IL CAMPIONE |
Sport
/

Stefano Pressello: “L’oro agli Europei mi ha emozionato e voglio la rivincita a Las Vegas”

17 agosto 2019 | 16:13
Share0
Stefano Pressello: “L’oro agli Europei mi ha emozionato e voglio la rivincita a Las Vegas”
Stefano Pressello: “L’oro agli Europei mi ha emozionato e voglio la rivincita a Las Vegas”
Stefano Pressello: “L’oro agli Europei mi ha emozionato e voglio la rivincita a Las Vegas”
Stefano Pressello: “L’oro agli Europei mi ha emozionato e voglio la rivincita a Las Vegas”
Stefano Pressello: “L’oro agli Europei mi ha emozionato e voglio la rivincita a Las Vegas”
Stefano Pressello: “L’oro agli Europei mi ha emozionato e voglio la rivincita a Las Vegas”

Parla della sua vita di atleta il campione europeo di judo, nella categoria master. I primi giorni di agosto ha vinto il titolo continentale. Tra poche ore volerà in America per il Mondiale di brazilian jiu jitsu

Ostia – Salire sul primo gradino del podio al termine di un anno difficile è stato per Stefano un traguardo non indifferente. Sia come uomo che come atleta. L’oro dell’ultimo Europeo disputato con il judogi master addosso rappresenta una conquista particolare nei 90 kg. E solo lui l’italiano quel giorno a cantare l’Inno di Mameli. Un’emozione da ricordare per sempre. Non solo lui a farlo, ma anche il pubblico presente sugli spalti, amici, famigliari e appassionati di judo. Tutti hanno accompagnato il suo finale cammino in competizione.

E’ un atleta del territorio del X Municipio Pressello e tra poche ore porterà il nome di Ostia anche oltreoceano. A Las Vegas cominceranno i Mondiali di brazilian jiu jitsu. Una disciplina che il campione europeo master pratica da alcuni anni. Anche nel 2018 partecipò alla rassegna iridata, ma con pensieri e timori a pesargli sull’anima. Succede nella vita, ma l’importante è rialzarsi per puntare ancora in alto. Stavolta, oltre il buio e i momenti difficili, sta vivendo una nuova fase della sua vita Pressello e vuole prendersi una bella rivincita, anche in America. Intanto si gode e si culla quello’oro importante che ha portato in dote al Mushin Club e alla Nazionale Italiana. Nonché ai diversi doji in cui insegna. A Dragona è il maestro di judo della Golden DragonGym e a settembre aspetta i suoi allievi per imparare di nuovo i valori della vita nel suo judo del cuore. Vecchi e nuovi. Solamente per continuare ad insegnare un’arte marziale che inquadra, che dona equilibrio e fa da specchio. Tra il tatami e la vita quotidiana. Fa parte della Polizia Penitenziaria ed è stato un simbolo nelle arti marziali del Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre.

Tantissimi gli atleti della sua categoria di età agli Europei Master di Las Palmas. Nelle Gran Canarie anche la Fijlkam ha festeggiato una spedizione italiana molto fortunata e Stefano si è preso ben due medaglie. Un oro individuale di cui essere orgoglioso e un argento a squadre, da condividere con gli amati compagni azzurri di una finale difficile, ma ugualmente di successo. Tutti insieme sul secondo gradino allora. Franco Ghiringhelli, Anton Cena, Giampaolo Polenta e Andrea Ricaldone. Questi i nomi di un team che ha appesantito il bottino tricolore alla competizione continentale.

E’ un movimento ricco di atleti quello del dopo professionismo. E Stefano è stato anche un senior del judo e proprio alle Fiamme Azzurre. E ha deciso di proseguire questa strada perché il suo judo ha tanto da dire ancora sul tatami. E lo sport non smette mai di fargli battere il cuore. Una passione che non finisce. E quella sete di movimenti e di tecniche da esprimere e da insegnare è sempre presente, per migliorare se stesso e il mondo che lo circonda. Un vero Samurai insomma, che insegna ai piccoli guerrieri del territorio, per tirare su uomini e poi atleti. E le arti marziali sono stile di vita per chi le sa interpretare e divulgare.

E’ l’alloro individuale la medaglia che lui ricorda con maggiore emozione. E a Las Palmas anche le lacrime sono venute giù dagli occhi. Tutto solo sul tappeto e di fronte all’avversario russo, c’era solo il suo judo contro quello di un atleta che desiderava il primo posto quanto lui. Anche il suo brazilian ha fatto la differenza in finale. Nel momento della lotta a terra, le tecniche del jiu jitsu sono andate incontro a Pressello che ha condito il suo judo di altre conoscenze marziali per conquistate un titolo continentale da aggiungere a tante altre medaglie.

In campo mondiale ed europeo ha ottenuto una serie di successi importanti. Non solo nel judo, ma anche nello stesso brazilian jiu jitsu. Tra il 2005 e il 2019, come Stefano racconta a Il Faro on line, ha conquistato tre medaglie nel  judo. Un oro, un argento e un bronzo. Ai Mondiali si e preso tre bronzi. E’ pluricampione europeo nel braziian jiu jitsu e in diversi gradi di cintura. Insieme ad un argento e un bronzo ottenuti sul tatami. Ha festeggiato anche a Barcellona l’atleta lidense. Ha vinto un oro nella categoria di peso specifica e poi un argento nella open. Applausi per il campione del X Municipio che condivide i successi sportivi con tanti altri campioni del territorio, che vivono, che si allenano e che ammirano il mare di Roma. Un territorio virtuoso in questo senso che Stefano conosce dal 1996. Infatti è da questo anno in particolare che Pressello ha deciso di vivere a un passo dal mare. E insegna vicino al mare. E non solo a Dragona, ma anche a Fiumicino.

E allora mentre attende di risalire sul tatami per fare un passo in più nelle sue arti marziali di una vita, si racconta ai lettori de Il Faro on line. L’America lo aspetta, con l’oro continentale al collo e un argento in team da mostrare con fierezza. Queste le sue parole di Samurai.

Caro Stefano sei appena tornato dal Campionato Europeo Master. Cosa è significato per te vincere l’oro in questa partecipatissima categoria di età ?

“E’ stata un’emozione unica, avere la consapevolezza di poter strappare quell’oro nella finale, direi un sogno di tanti atleti, di qualsiasi categoria essa siano. Un clima strepitoso in quell’Arena di  Las Palmas delle Gran canarie, con la presenza di oltre 800 atleti con 35 paesi presenti e una nutrito numero di tifosi italiani, amici, con  i miei figli, Matteo e Sofia. Un riscatto importante per me, per un periodo difficile che ho attraversato. Quest’oro ha significato un enorme valore emotivo, con questa medaglia, ho decisamente migliorato il mio equilibro mentale e fisico ritrovando fiducia in me stesso con l’aiuto dei miei figli degli amici e la mia nuova compagna”.

Puoi raccontare la tua personale gara individuale? Cosa hai provato sul podio, cantando l’Inno italiano?

“Nella mia categoria dei 90 kg erano presenti 25 atleti, molto corazzati fisicamente ed esperti tecnicamente, tutti hanno un passato di esperienze importanti, ho ritrovato in questo Europeo grande energie mentali. Hanno fatto la differenza per sognare una finale. Nella scalata per la finale, ho vinto prima 4 incontri, vinti tre per ippon (ko) tecnico nei quarti di finale, ho vinto con una immobilizzazione a terra, grazie ai miei allenamenti nel brazilian jiu jitsu, ho potuto esprimermi anche nella lotta a terra. La semifinale è stata durissima con l’ucraino Suprun Levgenll, una bestia nera, ma la mia determinazione e fiducia in me stesso, mi hanno consentito di vincere per un seoi nage decretando un Ippon a mio favore. Nella finalissima contro Igor Shaporin, di nazionalità russa, ho affrontato un avversario forte e molto scomodo avendo il baricentro basso, quindi molto pericoloso per le doti nel sollevare l’avversario staccandolo da terra, essendo molto forte fisicamente. Durante il combattimento dopo 2 minuti sono riuscito comunque a  batterlo con un yoko tomoe nage, ribaltando l’avversario con la schiena a terra. Vedere il pubblico italiano e straniero alzarsi in piedi applaudendo dopo la mia performance nella finale è stato di una emozione senza fiato, lacrime immense. Al podio non volevo crederci, è stata una emozione indescrivibile, unico italiano in quel giorno, di aver vinto un oro e quindi aver cantato l’Inno di Mameli nella città di Las Palmas delle Gran Canarie, ho avuto la forza di formare  un cuore con le mani per tutti coloro che mi sono stati vicini in questo anno particolare per me”.

Hai conquistato anche un importante argento a squadre. Come è stata la gara con il team azzurro?

“Il team azzurro era composto da: kg 66 Anton Cena ; kg 73 Franco Ghiringhelli; kg 81 Giampaolo Polenta e kg +90 Andrea Ricaldone. Personalmente stavo molto bene fisicamente, dopo la gara individuale, la domenica seguente abbiamo fatto anche la gara a squadre, con una rappresentanza italiana molto esperta. La gara a squadre con 5 categorie di peso è stata anch’essa molto emozionate e coinvolgente, dove la squadra si è stretta in se stessa, sapendo che l’unione fa la forza. Nella prima fase abbiamo passato il turno, e siamo entrati negli ottavi di finale. Primo scontro contro l’Ucrania vinto a 5 a 0.  Subito dopo la semifinale contro la Germania, vinto per 4 a 1. Tale risultato ci ha permesso di andare in finale contro la Spagna, padroni di casa. Li abbiamo perso la finalissima per 5 a 3 conquistando un argento.  Personalmente ho vinto tutti gli scontri diretti nella fase a squadre, nonché contro lo spagnolo Correa Abel Rafael”.

Quali sono le differenze tra una gara singola e una a squadre ? 

“Nella fase individuale, sei solo con te stesso, al tuo fianco ce solamente il tuo coach, che ti guida ti sostiene. Nella fase a squadre le anime si fondano in cinque categorie di peso, cinque atleti tutti dipendono da tutti, l’unione fa la forza, nonostante anche lì è presente il coach che ti segue durante il combattimento sapendo che un errore di uno, ne paga le conseguenze l’intera squadra per il risultato complessivo. Personalmente amo la gara a squadre, mi fa sentire italiano, che rappresenta una squadra azzurra”.

Qual è la differenza secondo te tra le categorie senior dei professionisti e quelle dedicate ai master ? Tu le hai calcate entrambe. Come mai hai deciso di proseguire la carriera oltre l’età consentita ?

“Partendo dalla organizzazione, un Europeo Master è identico ad un Europeo Senior, dopotutto è la stessa federazione europea ad organizzare tali eventi internazionali.  Relativo alle categorie, ovvio che la differenza si accentua, sotto il profilo di rendimento fisico e tecnico, in base alla età dell’atleta master. Le categorie sono divise in fasce d’età, essendo stato anche io senior, dove praticavo judo nel Gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre del corpo di Polizia Penitenziaria,  posso dire che chi ha avuto la fortuna di continuare nel praticare il judo, riesce ad esprimersi ottimamente in questi appuntamenti internazionali, perché  al contrario che si possa pensare, a livello internazionale, ci sono atleti master di lunga esperienza dove spesso hanno gareggiato nelle nazionali del proprio paese da cadetti e senior, quindi,  la condizioni fisiche diventano indispensabili per affrontare gli  incontri come ho fatto in questo campionato europeo. In Italia non è consentito gareggiare nei Campionati Europei e Mondiali, se non hai fatto gare nazionali master. Infatti noi atleti master senza l’iscrizione da parte della Fijlkam, non possiamo partecipare. Ho deciso di proseguire con il mio judo, dopo l’uscita da senior nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre, principalmente perche amo il judo, la lotta in genere e le sfide mi divertono. L’ambiente master nelle arti marziali mi affascina, purtroppo oggi esiste una crisi giovanile nello sport in genere, noi certamente siamo un traino per questa nuova generazione di giovani, dove la voglia di andare in palestra in maniera costante è sempre più rara. Inoltre vivere lo sport da master, significa essere più consapevoli e maturi. Compresi i sacrifici enormi sia dal punto di vista della famiglia del proprio lavoro che a livello economico. Ecco che, quando arriva una medaglia del genere, chi percepisce una sensibilità nel capire questo, capisce le emozioni di un atleta master per tutto quanto c’e dietro ad una vittoria in campo internazionale”.

Ci sono delle lacune o punti di forza nel tuo movimento master ? Quali sono secondo te ?

“I punti di forza nel movimento master sono diversi. Tra di essi esiste la consapevolezza dello spirito di gruppo che appartiene ad ognuno di noi. Il desiderio di ritrovarci ad ogni angolo della terra, come italiani, ci vedono come un perno di forza rappresentando la nostra nazione, ma anche per la nostra cultura che rappresentiamo. Un altro punto di forza è l’amicizia che rafforza e racchiude tantissime storie immense, vincere una medaglia e vedere gli amici emozionarsi è un valore immenso”.

Il judo è un’arte marziale. Quindi uno stile di vita. Cosa ti da personalmente? Perché lo pratichi?

“Il judo è uno stile di vita, è una disciplina olimpica, che ti insegna a rispettare il prossimo, ad accettare le regole della vita, a stare in gruppo socializzando rispettando le amicizie. Praticare il judo significa portare il judo con te, nel tuo stile di vita di ogni giorno, ha i suoi vantaggi se lo vivi dentro di te, in maniera costante allenandoti,  al di là delle competizioni agonistiche. E’ un modo di pensare, uno stile di pensiero che ci rende più riflessivi e rispettosi del prossimo della famiglia agli amici”.

Oltre il judo pratichi altri sport? Perché ?

“Si, sono amante della lotta in generale, nel tempo mi sono appassionato anche nella lotta a terra, dove il judo ne fa parte, ma a causa delle regole molto rigide nella fase a terra, mi sono avvicinato al mondo del  brazilian Jiu jitsu, che al contrario la lotta si sviluppava molto di più nella fase da terra dove si vince o per somma di punti oppure per finalizzazione. Grazie al mio maestro brasiliano di Sau Paulo, (Brasile),  Marco Antonio Barbosa, ho iniziato ad allenarmi specializzandomi nella lotta a terra, tramite il jiu jitsu brasiliano, frequentando per molti anni il Brasile. Da li la mia prima gara dopo il mio primo mese di allenamenti durissimi, da cintura blu, conquistai nel 2011 L’oro all’Open nel Campionato del Mondo e un bronzo per categoria nel mio peso. L’esperienza acquisita nella lotta con il jiu jitsu brasiliano, mi ha permesso di esplorare a 360° la tecnica scientifica della lotta a terra, studiandone i suoi contenuti come mai avevo fatto in passato. Tutto questo mi ha permesso di intraprendere anche l’insegnamento del brazilian Jiu jitsu, sono cintura nera del gruppo Barbosajj, nella palestra della Golden Dragon Gym, di Dragona,  con i miei allievi ragazzi e adulti. Con loro esiste un rapporto estremamente rispettoso, amichevole, un clima meraviglioso, tipicamente brasiliano. Le mie lezioni avvengono con una musica di sottofondo, che aiutano a far parte mentalmente dell’ambiente, la forza e la nostra famiglia del Team Stefano Pressello, abbiamo un  grande desiderio di farci conoscere nel territorio del X municipio,  come una realtà crescente, dove l’amicizia e la fratellanza sono valori immensi che pratichiamo ogni giorno, grazie ai miei allievi. A settembre riprenderemo ufficialmente  le lezioni di bjj, presso la Golden Dragon Gym di  Dragona, ci aspettiamo nuovi iscritti con ragazzi di buona volontà con questa famiglia sportiva in crescita”.

Quante medaglie hai vinto in carriera ? Qual è l’alloro più bello che ti ricordi?

“Le medaglie importanti sono state quelle vinte in campo europeo e mondiale tra il judo e il brazilian Jiu Jitsu. Nel judo: tra il 2005 e il 2019 ai Campionati Europei, ho conquistato un bronzo, due argenti e un oro. Mentre ai Campionati Mondiali organizzati dalla IJF, ho conquistato  3 bronzi. Nel settore del brazilian Jiu Jitsu, sono stato  4 volte campione europeo in diverse gradi di cintura, un argento e un bronzo. Quest’anno nel mese di giugno ho conquistato al Master Internazional Jiu Jitsu Championship Europe 2019 di Barcellona, un oro nella categoria di peso e un argento nella fase open da cintura nera”.

C’è un’emozione in particolare che ti porti dentro nel mondo dello sport?

“Si questo podio colorato di oro conquistato nelle Gran Canarie, lacrime di gioia, di riscatto, come uomo e come sportivo, l’inno nazionale mentre il pubblico cantava, tutto cosi perfetto..”.

Quali sono gli insegnamenti del judo ? Tu insegni ? Dove e perché ? Cosa ti da l’essere maestro di arti marziali ? Su cosa concentri i tuoi insegnamenti?

“Le arti marziali ti insegnano tanto, a me, cominciando dal judo, mi ha reso più equilibrato, determinato e forte, pratico il judo da quando avevo 6 anni, mi ha insegnato a non mollare mai, anche se, ci sono stati momenti della mia vita in cui avevo perso il desiderio di proseguire per questa mia carriera sportiva, proprio per le vicissitudini della vita stessa che ti pongono di fronte a sfide dure e difficili. Insegno ai bambini  da oltre 25 anni, amo i bambini, i miei allievi della Golden Dragon Gym di Dragona e di Fiumicino, essere un insegnante  è stato e sarà la vera forza e ragione per non mollare mai. Con i miei adorabili piccoli judoka, attraverso loro, apprendo il mio judo, imparo a lavorare sempre con professionalità e competenza, usando questa disciplina sportiva come mezzo per educare i giovani per la loro formazione psicomotoria, iniziando a lavorare nel nostro Dojo, sul tatami, attraverso di esso, si creano legami importanti tra me e i miei piccoli samurai, un rapporto costruito sul rispetto amicizia e disciplina. A settembre riprendiamo le lezioni per bambini e ragazzi, non vedo l’ora di ricominciare con nuove sfide con i miei allievi”.

Tra poche ore partirai per Las Vegas. E’ il tuo primo Mondiale di brazilian jiu jitsu ?

“Si, sono in partenza per questo  World Master IBJJF Jiu –Jitsu Champonships a Las Vegas, le lotte saranno  molto difficili, confrontarsi con molti brasiliani e americani presenti è sempre una ottima opportunità di crescita, le sfide mi piacciono e  in quella arena del Convetion  Center è una vetrina incredibile. Lo scorso anno ho partecipato, non ero mentalmente sereno, per motivi famigliari, e quindi ho inevitabilmente condizionato l’intera gara perdendo per un vantaggio a favore del mio avversario. Spero di far bene, lotta dopo lotta, la categoria è numerosissima, speriamo bene”.

Sei di Ostia ? La rappresenti nel mondo. Cosa ti ispira questa appartenenza di un territorio in riva al mare e con tanti sportivi importanti in esso ?

“Si, dal 1996 abito in Ostia lido, sono orgoglioso della mia città, del mio quartiere, un litorale magnifico che offre ottime possibilità di praticare sport a 360°, ci sono molti campioni di sport del presente e del passato su questo territorio, un onore abitarci, viverci con il mare presente, direi una ispirazione per la mia anima da dove prendo energia pura”.

(Il Faro on line)