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Ripristino della stazione ferroviaria di Terracina, Legambiente chiede un’audizione urgente in Regione

29 settembre 2019 | 14:00
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Ripristino della stazione ferroviaria di Terracina, Legambiente chiede un’audizione urgente in Regione

Scacchi: “Chiederemo, nel corso dell’audizione quali siano le reali determinazioni della Regione, di RFI, di Trenitalia e del Ministero dei Trasporti per la stazione di Terracina.”

Terracina – “La questione del treno a Terracina tiene banco dal settembre 2012, cioè dal giorno dell’infausta caduta sui binari di quel masso che ha interrotto il percorso del trenino che per decenni ha collegato la nostra Città alla stazione di Priverno – Fossanova e a Roma.

Centinaia sono stati gli articoli e i servizi televisivi locali dedicati, in questi anni, al tema che, ogni tanto, ritorna alla ribalta della cronaca, ma ad oggi a quasi otto anni dalla interruzione, in concreto, al di la’ delle dichiarazioni di intenti e delle rassicurazioni dei politici e delle amministrazioni che hanno addirittura attribuito all’opera un carattere “ultraprioritario” già a partire dal 2014 – fanno sapere da Legambiente Terracina-,  risultano acclarati i seguenti fatti: un finanziamento di 4 milioni di euro per i lavori di messa in sicurezza di un tratto del Monte Cucca per il rischio idrogeologico (fondi regionali su piattaforma Rendis) come da PAI (Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Lazio) che assegna a quella zona il rischio Quattro (il rischio più elevato); la decisione del Comune di Terracina di fungere da stazione appaltante per i lavori di 4 milioni di euro di messa in sicurezza di un tratto del Monte Cucca, lavori normalmente di competenza regionale, la cui conferenza dei servizi (ovvio passaggio di prassi!) per avere il via libera da tutti gli enti, si è svolta presso il Comune di Terracina il 13 settembre scorso, a valle della predisposizione del documento tecnico propedeutico all’avvio della gara di appalto per i lavori. Decisione francamente “singolare” visto che la Regione possiede sicuramente molta più esperienza, competenza e risorse tecnico/gestionali per poter gestire lavori di questa complessità.”

E ancora: “una Delibera Cipe uscita qualche giorno prima delle elezioni politiche del marzo 2018 (gazzetta ufficiale n. 132 del 9-6-2018) che prevedeva un finanziamento di 6 milioni di euro per Interventi di ripristino della linea ferroviaria Priverno-Fossanova-Terracina, finanziamento che giace presso il Ministero dei Trasporti e sarebbe utile capire da subito se è ancora utilizzabile tenendo conto dei vincoli tecnici e temporali stringenti che pone il Ministero dei Trasporti (che è l’ente che di fatto eroga il finanziamento) sulla effettiva realizzabilità e sicurezza dell’opera; l’uscita di scena, non sappiamo per quali motivi, di un soggetto importante come Rete Ferroviaria Italiana (RFI) individuata ed ufficialmente incaricata dalla Regione Lazio, il 13 febbraio del 2015, come soggetto attuatore di un complesso e costoso “Progetto per la realizzazione delle opere in difesa della caduta massi della linea ferroviaria Priverno-Terracina” e la cui presenza avrebbe sicuramente dato maggiori garanzie di impegno per il ripristino della linea.”

Infine: “Un Piano della Mobilita’ Regionale che cita la tratta, ma non dice nulla a riguardo e non chiarisce affatto i termini (soprattutto tecnico-economici) di un suo eventuale ripristino.

Ciò detto – proseguono dal Circolo locale di Legambiente- , il tema continua da anni, ad essere al centro di strumentalizzazioni pre-elettorali giocate tutte sulla pelle dei pendolari e dei cittadini, alimentando l’ambiguità tra i lavori per la messa in sicurezza del Monte Cucca per la tutela di persone e case dal rischio vita e da danni gravi ed il ripristino della tratta ferroviaria.

Lo stesso ex Sindaco di Terracina affermava già un anno fa – mettendo prudentemente le mani avanti sulla questione – “L’area del monte Cucca è estremamente complessa. La frana del settembre 2012 non è stata l’unica nell’area. La riattivazione della ferrovia è un obiettivo strategico di questa amministrazione ma ciò deve avvenire secondo i principi di massima sicurezza e salvaguardia pubblica”.

Ed è proprio per questo che vogliamo provare a chiedere in Commissione e a fare definitiva chiarezza mettendo attorno ad un tavolo tutti gli attori che contano davvero per il ripristino (Regione Lazio, RFI, Trenitalia, Ministero) offrendo una nostra visione analitica del problema e pretendendo risposte ed impegni seri e certi anche su eventuali soluzioni alternative e meno problematiche – come una moderna metropolitana leggera in pianura -.

Per ora, l’unica realtà certa, dopo quasi otto lunghi anni, è che ci rimangono desolatamente una montagna sempre più pericolosamente dissestata, una ferrovia abbandonata e coperta da erbacce e rovi ed una stazione degradata, sporca e fatiscente, purtroppo ormai chiusa dal 2012 e diventata “fantasma” e che obbliga i pendolari e i turisti, che utilizzano i bus sostitutivi Trenitalia per i collegamenti con la stazione di Priverno-Fossanova, a condizioni di assoluto disagio, privi dei minimi servizi.

Partendo da questo scenario alquanto desolante, e dopo anni di analisi documentale, nei giorni scorsi il nostro Circolo attivo sul territorio di Terracina, nella persona di Anna Giannetti, in qualità di Presidente del Circolo locale, da sempre attivo sul tema dei trasporti locali, insieme a Roberto Scacchi, in qualità diPresidente di Legambiente Lazio e congiuntamente a Andrea Ricci, in qualità di Presidente Osservatorio Regionale Trasporti del Lazio, ha fatto richiesta di audizione con la massima urgenza a E. Patane’, Presidente della VI Commissione – Lavori pubblici, infrastrutture, mobilità, trasporti della Regione Lazio per poter avere contezza in merito alla concreta fattibilità tecnica e ai tempi del ripristino della Ferrovia Terracina-Priverno Fossanova e per comprendere se i complessi lavori previsti su fondi regionali per la mitigazione del rischio da dissesto idrogeologico del Monte Cucca consentano, una volta avviati e portati a termine, la completa sicurezza della tratta e quindi siano direttamente collegabili al ripristino del servizio ferroviario o siano solo un pezzo di un puzzle molto più intricato e sicuramente molto più costoso in termini di risorse economiche di cui ad oggi nessuno sembra conoscere realmente tutti i pezzi.

Saranno presenti all’audizione in Commissione: Anna Giannetti, presidente del Circolo Legambiente “Pisco montano” di Terracina, Roberto Scacchi, Presidente Legambiente Lazio, Gabriele Subiaco, vicepresidente e Responsabile Dipartimento Scientifico del Circolo di Terracina e Andrea Ricci, Presidente Osservatorio Regionale Trasporti del Lazio.

“Come associazione operante sul territorio e portatrice di un interesse diffuso, e come associazione impegnata nella costruzione di proposte e analisi come quelle contenute nel nostro rapporto annuale PENDOLARIA e attiva nell’Osservatorio Regionale Trasporti, chiederemo, nel corso dell’audizione, vista la situazione in essere, quali siano le reali determinazioni della Regione Lazio, di RFI, di Trenitalia e del Ministero dei Trasporti che si richiede siano presenti all’audizione, in merito alla reale volontà e alla effettiva possibilità di ripristino della tratta ferroviaria in oggetto e l’eventuale programmazione completa (risorse economiche, fonti di finanziamento, tempi operativi, responsabilità) di tutti gli interventi necessari, se questa è la decisione, per raggiungere l’obiettivo del ripristino del treno. Ciò al fine di fare definitiva chiarezza, sciogliere i dubbi e speriamo sgombrare definitivamente il campo da facili manipolazioni e strumentalizzazioni politiche che da anni alimentano la vicenda” ha dichiara Scacchi.

“Francamente siamo stanchi di sentire periodicamente, ad ogni anniversario della caduta del masso di Monte Cucca, lo stesso refrain sul treno, senza che nulla, poi, cambi nella realtà, come accade anche per la mobilità sostenibile nella nostra Città. Ed è per questo che abbiamo deciso come Associazione, dopo anni di analisi di documenti e piani, di fare definitiva chiarezza.

Evidentemente, a nessuno sfuggono le potenzialità elettorali di un tema come questo, ed è evidente l’interesse della Politica di tenere in piedi questa situazione.

Quello che sappiamo oggi è esattamente quello che sapevano tutte le persone informate già a marzo del 2018 in piena campagna elettorale, cioè, ci sono  4 milioni di euro per il dissesto idrogeologico di un tratto del Monte Cucca e forse (nella speranza che siano ancora utilizzabili), 6 milioni Cipe per il ripristino della tratta. Ma questo è sufficiente per dire che il treno tornerà a Terracina? No, non lo era a marzo 2018 e continua a non esserlo oggi purtroppo, e perché? Perché ancora ad oggi non esiste un Piano vero ed impegnativo sottoscritto da tutti i decisori importanti (RFI e Regione in primis) per riportare il treno a Terracina che dia contezza in modo chiaro e trasparente: 1) delle risorse economiche complessive necessarie, cioè tutto quello che serve per mettere in sicurezza l’intero fronte franoso (diversi chilometri)  di Monte Cucca  e di Monte Leano, per ripristinare la linea ferrata rielettrificandola, per ripristinare i relativi azionamenti, per garantire la sicurezza visti anche i numerosi passaggi a livello e per riqualificare la stazione di Terracina e le altre stazioni sulla tratta; 2) delle fonti di finanziamento, cioè, una volta fatta la valutazione dei costi complessivi, chi ci mette tutti i soldi che servono?; 3) dei tempi operativi di intervento e del relativo cronoprogramma completo; 4) dell’organizzazione e delle responsabilità operative tra i vari enti coinvolti a partire dal coordinamento del progetto.

C’è poi da porsi, in modo molto pragmatico, una domanda di fondo: ma vale la pena, ammesso che si trovino, spendere ipotizziamo decine di milioni di Euro per ripristinare una ferrovia sotto una montagna a rischio (perché anche con gli interventi di mitigazione il rischio purtroppo rimane) e sempre più pericolosa (visti i continui incendi e il diradamento della vegetazione a causa della siccità) o non è più ragionevole pensare ad una soluzione diversa e meno rischiosa, come del resto già ipotizzato dalla stessa Regione qualche anno fa?

Per questo, con la nostra azione di motivata richiesta di audizione a tutti gli Enti Decisori, vogliamo cercare di fare definitiva chiarezza, proponendo un approccio più razionale e trasparente, per evitare che si continui a “giocare” tristemente, e per chissà quanti altri anni, sulla pelle dei cittadini” conclude Subiaco.

(Il Faro on line)