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Ospedali Riuniti Anzio e Nettuno, barricate contro la chiusura di Pediatria

Dai Sindaci ai Consiglieri regionali è battaglia contro la chiusura del reparto pediatrico.

Anzio e Nettuno – Sembrerebbe essere ormai imminente la chiusura definitiva del reparto di pediatria presso l’Ospedale di Anzio e Nettuno, una brutta notizia per gli abitanti dei questi due comuni che vedrebbero traslocati i relativi servizi verso i Castelli o Latina.

A dare battaglia contro la chiusura del reparto che ha visto nel tempo un vistoso calo delle nascita – da 750 l’anno di 4 anni fa alle 300 circa di quest’anno – sono scesi in campo i sindaci di Anzio Candido De Angelis e Nettuno Alessandro Coppola, da giorni impegnati in un confronto con il Direttore generale della Asl Narciso Mostarda per scongiurare la chiusura del reparto.

“Il problema, che stiamo affrontando con intensità da questa estate – spiegano i Primi cittadini – nasce non dalla volontà di chiudere il servizio, ma dalla difficoltà estrema a reperire personale medico qualificato per il settore pediatrico.

Il Direttore Mostarda, che sta offrendo la massima collaborazione, oggi si recherà presso l’ospedale Bambin Gesù per chiedere la disponibilità di medici pediatri pronti a lavorare nella struttura ospedaliera dei comuni di Anzio e Nettuno.

Le difficoltà di questa situazione non ci sfuggono e al contempo, certi della massima collaborazione dei vertici della Asl, siamo convinti in maniera assoluta che la chiusura del reparto di Pediatria non sia una via percorribile ed è un fatto a cui non assisteremo. I cittadini verranno prontamente informati degli esiti del confronto con la Asl, che siamo certi nel breve ci darà notizie positive per rassicurare i cittadini di Anzio e Nettuno sul proseguimento del servizio”.

Corrotti (Lega): “Chiusura reparto pediatrico Ospedale Anzio-Nettuno atto preoccupante”

“La notizia della chiusura del servizio pediatria presso gli Ospedali Riuniti di Anzio-Nettuno e di conseguenza del punto nascite, rappresenta un atto gravissimo contro il diritto alla salute di un bacino di utenti da 100mila persone, con oltre 50mila famiglie con bambini che durante l’estate raddoppia le presenze” – così in una nota Laura Corrotti, consigliere Lega Regione Lazio.

“L’eventuale spostamento dei reparti di Ostetricia, oltre a quello di Pediatria, degli Ospedali Riuniti di Anzio e Nettuno a Velletri rischia di peggiorare ancor di più l’offerta sanitaria locale e aggravare il carico di lavoro del Goretti di Latina.

Ancora una volta, la sanità laziale vive in una situazione di paradosso continuo: gli annunci di intervento e potenziamento rimangono solo su carta ed i servizi della struttura ospedaliera sono al limite con poco personale, pochi posti letto e macchinari essenziali quasi sempre guasti.
Parole al vento quelle della Regione Lazio che solo pochi giorni fa aveva rassicurato i residenti con una nota ufficiale.”

Palozzi e Ciacciarelli: “Chiediamo al presidente Zingaretti e all’assessore D’Amato uno sforzo ulteriore per la risoluzione positiva della situazione”

“Vogliamo esprimere la nostra assoluta contrarietà alla chiusura dei reparti di pediatria e ostetricia presso l’ospedale Riuniti di Anzio/Nettuno. Un’ipotesi tragica, dissennata, che sta preoccupando e non poco comunità e politica locale. Leggiamo con sconcerto, inoltre, che la causa principale risiederebbe nella difficoltà di trovare personale medico qualificato per il comparto pediatrico. Chiediamo, dunque, al presidente Zingaretti e all’assessore D’Amato uno sforzo ulteriore per la risoluzione positiva di una situazione che, al contrario, andrebbe a ridurre ancora di più l’offerta dei servizi in un territorio già messo pesantemente in ginocchio dalla desertificazione sanitaria. Serve una risposta immediata e concreta da parte della Regione Lazio, chiusasi in un imbarazzante silenzio istituzionale, altrimenti sarà nostra cura depositare una interrogazione urgente su questa delicata vicenda”.

Così, in una nota, i consiglieri regionali del Lazio ed esponenti di “Cambiamo!/ Laboratorio Lazio per il Cambiamento”, Adriano Palozzi e Pasquale Ciacciarelli.