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Campionati Europei a Squadre, Italia quarta a un passo dal podio

12 agosto 2019 | 06:05
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Campionati Europei a Squadre, Italia quarta a un passo dal podio

Solo mezzo punto dalla Francia che si prende il bronzo. Prestazione storica degli azzurri. Mai prima in competizione avevano ottenuto un risultato così eclatante. 12 i podi totali

Il Faro on line – Mezzo punto di troppo lascia l’Italia giù dal podio, quarta, beffata dalla Francia nella corsa al terzo posto continentale, traguardo mai raggiunto prima nel Campionato europeo a squadre (titolo alla Polonia padrona di casa, davanti alla Germania) e sfuggito a Bydgoszcz per l’inezia di una frazione.

E con i tedeschi, secondi, a soli 1,5 punti dagli azzurri (che ottengono comunque il miglior piazzamento di sempre, dopo il quinto posto di Leiria 2009). Questo l’esito di una due giorni di gradi emozioni, con la squadra italiana capace di quattro vittorie parziali, e di numerosi risultati di rilievo assoluto (12 i podi nel complesso), che completano, dopo le rassegne giovanili del mese di luglio, un’estate di soddisfazioni.

Ai due successi ottenuti da Davide Re e Yeman Crippa, si sommano quelli di Luminosa Bogliolo nei 100hs (12.87) e della staffetta 4×400 metri, composta da Edoardo Scotti, Matteo Galvan, Bryan Lopez, e ancora una volta Davide Re (3:02.04, miglior prestazione europea dell’anno). Spiccano poi il secondo posto di Eseosa Desalu nei 200 (20.69, vento -1.0 m/s), e i terzi posti di Alessia Trost nell’alto (1,94) e della staffetta 4×400 donne (Mariabenedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Rebecca Borga e Giancarla Trevisan, 3:27.32). Significativi anche i quarti posti di Sara Fantini nel martello (67,81) e di Giovanni Faloci nel disco (60,25), così come il 5,66 del rientrante Claudio Stecchi nell’asta (quinto).

Beffato sul rettilineo conclusivo di un 3000 metri troppo tattico Yeman Crippa (quarto, 8:03.69). La classifica generale, come detto, è dominata dalla Polinia padrona di casa, capace di ben dieci vittorie sulle quaranta gare del programma (345 punti), a seguire Germania (317,5), Francia (316,5) e Italia (316); più indietro, la Gran Bretagna (302,5), Spagna (294,5) e l’Ucraina (225). Retrocedono in First League Repubblica Ceca (219,5), Svezia (210,5), Grecia (197), Finlandia (190), e Svizzera (175).

LA VITTORIA DELLA STAFFETTA 4X400 E IL SAPORE DOLCEAMARO DEL QUARTO POSTO

Si parte dalla fine, ovvero dalla staffetta del miglio maschile, vittoriosa in una sorta di spareggio per il podio con la Francia, ma beffata nella classifica generale proprio dal secondo posto dei transalpini, rimasti così davanti agli azzurri per solo mezzo punto (316,5 contro 316). La staffetta italiana mette in ogni caso al petto la coccarda di un successo bellissimo. Dopo il buon lancio di Edoardo Scotti, tocca a Matteo Galvan costruire una parte del successo dribblando sul rettilineo finale, all’interno, Francia e Polonia, per consegnare il testimone in tranquillità a Bryan Lopez. Dopo il nuovo sorpasso francese, è la volta di Davide Re a duellare con gli avversari, fino al ribaltamento conclusivo, con l’azzurro a gettarsi sul traguardo per ricavare 4 centesimi di vantaggio e la seconda vittoria personale nella manifestazione (dopo i 400 metri individuali). Il crono di 3:02.04 è la miglior prestazione europea dell’anno, oltre che miglior tempo italiano da 14 anni a questa parte; la Francia fa 3:02.08, la Polonia, terza e trionfatrice nella classifica generale, 3:02.56. I francesi, battuti, esultano più degli italiani, per la concquista del podio a squadre. In precedenza, anche le ragazze avevano fatto bene nella staffetta del miglio. Mariabenedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Rebecca Borga, e Giancarla Trevisan, terze con un notevole 3:27.32, battute da una inarrivabile Polonia (3:24.81, miglior prestazione europea 2019), e solo per un soffio dalla Gran Bretagna (3:27.12). Tutto fatto bene, tutto al meglio, ennesima conferma di un gruppo che a Yokohama ha centrato il bronzo nella rassegna mondiale di spoecialità, e che può guardare con fiducia al futuro.

LUMINOSA BOGLIOLO: NESSUN OSTACOLO

La giornata in pista parte con il terzo successo italiano della manifestazione: Luminosa Bogliolo manda un chiaro messaggio a tutte le naviganti della specialità aggiudicandosi la prova di Coppa in 12.87, ennesimo crono di valore, ottenuto nella circostanza anche contro un muro d’aria (-1.2). La ligure è la più lesta in avvio, al quinto ostacolo è davanti con margine, ma è chiaro che si tratta solo di attendere la sagoma lunga della tedesca Cindy Roleder, che puntuale l’agguanta sull’ottava barriera, insieme alla polacca Koleczek. L’arrivo è in fotografia, con tre atlete in un solo centesimo di secondo, e con l’azzurra, caparbia, che alla fine risulta vincitrice; Roleder è seconda con lo stesso tempo della Bogliolo (a separarle, due millesimi di secondo), mentre la polacca Koleczek è terza in 12.88. Obiettivo raggiunto: l’ostacolista italiana, emersa quest’anno ai vertici continentali della specialità, e già oro alle Universiadi di Napoli, aveva dichiarato alla vigilia di essere venuta in Polonia con l’obiettivo di battere finalmente delle avversarie di livello assoluto. Il mio motto è ‘batterle tutte’ e fino a ora ci sono riuscita – le parole di Luminosa Bogliolo a commento del successo – Mi aspettavo il rientro della tedesca e della polacca, e sono contenta perché di solito riesco a buttarmi bene. Fino a metà gara mi sentivo davanti, mentre gli ultimi cinque ostacoli sono stati ‘la morte’: ero stanca già dal riscaldamento, perché ho gareggiato tanto. Sapevo però che l’importante era vincere e non era scontato riuscire a farlo, soprattutto per come mi sentivo dopo la batteria. A Doha magari me le daranno, ma io provo a combattere a mia volta. Adesso pausa per un po’, dovrò fare qualche settimana in caserma a Caserta, e poi da settembre ricominciano le gare. Il mio pensiero, oggi, va ai miei allenatori Antonio Dotti ed Ezio Madonia che ci sono 24 ore su 24 per me”.

TROST SUL PODIO CON 1,94, DESALU SECONDO NEI 200 IN 20.69

Non solo giovanissimi e giovanissime, o atleti “nuovi”. In squadra ci sono donne come Alessia Trost, che malgrado i soli 26 anni, hanno visto molta “acqua atletica” passare sotto i ponti. E non intendono perdersi la festa. La friulana eguaglia lo stagionale superando l’1,94, e solo la regola di Coppa (per la quale non ci sono più aggettivi da spendere) le impedisce di spendere più di un salto ai successivi 1,97. La Trost è comunque terza, e consegna un contributo essenziale alla squadra (dieci punti) nella lotta per il podio. Senza macchia fino a 1,85, il ruolino dell’azzurra conta i primi errori a 1,90 (valicato al terzo salto), e a 1,94 (ok al secondo). Poi, l’unico errore a 1,97 che significa stop. A vincere è l’ucraina Yulia Levchenko, unica oltre l’1,97, mentre la svedese Erika Kinsey (1,94) supera la Trost per il gioco del conteggio degli errori.

Di grande significato (e sostanza in termini di punti) anche il secondo posto nei 200 metri colto da Eseosa Desalu. Dopo un avvio non particolarmente brillante, il lombardo sfrutta l’uscita dalla curva per lanciarsi all’inseguimento degli avversari, superati con il passare dei metri e delle falcate. Desalu è bravo a cercare il traguardo, beffando così il francese Mouhamadou Fall (20.69 per l’italiano, 20.70 per il francese, tempi tutti appensatiti dal metro di vento contrario sul rettilineo) e mancando alla fine l’aggancio al vincitore, il britannico Richard Kilty, per soli 3 centesimi di secondo (20.66). “Il lanciato è andato bene – le parole di Desalu – peccato per la curva, perché ho perso due o tre appoggi. Pensavo meglio, lo ammetto: ero venuto qui per la vittoria e sentivo di potercela fare. Ci sono ancora molte cose da sistemare ma mi resta la voglia di riscattarmi e di ripetere quel 20.13 che l’anno scorso mi ha dato il sesto posto in una finale molto veloce a Berlino. C’è tanto da migliorare e tanto che abbiamo migliorato, la strada è ancora lunga”.

SORPRESA FANTINI: 67,81 E QUARTO POSTO, STECCHI 5,66 PER IL QUINTO

Una delle sorprese più belle della giornata in chiave azzurra è il quarto posto di Sara Fantini nel lancio del martello. La non ancora 22enne parmense, medaglia di bronzo in luglio agli Europei Under 23 di Gavle, entra nel round conclusivo dell’Europeo a squadre di Bydgoszcz, superando, grazie ad un miglior lancio di 67,81, anche avversarie più titolate di lei. Questa la serie dell’italiana: 66,80; 65,39; 67,81; 64,91. Vince la francese Alexandra Tavernier, che tocca un notevole 72,81, davanti alla polacca Fiodorow, 71,17; ma anche nel caso della Fantini, le rappresentanti di Germania e Gran Bretagna restano indietro, alimentando le speranze azzurre di finire sul podio.

Ancora lanci lunghi in evidenza, e ancora una sorpresa: anche Giovanni Faloci entra nei “fab four” del disco, chiudendo al quarto posto con 60,25. E’ un risultato di rilievo, anche perché in grado, in quel particolare momento, di rilanciare gli azzurri nella caccia al podio. Il discobolo umbro apre con 57,71, per poi salire al secondo a 59,11, prima del lancio da classifica, il 60,25; anche nel round addizionale l’azzurro non sfigura, piazzando un buon 60,17. Davanti a Faloci, al terzo posto, addirittura…lo svedese Stahl, il leader mondiale, battuto all’ultimo lancio dal polacco Malachowski (63,02) e dal tedesco Wierig (61,84).

L’esordio stagionale all’aperto di Claudio Stecchi, protagonista della stagione invernale con il quarto posto degli Europei indoor di Glasgow, era effettivamente una delle incognite della squadra italiana. Ma il fiorentino ha mostrato in pedana di essere vicino alla condizione vista tra febbraio e marzo, salendo qui a Bydgoszcz a 5,66 e agguantando un quinto posto che vale, in quella che era, con ogni probabilità, una delle gare più difficili della manifestazione. Dopo due salti validi a 5,31 e 5,46, l’errore a 5,56 (quota superata poi alla seconda prova), e il salto subito valido dieci centimetri più su, a 5,66. Per finire, tre errori a 5,71. In testa, ancora Polonia, ed ancora un pronostico semplice: Piotr Lisek non sbaglia, e fa suoi i 12 punti con un salto a 5,81.

FOFANA E BARONTINI LOTTANO PER I PUNTI-CLASSIFICA

Vento in faccia sul rettilineo anche per gli uomini dei 110hs: Hassane Fofana risale dall’ottavo posto delle batterie al sesto della finale (13.78, -1.8), mentre il match tra Ortega e Pascal Martinot-Lagarde va allo spagnolo (13.38 contro 13.46). Il triplo maschile porta la maglia italiana all’ottavo posto, con Fabrizio Schembri che atterra, nell’ultimo salto a disposizione, ai 16,10 che fanno classifica (12 punti al britannico Ben Williams, 17,14). Simone Barontini piace per la reazione finale, e soprattutto per la grinta con cui lotta fino all’ultimo centimetro con il francese Tual: in palio c’è il sesto posto, ma la battaglia è pari a quella per un oro mondiale, e il marchigiano lo fa suo (1:47.98). Vince, come da pronostico, il polacco Kszczot, sfoderando la sua consueta (e letale) volata (1:46.97). Non c’è più benzina, al contrario, nelle gambe di Marta Zenoni, splendida seconda nei 3000 di ieri; la bergamasca fa tutto bene fino alla campana, ma gli ultimi 400 metri diventano interminabili, e il nono posto è frutto principalmente della volontà dell’azzurra (4:11.32). La tenacia di Ahmed Abdelwahed è premiata dal quinto posto nelle siepi (8:34.30), in una gara ad eliminazione in cui conta anche lo sprint finale ai danni del tedesco Grau, nell’ambito del confronto Italia-Germania per le posizioni sul podio; vince lo spagnolo Fernando Carro, come da pronostico (8:27.26). Sempre in tema di mezzofondo, Francesca Tommasi è quinta in 15:49.79, piazzamento che a conti fatti soddisfa, ma che per come si è svolta la gara, lascia un pizzico di rimpianto: la grande rimonta finale, e la condotta solitaria nella seconda parte, valevano forse il coraggio di buttarsi nel gruppo di testa fin dal via. Settima Gloria Hooper nei 200 (23.46, -1.0), premiata anche con lo stagionale sulla distanza. Gli ottavi posti di Chiara Rosa nel getto del peso (16,46) e di Tania Vicenzino nel lungo (6,27, +0.7), tengono l’Italia a galla, anche se la Germania, vincitrice di entrambe le prove, opera il sorpasso nei confronti degli azzurri. Nel lungo donne, da segnalare il 7,11 (ventoso, +2,2) della tedesca Malaika Mihambo.

Fonte : fidal.it

Foto : Colombo/Fidal