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Tumori, una nuova strategia per mettere il freno al cancro dell’ovaio

29 settembre 2019 | 13:39
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Tumori, una nuova strategia per mettere il freno al cancro dell’ovaio

Nuova speranza per le pazienti, ma il farmaco non è ancora autorizzato; la richiesta sarà formalizzata entro la fine dell’anno.

Barcellona- E’ il settimo tumore più comune nelle donne, e il suo nome fa paura. Anche perché fino ad ora i progressi della ricerca nella lotta al carcinoma dell’ovaio erano stati molto lenti. Dal Congresso della Società europea di oncologia medica in corso a Barcellona arriva ora una speranza per queste pazienti.

In particolare – come racconta Adn Kronos – uno studio presentato a Barcellona e pubblicato in contemporanea sul ‘New England Journal of Medicine ‘ – dimostra che il trattamento con Niraparib (un Parp inibitore) ha ridotto del 38% il rischio di progressione della malattia o morte nelle pazienti rispetto
al placebo.

Cancro ovarico, il trattamento con Niraparib

Lo studio Prima, sottolinea GSK, è un trial di Fase 3 randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo su Niraparib come terapia di mantenimento in prima linea nelle donne con carcinoma ovarico che hanno risposto alla chemio a base di platino. In particolare, risultati ottenuti con il farmaco sono stati determinati da una riduzione clinicamente significativa del rischio di progressione nelle donne con tumori con mutazione del gene Brca (riduzione del rischio del 60%); in quelle con difetto di ricombinazione omologa (HR-deficient) Brca wild-type (riduzione del rischio del 50%); in pazienti con tumori senza difetto di ricombinazione omologa (HR-proficient) (riduzione del rischio del 32%).

Lo studio ha incluso anche pazienti ad alto rischio di progressione di malattia, per le quali le opzioni di trattamento erano davvero limitate. ”Le donne con questa devastante malattia – ha sottolineato Hal Barron, Chief Scientific Officer e President R&D GSK – hanno un tasso di sopravvivenza a cinque anni inferiore al 50%. ‘Prima’ è uno studio di riferimento, poichè riteniamo che questi dati possano potenzialmente cambiare radicalmente il modo in cui vengono trattate le donne con carcinoma ovarico”.

In un’analisi della sopravvivenza globale, niraparib ha anche dimostrato una tendenza incoraggiante verso il miglioramento rispetto al placebo. ‘‘Questo studio – ha affermato Antonio Gonzalez, condirettore del dipartimento di oncologia medica, Clinica Universidad de Navarra e primo autore della ricerca – ha dimostrato l’importanza della terapia di mantenimento e i benefici che il Niraparib ha fornito alle donne con carcinoma ovarico. Credo che la monoterapia con Niraparib dopo un intervento chirurgico e la chemioterapia a base di platino potrebbe essere una nuova importante opzione di trattamento per le pazienti”.

Il farmaco non è attualmente approvato per il mantenimento del carcinoma ovarico di prima linea. GSK fa sapere che condividerà questi nuovi dati con le autorità regolatorie e che è in procinto di sottoporre la richiesta di autorizzazione, entro la fine dell’anno. Non sono stati identificati nuovi segnali sulla sicurezza, e la qualità della vita è risultata simile nelle pazienti in trattamento o sotto placebo.

CHE COS’È IL TUMORE ALLE OVAIE (cancro ovarico)

Le ovaie sono due piccoli organi a forma di mandorla che fanno parte dell’apparato genitale interno femminile. Oltre alla funzione riproduttiva (sono le gonadi femminili), svolgono una funzione endocrina, secernendo gli estrogeni e il progesterone.

Il tumore dell’ovaio o carcinoma ovarico insorge quando le cellule dell’ovaio crescono e si dividono in modo incontrollato. I tumori dell’ovaio possono essere di molti tipi.

Due categorie di tumori all’ovaio

Secondo la classificazione accettata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità si distinguono due categorie di tumori: i primitivi e i secondari, che si differenziano dai primi perché giungono all’ovaio dopo essere apparsi in altre parti dell’organismo. Dal punto di vista istologico i tumori dell’ovaio si suddividono in epiteliali, stromali e germinali.

I tumori epiteliali derivano da un malfunzionamento dell’epitelio mulleriano (tessuto che riveste l’ovaio), possono presentarsi in forma benigna o maligna e rappresentano il cinquanta per cento delle neoplasie che colpiscono l’ovaio. Hanno una maggiore incidenza in donne in età compresa tra 55 e 65 anni.

I tumori stromali hanno origine in un altro tessuto della struttura dell’ovaio. Sono neoplasie più rare e rappresentano il quattro per cento dei tumori maligni che possono colpire l’ovaio. I tumori germinali derivano dalle cellule che danno origine agli ovuli. Sono anch’essi più rari rappresentando il cinque per cento dei tumori maligni dell’ovaio.

Questo tipo si manifesta soprattutto in giovane età. Un esempio è rappresentato dal disgerminoma che colpisce bambine o adolescenti nella quasi totalità dei casi.

Per il tumore dell’ovaio non esiste un elenco chiaro e preciso dei sintomi ai quali prestare attenzione. Tuttavia è opportuno che ogni donna sappia riconoscere alcuni segnali che possono indicare il manifestarsi della malattia e rivolgersi al proprio medico. Nello stadio iniziale, quando è localizzato all’ovaio, il tumore ovarico è generalmente asintomatico.

QUALI SONO I SINTOMI DEL TUMORE ALLE OVAIE (cancro ovarico)

Il tumore dell’ovaio non dà sintomi nelle fasi iniziali. Per questo è difficile identificarlo precocemente.

Sono tre i sintomi che le donne dovrebbe tenere presente in quanto possibili indicatori precoci della presenza di un cancro delle ovaie: addome gonfio, aerofagia, bisogno frequente di urinare.

Lo affermano diversi studi apparsi negli ultimi anni sulle riviste mediche, che rimarcano anche quanto generici siano questi disturbi.

Secondo gli esperti si tratta di sintomi spesso sottovalutati in quanto comuni ad altre patologie minori.

Se questi sintomi si presentino insieme (o in rapida sequenza) all’improvviso, con in aggiunta una sensazione di sazietà anche a stomaco vuoto, allora occorre prestare particolare attenzione. In tal caso può essere consigliabile richiedere al ginecologo una semplice ecografia pelvica o transvaginale, che potrà dare una prima importante indicazione diagnostica.

COME PREVENIRE IL TUMORE ALLE OVAIE (cancro ovarico)

Non esistono, al momento, programmi di screening scientificamente affidabili per la prevenzione del tumore dell’ovaio.

Ciononostante alcuni studi hanno dimostrato che una visita annuale dal ginecologo che esegue la palpazione bimanuale dell’ovaio e l’ecografia transvaginale di controllo possono facilitare una diagnosi precoce.

Alcuni studi hanno tentato di utilizzare per un programma di screening sulla popolazione sana un marcatore presente nel sangue, il CA 125 che risulta però poco affidabile perché troppo poco specifico. Questo marcatore è invece molto utile per monitorare l’eventuale ripresa della malattia in persone già curate per un tumore ovarico.