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Papa Francesco: “Dio salva con l’amore, non con la forza”

Il Pontefice: "Con la confessione Dio cancella il male, ci fa nuovi dentro e così fa rinascere in noi la gioia. Con Dio nessun peccato ha l’ultima parola"

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano - Il rischio dei battezzati è "credere in un dio più rigoroso che misericordioso, un dio che sconfigge il male con la potenza piuttosto che col perdono. No, Dio salva con l’amore, non con la forza; proponendosi, non imponendosi".

Lo sottolinea Papa Francesco, commentando così, durante l'Angelus domenicale, il brano evangelico odierno. Affacciandosi su un'assolata piazza San Pietro, gremita di fedeli provenienti da ogni parte del mondo, il Pontefice ricorda il "meraviglioso annuncio" di Gesù, che "accoglie i peccatori e mangia con loro".

È quello che accade a noi, in ogni Messa, in ogni chiesa: Gesù è contento di accoglierci alla sua mensa, dove offre sé stesso per noi. È la frase che potremmo scrivere sulle porte delle nostre chiese: "Qui Gesù accoglie i peccatori e li invita alla sua mensa".

Un atteggiamento per il quale Cristo viene aspramente criticato. Critiche alle quali Gesù risponde con tre parabole "stupende, che mostrano la sua predilezione per coloro che si sentono lontani da Lui".

Il Papa fa riferimento alle parabole della pecorella smarrita, della moneta perduta e del figliol prodigo. Storie che dimostrano come "Dio ci aspetta, non si stanca, non si perde d’animo. Perché siamo noi, ciascuno di noi quel figlio riabbracciato, quella moneta ritrovata, quella pecora accarezzata e rimessa in spalla. Egli attende ogni giorno che ci accorgiamo del suo amore".

Non avere paura: Dio ti ama e sa che solo il suo amore può cambiare la tua vita.

E sottolinea: "Ma questo amore infinito di Dio per noi peccatori, che è il cuore del Vangelo, può essere rifiutato. È quello che fa il figlio maggiore della parabola", che "ha in mente più un padrone che un padre".

Un rischio che corriamo anche noi: "credere in un dio più rigoroso che misericordioso, un dio che sconfigge il male con la potenza piuttosto che col perdono. No, Dio salva con l’amore, non con la forza; proponendosi, non imponendosi".

Eppure, "il figlio maggiore, che non accetta la misericordia del padre, compie uno sbaglio peggiore: si presume giusto e giudica tutto in base alla sua giustizia. Non lo chiama mio fratello, ma tuo figlio. Anche noi sbagliamo quando ci crediamo giusti, quando pensiamo che i cattivi siano gli altri. Non crediamoci buoni, perché da soli, senza l’aiuto di Dio che è buono, non sappiamo vincere il male".

Poi, a braccio, aggiunge: "Oggi prendiamo il Vangelo e leggiamo Luca capitolo 15. Ci farà tanto bene. Sarà molto salutare per noi".

"Come si fa a sconfiggere il male?", si domanda il Pontefice. La risposta: "Accogliendo il perdono di Dio. Succede ogni volta che andiamo a confessarci: lì riceviamo l’amore del Padre che vince il nostro peccato: non c’è più, Dio lo dimentica".

"Non come noi, che dopo aver detto 'non fa nulla', alla prima occasione ci ricordiamo con gli interessi dei torti subiti - fa notare Papa Bergoglio -. No, Dio cancella il male, ci fa nuovi dentro e così fa rinascere in noi la gioia. Coraggio, con Dio nessun peccato ha l’ultima parola".

Dopo la benedizione, il pensiero del Pontefice va all'est Europa. Ricorda come la scorsa settimana è stato realizzato il lungamente atteso scambio di prigionieri tra la Federazione Russa e l’Ucraina. "Mi rallegro per le persone liberate - dice il Papa -, le quali hanno potuto riabbracciare i propri cari, e continuo a pregare per una rapida fine del conflitto e per la pace duratura in Ucraina orientale".

Infine, il tradizionale saluto: "A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!".

(Il Faro online)