informatica

Lo storage dati per ogni esigenza

17 agosto 2019 | 22:39
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Lo storage dati per ogni esigenza

Per evitare l’acidità di stomaco è indispensabile fare nostro il fatto di vivere in una società non solo globalizzata, ma anche “data-driven”: letteralmente guidati dai dati, ricchezza invisibile ed inestimabile.

Nell’ultima decade le politiche di implementazione del cosiddetto e-Gov (contrazione dei termini inglesi “electronic” e “government”, dai quali deriva quel nuovo termine che sta ad indicare l’insieme delle politiche e dei servizi elettronici nel settore pubblico) si susseguono sempre più rapidamente, anche per rispettare quanto imposto a livello europeo.

Nell’epoca in cui la crittografia offre al cittadino la CIE (carta d’identità elettronica), come nei migliori film di fantascienza, indigna molto vedere uffici pubblici letteralmente bloccati perché un cervellone elettronico collocato chissà dove decide che ci sono troppi utenti allo sportello.

Per evitare l’acidità di stomaco è indispensabile fare nostro il fatto di vivere in una società non solo globalizzata, ma anche “data-driven”: letteralmente guidati dai dati, ricchezza invisibile ed inestimabile.

Da questo deriva la crescente importanza strategica delle infrastrutture legate alla comunicazione come, per esempio, i ponti radio, i cavi telefonici, gli enormi centri di elaborazione dati. Ma non sarebbero niente senza il necessario per l’archiviazione.

La IDC (International Data Corporation), nello studio “Data Age 2025” sponsorizzato da Seagate, stima che i dati stoccati nel 2025 raggiungeranno un volume pari a 163 zettabyte entro il 2025 (una quantità dieci volte superiore ai 16,1 zb di dati prodotti solo 3 anni fa).

Il ventaglio delle soluzioni tecniche per lo storage è veramente ampio, partendo da “classiche” soluzioni scalabili e performanti fino all’adozione di infrastrutture iperconvergenti e Cloud computing. Senza dimenticare i dispositivi NAS (Network Attacched Storage) con una scalabilabilità orizzontale o verticale e le piattaforme di archiviazione ad oggetti.

Lo storage su più livelli

Spessissimo i centri di elaborazione dati, ma anche il PC di casa, sono soliti automatizzare i processi di archiviazione dati a diversi livelli che gestiscono supporti di storage differenziati.

Tipicamento di primo livello dedicato al processo di dati per le applicazioni principali, in combinazione con memorie volatili come la RAM e la cache del microprocessore.

Invece lo storage di secondo livello viene dedicato alle operazioni di I/O su memorie come disco rigido, flash card, nastri ecc… per un’archiviazione di durata più lunga rispetto al primo livello, a scapito di un accesso al dispositivo più lento ma non volatile.

Storage dei files a blocchi e ad oggetti

Queste sono le modalità di archiviazione sostanzialmente più diffuse da non immaginare come agguerrite concorrenti, perché restituiscono performance differenti per utilizzi differenti.

Lo storage a blocchi è una modalità di stoccaggio dei dati informatici che comporta la divisione in “pacchetti” di dimensioni uniformi degli archivi, garantendo una buona facilità di accesso. È particolarmente indicata per quei dati a cui si deve accedere spesso, anche per la loro modifica, in particolar modo per ambienti SAN (Storage Area Network)

https://it.wikipedia.org/wiki/Storage_Area_Network.

I suoi costi sono più elevati dello storage ad oggetti, però nel caso di accesso frequente ad un singolo blocco invece che alla totalità dei dati non sussiste il rischio di compromissione del sistema operativo.

Lo storage di oggetti, invece, comporta l’assegnazione di metadati univoci che identificano puntualmente le informazioni immagazzinate, senza richiedere la loro comprensione o la crittografia. È una scelta particolarmente indicata per un gran numero di accessi, come il caso del Cloud, con una buona sostenibilità economica per l’utilizzo di sistemi NAS a struttura gerarchica rigida.

DAS, NAS e SAN per un efficiente storage in rete

Si tratta dei tre sistemi di stoccaggio dati più diffusi.