Non più “Segreto” ma “Apostolico”: l’archivio vaticano cambia nome

28 ottobre 2019 | 15:01
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Non più “Segreto” ma “Apostolico”: l’archivio vaticano cambia nome

Con un nuovo Motu proprio Papa Francesco rinomina l’Archivio. Non muta l’assetto e da marzo aumentano documenti consultabili

Città del Vaticano – Non più “Segreto” ma “Apostolico”. L’archivio Vaticano cambia nome sostituendo quella parola oggi considerata persino negativa – “segreto” -, con il meno fraintendibile “apostolico”, molto più “vicino” a Bergoglio.

Nella lettera apostolica in forma di motu proprio (leggi qui), Papa Francesco spiega proprio che “con i progressivi mutamenti semantici che si sono però verificati nelle lingue moderne e nelle culture e sensibilità sociali di diverse nazioni, in misura più o meno marcata, il termine Secretum accostato all’Archivio Vaticano cominciò a essere frainteso, a essere colorato di sfumature ambigue, persino negative” rispetto al suo significato originario.

L’Archivio, infatti, nasce dalla Biblioteca ‘secreta’ del Romano Pontefice, ovvero dalla parte di codici e scritture sotto la giurisdizione diretta del Papa. Si intitolò dapprima semplicemente ‘Archivum novum’, poi ‘Archivum Apostolicum’, quindi ‘Archivum Secretum’ (le prime attestazioni del termine risalgono al 1646 circa). “Il termine Secretum, entrato a formare la denominazione propria dell’istituzione, prevalsa negli ultimi secoli – scrive Bergoglio -, era giustificato, perché indicava che il nuovo Archivio, voluto dal mio predecessore Paolo V verso il 1610-1612, altro non era che l’archivio privato, separato, riservato del Papa“.

“Così intesero sempre definirlo tutti i Pontefici e così lo definiscono ancora oggi gli studiosi, senza alcuna difficoltà. Questa definizione, del resto, era diffusa, con analogo significato, presso le corti dei sovrani e dei principi, i cui archivi si definirono propriamente secreti”.

Al suo interno si trovano documenti rarissimi che giungevano in Vaticano da ogni parte d’Europa. Dal 1881 parte dell’Archivio è a disposizione dei ricercatori di tutti i Paesi del mondo ed ogni anno cresce il numero di testi messi a disposizione per la consultazione.

Dal prossimo 2 marzo 2020, per disposizione proprio di Bergoglio, la data di accesso ai documenti si estenderà fino al termine del pontificato di Pio XII (leggi qui). “Si è provveduto – conclude Francesco – alla graduale crescita della struttura dell’Archivio stesso per il suo sempre più impegnativo servizio alla Chiesa e al mondo della cultura, mantenendo sempre fede agli insegnamenti e alle direttive dei Pontefici”.

(Il Faro online)