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Monica Boggioni: “Dare il meglio in gara è una sorta di magia”

22 agosto 2019 | 06:05
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Monica Boggioni: “Dare il meglio in gara è una sorta di magia”
Monica Boggioni: “Dare il meglio in gara è una sorta di magia”
Monica Boggioni: “Dare il meglio in gara è una sorta di magia”
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Monica Boggioni: “Dare il meglio in gara è una sorta di magia”
Monica Boggioni: “Dare il meglio in gara è una sorta di magia”

Prosegue il viaggio de Il Faro on line nel mondo del nuoto paralimpico che si prepara per i Mondiali di Londra. La pluricampionessa iridata descrive le sue aspettative. La diversabilità è un valore. E il sogno sono le Paralimpiadi

Ostia – Miss Sorriso parla del suo nuoto del cuore. Appunto. Con il sorriso in volto. Come canta e cita la canzone dei Modà. E a bordo piscina sulla sua sicura sedia a rotelle, Monica Boggioni descrive un amore per lo sport, nato da bambina. La pluricampionessa mondiale del mondo paralimpico del nuoto si racconta.

Alla vigilia di Ferragosto, al Polo Natatorio di Ostia Lido, in ritiro con la Nazionale Italiana, destinazione Mondiali di Londra, la Boggioni campionessa azzurra parla di “diversabilità”. Una parola nuova che va a marcare le caratteristiche di quelle persone che con una disabilità fisica dimostrano che niente è impossibile. Perché vanno a prendere il meglio del loro corpo. E Monica lo fa sempre in gara. In modo determinato. Perché si è una dolce ragazza di appena compiuti 21 anni, ma in acqua tutto cambia per lei. Diventa una macchina conquista medaglie.

E le sue medaglie vinte lo dimostrano. Fa parte della schiera degli eroi paralimpici. Di quei campioni che insegnano. Perché atleti. Con la loro diversabilità. Lo sottolinea spesso con le sue parole. L’atleta dell’AICS Pavia Nuoto è affetta da diplegia spastica agli arti inferiori. Ma Miss Sorriso del nuoto italiano non si è ovviamente fermata. Sono stai i medici a consigliare lo sport ai suoi genitori e in acqua Monica ha trovato il suo mondo ideale. Dove felicissima vince e convince. E quell’adrenalina che prova in acqua, direzione ultima piastra e medaglia, va a provocare quel battito in più nel cuore. Un valore aggiunto. Qualcosa che mai può mancare dalla sua vita sportiva: “E’ una sorta di forza che senti – dice a Il Faro on line – alla fine riesci sempre a superare un tuo limite”.

E’ una prerogativa dello sport farlo. Una sfida quotidiana con se stessi. E nel mondo paralimpico il limite è un muro che spesso viene abbattuto. E vincere per Monica non vuol dire salire sul podio ma superare se stessi: “Vincere con se stessi – sottolinea – essere consapevoli di dare sempre il massimo”. Un grande valore questo. La motivazione è importante allora. Comune a tutti gli atleti, come lei stessa dice ammette. E un’arma in più per lei in vasca. L’arma vincente per prendersi le medaglie. Tantissime. Sei allori iridati e sette medaglie europee. Ai Mondiali di Messico, i suoi primi campionati internazionali iridati, eccola salire sul podio. In cima al mondo Monica. Ha vinto nei 100 stile libero con un tempo da record, quello dei campionati. 1’26″23. Ma non solo. Nei 50 stile è lei la migliore al mondo. Firmando un altro primato importante. Con l’oro al collo e con il tempo di 38″79. E come lei stessa dichiara è proprio quella la gara che maggiormente ricorda. Quella dei 150 misti. E quanti dubbi al tocco della piastra: “Chi ha vinto ?”. Lei e l’avversaria cinese a chiederselo. Il tabellone spento la causa: “Chi è arrivata prima ?”. E il boato dei tifosi italiani ha donato a Monica la gioia più grande nello sport. E quell’urlo dagli spalti, di amici, tifosi, compagni di squadra e famiglia, hanno accresciuto quell’adrenalina che la Boggioni adora in gara. Senza di essa non può gareggiare. E il primato mondiale presosi pure nei 150 misti è il risultato di quel talento e fama agonistica che la campionessa azzurra si porta dietro con fierezza. Nella stessa competizione mondiale altre due medaglie per lei. Un argento nei 50 dorso con 48”86 di assoluto primato continentale e poi altri due secondi posti. Nei 50 metri rana e in staffetta mista dei 4×50, insieme a Giulia Ghiretti, Efrem Morelli e Antonio Fantin.

Tanti i record italiani collezionati. Nei 50 e 100 stile libero. Nei 200 misti e nei 50 dorso. Alle World Series a Berlino conquista il nuovo record italiano assoluto nei 200 stile libero e migliora quello nei 200 misti e mei 50 stile. Regina anche in Europa Miss Sorriso. Si prende un oro nei 200 misti con record italiano nuovo nuovo. Conquista ben 4 argenti. Nei 200 e 100 stile libero con record italiano, nei 50 dorso e nella staffetta mista mista dei 4×50. Agli Europei di Dublino arriva anche terza, per completare i colori del podio tricolore. Nei 50 dorso con primato italiano e nei 100 rana. Uno scricciolo dolcissimo Monica che ama prendersi quello che si merita. La trasforma la piscina e la rende unica con la sua diversabilità sempre mostrata con orgoglio: “E’ solo una diversa vita – dice con convinzione – e siamo solo atleti con la loro disabilità”. Niente più. E i limiti si abbattono in vasca. Per Monica e i suoi compagni di Nazionale che puntano alle Paralimpiadi, passando per i Mondiali. Raccontano di una splendida piscina a Londra. E Monica non l’ha mai vista. E’ entrata nel circuito internazionale azzurro solo nel 2017 e quando nel 2012 c’erano le Paralimpiadi più belle della storia, lei le guardava in tv. Da adolescente. E’ emozionata allora. E non sta nella pelle: “Gareggiare nell’impianto dove hanno fatto le Olimpiadi e le Paralimpiadi sarà un valore aggiunto. Parlano tutti di una splendida piscina. Non vedo l’ora di andarci”. Si svolgeranno lì i suoi secondi Mondiali della carriera. E il suo sorriso in volto già vive quell’emozione nel cuore: “Sognavo di arrivare in Nazionale e poi senti la responsabilità di rappresentare il tuo Paese al meglio”. E già lo fa Monica nei suoi allenamenti quotidiani. E’ stato così ad Ostia, fino al 16 agosto scorso. Come prosegue per lei allo Sporting Lodi, a pochi chilometri da Pavia. E’ stato un progetto importante a farla entrare nel nuoto. Grazie all’idea di Davide Bellingeri. E insieme a Giulia, figlia dell’ideatore di questa innovativa iniziativa (Nuota con Noi), Monica ha da sempre praticato il nuoto agonistico, come fa adesso, con la sua amica del cuore. La sua deplagia spastica la stimola a dare il meglio, senza arrendersi mai. E mentalmente il mondo del nuoto è fondamentale per crescere e reagire. Eclettica in vasca con i suoi stile libero, dorso e rana, Monica sorride al sole e si prepara per questi prossimi Mondiali sognando le Paralimpiadi di Tokyo 2020: “Voglio sicuramente fare bene. Dare il massimo. Divertirmi e godermi l’esperienza”. Anche in Messico fu così e il suo palmares si è arricchito. E se la storia si ripeterà allora Monica potrà arricchire la sua bacheca, di ricordi, di medaglie e di record. E di divertimento. Sempre con il suo sorriso. Perché Miss Sorriso del nuoto ci crede nei sogni. Da sempre.

Cara Monica, tu fai i 100, 200 e 50 stile. I 200 misti, i 50 dorso e i 100 rana.Cosa significa per te dedicarti a queste tante specialità tutte insieme ?

“Sicuramente è un impegno. Soprattutto durante la settimana delle gare. Vuole dire averle tutti i giorni. Essere concentrati sempre. Anche durante l’allenamento si varia molto. Si cambiano le distanze e gli stili su cui prepararsi. Questo può essere uno stimolo sotto tanti punti di vista. In gara è bello perché hai sempre adrenalina, da cui non riesci a staccarti. Ti prepari tutto l’anno per quell’evento quindi hai anche più possibilità di fare podio e a me piace”.

L’adrenalina in vasca. Ti piace Monica provarla in gara ? Una scarica di energia non indifferente..

“E’ qualcosa di cui io non posso fare a meno. Per quello faccio agonismo. E’ bello provare adrenalina ogni giorno. Anche durante l’allenamento. Mi tiene sempre viva e concentrata. E’ una sorta di forza che senti. Alla fine riesci sempre a superare un tuo limite del giorno prima. Paradossalmente anche con una disabilità e quindi è qualcosa di veramente forte. Alla fine riesci a trarre il meglio da quello che hai. Capisci che in fondo è davvero solo una diversa vita. Non è un’abilità ma una “diversabilità” che hai”.

Come mai pratichi il nuoto ?

“Sinceramente ho iniziato nuoto per motivi terapeutici. Sono nata con una diplegia spastica agli arti inferiori. Quindi da subito e dai due anni i medici hanno consigliato ai miei genitori, di fare nuoto. Perché mi aiutava. In assenza di gravità. Ho iniziato a fare i corsi con la Asl. A 5 anni ho fatto il mio primo intervento chirurgico. Dopodiché ho fatto corsi di perfezionamento, con i ragazzi normodotati. E mi piaceva già fare agonismo, per questo motivo di adrenalina. A Pavia dove abito io non conoscevo nessuna realtà che lo permettesse. Questa possibilità mi si è presentata a fine 2013 quando sono venuta a conoscenza del Progetto Nuota con Noi. Creato da Davide Bellingeri. Nella mia società ACS Pavia Nuoto che punta a creare una squadra di atleti. Con disabilità fisica e visiva nella mia provincia. E l’ho saputo perché nella stessa mia piscina nuotava Giulia la figlia di Davide. Tuttora mia amica e compagna di squadra. Anche lei con una disabilità. Questo progetto è stato creato appunto per dare la possibilità alla figlia di nuotare, perché nuotando in una squadra di normodotati si perdeva la voglia per noi. Un conto è fare sport e un conto è fare agonismo. E bisogna essere alla pari. Quindi appunto abbiamo iniziato io e lei. Siamo in otto, ci alleniamo a Pavia e allo Sporting Lodi. E’ cresciuto molto il progetto. E’ cominciata così la mia avventura ed è anche grazie a loro se sono entrata in Nazionale. E sono venuta a conoscenza anche della Finp e di questo mondo”.

Come ti trovi in questo mondo paralimpico del nuoto ?  Con i tuoi compagni condividi gare e quotidianità. Cosa ne pensi ?

“A livello della mia società, è bello essere in gruppo. Ognuno con la sua diversabilità. Ed è bello anche in Nazionale. Essa è un traguardo da quando sei piccola e guardi in tv e sogni, poi quando ci arrivi è una responsabilità indossare i colori dell’Italia che è il tuo Paese. Sei chiamata a rappresentarlo al meglio. Far parte della Finp è bello perché quando ci sei dentro capisci che è puro agonismo. Non bisogna vedere la disabilità dell’atleta, ma semplicemente un atleta che ha una disabilità. Il bello è che si riesce a trarre il meglio dal corpo di ognuno. Si trovano gli adattamenti migliori per trovare l’efficacia migliore del gesto atletico. E’ una sorta di magia”.

Ci sono dei bravi tecnici che vi seguono per questo..

“E’ un valore aggiunto anche questo. Infatti anche con il mio allenatore Guy Soffiantini. Mi sto trovando molto bene. L’ho conosciuto cinque anni fa e ho cominciato questo percorso. Lui viene dal mondo della Fin. E approcciarsi al mondo Finp, vuole dire anche avere quell’occhio in più che ti aiuta e ti porta ad avere quel movimento tecnico, che va a sopperire quello che non riesci a fare in acqua. Si parla appunto di diversabilità. Tu hai una parte del corpo che non riesci ad usare e quindi devi sfruttare al meglio quello che hai”.

Tra pochi giorni si svolgerà il Mondiale. Come ti stai preparando ?

“Voglio sicuramente fare bene. Dare il massimo. Divertirmi e godermi l’esperienza. Quello sicuro. Perché senza divertimento non è bello. E poi a Londra sarà emozionante. Gareggiare nell’impianto dove hanno fatto le Olimpiadi e le Paralimpiadi sarà un valore aggiunto. Parlano tutti di una splendida piscina. Non vedo l’ora di andarci”.

La piscina di Londra 2012 sarà un portafortuna per le prossime Paralimpiadi allora..

“L’obiettivo dell’anno sono i Mondiali e poi c’è il sogno di Tokyo 2020..vedremo. Mi devo ancora qualificare. C’è tutto quest’anno. Servono il pass e tempi di qualifica. Speriamo bene”.

Che cosa metti di te stessa in acqua ? Quali sono le tue caratteristiche principali ?

“Quello che mi contraddistingue è un atteggiamento determinato. Come tutti gli altri atleti. La voglia di non arrendermi mai. Non mi piace dire che non riesco a fare una cosa. Ci provo fino a quando riesco a farla al meglio. Non voglio mollare. Voglio sempre dare il massimo. L’importante alla fine non è partecipare secondo me, ma vincere. Non intendo comunque andare là e mettermi una medaglia al collo, nessuno ce l’ha questa certezza. Ma vincere con se stessi. Essere consapevoli di dare sempre il massimo”.

I tuoi successi più importanti quali sono stati ? E quale ricordi con maggiore emozione ?

“Sono entrata in Nazionale nel 2017. Ho vinto la prima tappa di Coppa del Mondo a Berlino. Poi sono andata in Messico ai Mondiali, dove ho vinto tre ori e tre argenti. Ho tre record del mondo e tre primati europei. L’anno scorso a Dublino ho conquistato un oro, 4 argenti e 2 bronzi. La gara più bella per me è stata quella dei 150 misti in Messico. Ho gareggiato alla pari e fino alla fine con la mia avversaria cinese e alla fine ho vinto per pochissimi centesimi”.

Eravate appaiate allora..

“Si. Solo che al momento del  tocco della piastra, il tabellone si era spento..quindi c’è stato un attimo di sospense. Nessuna riusciva a capire chi avesse vinto..non l’avevo capito io e neanche lei.. alla fine, quando sono andata al di là della vasca, ho sentito il boato dei tifosi italiani e quindi ho capito che avevo vinto, con il record del mondo e quindi quella è un’emozione che non dimenticherò mai”.

150 misti è una distanza nuova e particolare..

“Si. Essendo in una categoria bassa, ho gareggiato nel 2017 da S4, quindi nei misti gareggi senza delfino. Mentre nel 2018 sono cambiati alcuni criteri delle classificazioni e sono stata inserita nella S5. Sono nata con una diplegia spastica agli arti inferiori e avevo problemi soltanto alle gambe. Invece poi ho iniziato ad avere problemi anche alle braccia e mi hanno diagnosticato una distonia con complicanze emioclomiche. Quindi la mia patologia è peggiorata. Ma ho sempre continuato”.

Lo sport Monica ti aiuta a curare e convivere con la tua disabilità..

“Assolutamente si. Aiuta. Soprattutto dal punto di vista mentale”.