambientali senza mai giungere a determinazioni così estreme e sproporzionate rispetto alla reale dimensione della problematica.

Ci scusiamo con famiglie e imprese per la situazione venutasi a creare sottolineando come sia nostra ferma intenzione proseguire il confronto nell’ottica dell’individuazione di una soluzione condivisa con il Comune di Civitavecchia”.

(Il Faro online)