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Consumo di suolo, Pietrosanti: “Fiumicino ancora sul podio della cementificazione”

20 settembre 2019 | 06:30
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Consumo di suolo, Pietrosanti: “Fiumicino ancora sul podio della cementificazione”

Il portavoce dei pentastellati commenta i rapporto Ispra 2019: “Serve subito una legge nazionale sul consumo di suolo”

Fiumicino – “E’ uscito da pochi giorni l’annuale Rapporto Ispra sul Consumo di Suolo, in cui viene misurata la superficie di suolo che è stata persa per fare posto al cemento. Già l’anno scorso il Comune di Fiumicino si trovava sul podio, essendo uno dei Comuni del Lazio con più ettari persi, oltre ad avere il primato di cementificazione sul litorale nord di Roma”.

E’ quanto dichiara il portavoce del Movimento 5 Stelle di Fiumicino, Ezio Pietrosanti, che in un lungo post sulla sua pagina Facebook, commenta così il rapporto annuale dell’Ispra sul consumo di suolo.

E aggiunge: “Quest’anno la storia non è cambiata, anzi è peggiorata. Siamo infatti al terzo posto nella Regione Lazio per ettari di suolo consumato, sotto soltanto a Roma e a Latina. Per darvi un’idea, Viterbo che ha una superficie che è il doppio rispetto alla nostra, ha consumato molto meno suolo”.

“Solo nel 2018 a Fiumicino sono stati coperti 1,78 ettari di cemento, quasi 3 campi da calcio per darvi un’idea. In totale arriviamo a quota 2964 ettari (4631 campi da calcio), che ci permettono di avere il terzo posto sulla classifica laziale”, prosegue il portavoce del M5S.

2964 ettari significa che il 14% del territorio comunale è coperto da cemento; e badate che questa percentuale è anche fortemente falsata al ribasso dal fatto che nel calcolo vengono contati anche tutti i grandi terreni agricoli del nord del Comune. Togliendo quelli arriveremmo a percentuali spaventose. Ancora più grave se tenete conto del fatto che tutto il Comune si trova all’interno di una Riserva Statale“, fa notare Pietrosanti.

Il portavoce del Movimento 5 Stelle punta poi il dito contro l’Amministrazione comunale: “Questo è un indicatore delle priorità della politica, che mette l’ambiente sempre all’ultimo posto a scapito dei grandi interessi del cemento. Non dobbiamo stupirci poi quando avvengono le alluvioni, e quando l’erosione avanza”.

“Più cemento significa temperature più alte in città, significa meno assorbimento dell’acqua da parte del suolo e significa meno stabilità del terreno, quindi più rischio idrogeologico – conclude Pietrosanti -. Ma sopratutto significa una città più grigia e meno verde, una rotta opposta a quella che il mondo dovrebbe percorrere oggi. Serve subito una legge nazionale sul consumo di suolo“.

(Il Faro online)