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La miopia di Psa-Opel

19 ottobre 2019 | 10:28
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La miopia di Psa-Opel

Da un’assemblea di lavoratori cresciuti nell’azienda scaturiscono strategie, soluzioni e successi che nessun manager strapagato è spesso in grado di produrre.

“Abbi cura dei tuoi dipendenti perché loro si prenderanno cura della della tua azienda”. Con le parole di uno dei miliardari più famosi del mondo, Richard Branson, riassumo il mio pensiero espresso ieri nell’intervento al consiglio comunale straordinario sulla crisi occupazionale legata ai licenziamenti Opel-Psa, Alitalia e non solo che rischia di avere ripercussioni drammatiche su tante famiglie della nostra città.

Il tema del lavoro dovrebbe rivestire  un ruolo centrale in qualunque agenda politica perché ne rappresenta la vera essenza, è la base sociale irrinunciabile di una società sana.

Sono orgogliosa di far parte di un’amministrazione da sempre sensibile e attenta e sensibile al tema del lavoro ma anche se la solidarietà è un sentimento nobile, è necessario invertire il paradigma appellandosi non soltanto alla sensibilità delle aziende, ma alla loro capacità di guardare al futuro.

Le risorse umane sono una ricchezza e non un peso, sono i veri Brand Ambassador, il miglior veicolo di promozione e pubblicità dell’azienda all’esterno.

Un’azienda che nella ricerca del consolidamento sul mercato non punti sul valore dei suoi collaboratori, che non investa sulla loro formazione, che non sia in grado di tutelarne i diritti e valorizzarne il potenziale è un’azienda miope, talvolta addirittura cieca e sicuramente incapace di gestire l’evoluzione che sta invece riportando al successo chi riesce ad investire, progettare e creare puntando prima di tutto sul fattore umano.

Accade invece spesso che nelle economie aziendali orientate al profitto ma meno lungimiranti e illuminate, la risorsa umana si annoveri tra i tanti elementi e variabili che compongono le strategie d’impresa, nel calderone di tutto ciò che gli organi direttivi utilizzano in diverse combinazioni per pervenire a risultati  d’impresa basati unicamente su sterili indicatori di bilancio.

In queste miopi strategie di addizioni e sottrazioni si perde il peso specifico del fattore umano, la sua unicità e il suo enorme potenziale, l’unico che riesce davvero a fare la differenza.

Sono infatti proprio I dipendenti la più grande risorsa per una società.  Sono la spina dorsale irrinunciabile di ogni organizzazione, l’unico fattore a non dover essere mai sacrificato ma formato con cura e riposizionato secondo criteri di efficienza e crescita non solo aziendale ma soprattutto umana.

Perché un’industria resti forte i dipendenti devono essere parte attiva, devono scrivere insieme ai vertici dell’azienda il suo percorso di crescita e divenire consapevolmente parte integrante del successo aziendale.

La risoluzione della crisi attuale ha reso necessaria la richiesta di un tavolo permanente tra Ministero, Regione, Comune e sigle sindacali.

Io su quel tavolo chiederei prima di tutto di:

OBBLIGARE LE AZIENDE AD INVESTIRE SULLA FORMAZIONE (un’azienda che spende per formare i dipendenti e crea professionalità importanti non sarà ben disposta a “regalarle” al mercato dopo averci investito, sarà più propensa a ricollocarle anche a proprio vantaggio)

RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE CHE ACCRESCE IL COSTO DEL LAVORO PER L’AZIENDA (favorendo le assunzioni e liberando risorse da investire nella formazione e nell’accrescimento della professionalità)

L’obiettivo non deve essere salvare il singolo posto di lavoro, ma creare condizioni affinché quel singolo posto di lavoro sia prezioso ed irrinunciabile per l’azienda