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Fondi film festival, torna la sezione “Cinema &/è Scuola”

18 settembre 2019 | 15:00
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Fondi film festival, torna la sezione “Cinema &/è Scuola”

Protagonista della serata del “Fondi film festival” sarà la regista Emanuela Gasbarroni.

Fondi – Anche la 18esima edizione del “FONDIfilmFESTIVAL” ospita la sezione “Cinema &/è Scuola”, pensata per avvicinare le giovani generazioni a una fruizione consapevole del linguaggio della Settima Arte. Come lo scorso anno, saranno proposti un film del Neorealismo e uno della Commedia all’italiana, a rimarcare l’ideale continuità tra i due filoni, che potrà trovare idoneo approfondimento proprio a Fondi nell’ambito delle attività del costituendo Museo del Neorealismo, di cui si auspica l’inizio dei lavori.

Le pellicole di quest’anno, che nel corso di alcune mattinate vengono introdotte e proiettate agli studenti degli Istituti Superiori di Fondi e dell’Istituto Professionale Agro-Ambientale di Itri, sono “Riso amaro” (1949) di Giuseppe De Santis – nell’anniversario dei 70 anni dall’uscita nelle sale – e “I soliti ignoti” (1958) di Mario Monicelli.

Le proiezioni pomeridiane sono dedicate alla retrospettiva su Michele Placido: sono in programma alle ore 17.00 “Romanzo popolare” (1974) di Mario Monicelli e alle 19.00 “Il cecchino” (2012) diretto dallo stesso Placido.

Protagonista della serata sarà la regista Emanuela Gasbarroni, della quale nell’ambito della sezione Paesaggio Audiovisivo Pontino” sarà proposto – a seguito dell’incontro – il documentario candidato al Globo d’Oro “Fuga per la libertà” (2018), che ha il pregio di focalizzare l’attenzione per la prima volta sul Centro di accoglienza per rifugiati “Roberto Rossi Longhi” attivo a Latina dal 1957 al 1991. 

La regista si è chiesta dove fossero finite alcune delle circa 100.000 persone scappate dai paesi dell’Est e transitate da Latina prima di approdare in Canada, Australia e Stati Uniti, è andata a cercarle, ha ricostruito le loro vicende. Il suo film è un mosaico di storie, ma è anche una Storia dell’Europa degli ultimi sessant’anni. Ed è qualcosa di estremamente attuale: è una sensazione strana assistere alle vicende di un campo profughi così vicino a noi, oggi che nelle trasmissioni televisive ne vediamo tante di simili realtà, ma ci sembrano qualcosa di lontano. E che non ci riguarda.

(Il Faro on line)