Formia “dimentica” i suoi miti e non destagionalizza

4 ottobre 2019 | 22:23
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Formia “dimentica” i suoi miti e non destagionalizza

Formia ancora una volta risponde “assente”: non ha celebrato il Mennea day a 40 anni dal record di Città del Messico, ma nemmeno ricorda Pino Daniele.

Formia – “Alla famiglia di Pino Daniele esprimo il mio cordoglio personale e di tutta la città, nell’auspicio di poter presto dedicare un evento alla memoria di questo artista straordinario che tanto ha dato a noi tutti.”

Sono le parole dell’allora assessore alla cultura di Formia, Maria Rita Manzo, all’indomani della scomparsa dell’indimenticabile cantautore napoletano Pino Daniele, che a Formia aveva non solo realizzato lo studio musicale Bagaria, nella frazione di Vindicio, ma anche registrato tre dischi, alla fine degli anni 80, nel periodo in cui, dopo aver lasciato Napoli, si era trasferito nella città del Golfo.

Ma Formia si sa, soffre di memoria corta, così, nonostante in quei giorni piangesse la morte di Daniele come se fosse un concittadino vero e proprio, quasi un amico che meritava rispetto e non certo di andarsene così, a quasi 5 anni di distanza da quella dichiarazione della Manzo, ci si chiede che fine abbiano fatto quelle promesse, quegli auspici, quelle lacrime che pure sembrano così vere.

Si è provato ad organizzare qualcosa, magari in primavera, per celebrare Pino Daniele? Si è parlato, forse, di intitolargli quantomeno una piazza? O la memoria corta si è portata via anche questa possibilità?

Un evento per non dimenticare. Per ricordare a noi stessi e al nostro orgoglio quanto le nostre bellezze abbiano colto nel segno, rubando il cuore anche a personaggi acclamati da un pubblico vastissimo.

Ma anche un evento per ripartire. Per lanciare l’idea di una città diversa, vicino alle esigenze di tutti e che tutti coinvolga: dalle frazioni di mare a quelle di collina, dal centro città alle periferie, con sì, un evento di punta, ma anche qualcosa di più piccolo, magari legato ai nuovi sound o alle voci emergenti.

E se, per la primavera, a destagionalizzare – un tema che pare ormai un’utopia in questa città – potrebbe esserci il ricordo di Pino Daniele, in tema di memoria e di lustro, per l’autunno, non si può non citare il Mennea day a settembre, che, quest’anno, qualsiasi sia la ragione, in città è passato sotto silenzio, quasi senza che ce ne accorgessimo, forse, di nuovo affetti da quella sindrome della memoria corta.

Eppure, è nella nostra città che Mennea è diventato “figlio del vento”, è qui che ha vissuto, che ha lavorato duramente per vent’anni per raggiungere quei traguardi che hanno fatto la storia dell’atletica leggera.

Eppure, quel risultato, il famoso 19’72” di Città del Messico, che quest’anno compiva quarant’anni, ha avuto la sua genesi proprio qui, al centro Coni “Bruno Zauli” di Formia.

Ma nonostante tutto questo, il campo centrale del Mennea day di quest’anno – che, a Formia potrebbe trasformarsi in una settimana di appuntamenti, dedicata a tutti gli sport delle nostre zone, con il 12 settembre a fare da evento di punta – è stato Matera, già Capitale europea della Cultura.

Non solo. Nella “città dei sassi” è stata anche inaugurata la Biblioteca della Cultura sportiva, intitolata proprio a Mennea! Con un nuovo archivio di libri sportivi, tesi di laura, progetti di ricerca e con tutto ciò che può spingere le giovani menti a volerne sapere di più delle grandi storie d’atletica e dello sport. E con un totem multimediale che permetterà a chi vi farà visita di conoscere il campione barlettano, scomparso nel 2013.

E noi? Viene da chiedersi. Noi, all’appello, ancora una volta rispondiamo “assente”: niente Mennea day, niente museo dello sport, biblioteca dello sport, ma nemmeno una via centrale che porti il nome della Freccia del sud.

Eppure, dovremmo essere stanchi. Stanchi di dimenticarci chi siamo, da dove veniamo. Dovremmo essere stanchi di questa città dalla memoria corta, che infrange il proprio orgoglio e dimentica i miti che l’hanno resa grande, che l’hanno portata agli onori della cronaca nazionale.

Dovremmo essere stanchi di questo silenzio. Che non fa bene a nessuno, meno che mai alla nostra economia, che langue sempre di più, sotto i colpi della nostra smemoratezza.

(Il Faro on line)