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Morti per smog, l’Italia ha il triste primato in Ue

17 ottobre 2019 | 09:02
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Morti per smog, l’Italia ha il triste primato in Ue

Torino contende a Parigi e Londra il primato di città europea più inquinata da NO2

L’Italia è il primo paese dell’Ue per morti premature da biossido di azoto (NO2) e nel gruppo di quelli che sforano sistematicamente i limiti di legge per i principali inquinanti atmosferici.

I dati sono stati raccolti e analizzati dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) nel rapporto annuale sulla qualità dell’aria.

Secondo l’analisi dei rilevamenti 2016, la penisola ha il valore più alto della Ue di decessi prematuri per biossido di azoto (NO2, 14.600), ozono (O3, 3000) e per il particolato fine Pm2,5 (58.600).

Complessivamente nell’Ue a 28 lo smog è responsabile di 372mila decessi prematuri, in calo dai 391mila del 2015. Come nel quadro generale europeo, i dati indicano un miglioramento anche per l’Italia rispetto al 2015, quando l’Eea stimava i decessi prematuri per NO2 nel nostro paese a 20mila unità.

Le rilevazioni più recenti, datate 2017

vedono le concentrazioni di polveri sottili (PM2,5) più elevate in Italia e sei paesi dell’est (Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Slovacchia). Torino contende a Parigi e Londra il primato di città europea più inquinata da NO2 e, tra le città più piccole, Padova si segnala per l’alta concentrazione media di PM2,5 e PM10.

La situazione non migliora nelle aree rurali nazionali, con superamenti dei limiti giornalieri di particolato registrati in sedici delle 27 centraline che hanno rilevato valori irregolari nell’Ue. Due milioni di italiani vivono in aree, soprattutto la Pianura Padana, dove i limiti Ue per i tre inquinanti principali sono violati sistematicamente.

Per affrontare il problema

l’Ue ha preparato una legislazione ad hoc come la Direttiva nazionale sui massimali di emissione (NEC), che stabilisce obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni. Il provvedimento imponeva ai governi nazionali di presentare Piani nazionali per ridurre l’inquinamento atmosferico entro il 1 ° aprile di quest’anno, tuttavia, oltre sei mesi dopo la scadenza, ne mancano ancora dieci. Quello dell’Italia compreso.

(Il Faro online)