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Università La Sapienza di Roma, il mistero delle mail sulla tubercolosi

28 ottobre 2019 | 18:58
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Università La Sapienza di Roma, il mistero delle mail sulla tubercolosi

Sui social esplode la preoccupazione e degli studenti, ma dalla Asl rassicurano: “Nessun rischio epidemia”

Roma – “Gentile studente, qualora la S.V. abbia frequentato i corsi sotto elencati dal 1 al 31 maggio 2019, è pregato di di rispondere urgentemente, e comunque entro dieci giorni dalla presente, al fine di effettuare quanto in oggetto (Indagine ai fini amministrativi e della prevenzione della Salute pubblica)”.

E’ il contenuto di una mail ricevuta da diversi studenti dell’Università La Sapienza di Roma, frequentanti la facoltà di Lettere e Filosofia nella sede di Villa Mirafiori, dove si sarebbe registrato un caso di tubercolosi.

“Oggi ho ricevuto una chiamata all’Asl, dove una ragazza mi ha comunicato che la Sapienza ha passato i miei dati e il mio numero di telefono in quanto studentessa di Filosofia per essere avvisata della possibile contrazione di una malattia infettiva polmonare che avrebbe una o un ragazzo/a del secondo anno. Qualcuno ha ricevuto la stessa chiamata? A me sembra un fake, anche perché lei ha detto che avevano inviato una mail, ma io non ho ricevuto nulla. Fatemi sapere quanti hanno ricevuto la chiamata e se riusciamo a capirci qualcosa”, scrive Giada.

In effetti, stando a quanto riferito dagli stessi studenti, la mail inviata dalla facoltà non sarebbe stata inviata a tutti i frequentati.  “Vorrei dirvi che la mail ricevuta dalla sapienza il 25 settembre riguardo la propria presenza durante alcune lezioni e le successive chiamate della Asl sono vere – replica Jonathan -. C’è stato un caso di tubercolosi da noi a Villa (e speriamo che il ragazzo in questione stia bene ed in via di guarigione) e quindi è necessario che ognuno delle persone contattate vada a fare il test al Mantoux che è gratuito“.

Tuttavia dagli uffici dell’Asl Roma 1 rassicurano. La tubercolosi, infatti, “non si contagia automaticamente a tutte le persone con cui si entra in contatto: non solo perché si può essere portatori latenti della malattia (quindi non contagiosi) ma anche la trasmissione della stessa non avviene automaticamente ogni volta che si entra in contatto con portatori attivi (ora non vi faccio l’elenco delle condizioni necessarie per essere infettati le quali potete trovare tranquillamente su Google)”.

Anche Altea, un’altra studentessa, conferma le telefonate con la Asl della Capitale che le hanno confermato il caso di tubercolosi: “Quello che c’è da sapere è che sì – scrive su Facebook la ragazza -, c’è stato un caso di tubercolosi e si, chiunque abbia avuto contatti prolungati con la persona affetta da tbc è a rischio contagio e deve fare i controlli del caso (corsi di triennale Spinelli, Velotti, Kajon, per completezza). Dico contatti prolungati perché mi è stato spiegato dettagliatamente che non è a rischio chi si fosse trovato a contatto in maniera sporadica (bagno, bar, un saluto, etc), dunque non facciamoci prendere dal panico. Anche per quanto riguarda il contagio di terzi mi hanno detto di non preoccuparsi eccessivamente, perché solo in caso di malattia attiva si è contagiosi”.

“Dunque l’unico motivo per cui non siamo stati ancora contattati è la lentezza dell’Asl, in particolare Roma 1 – Roma 2 si sta muovendo con più rapidità – prosegue il post -. In ogni caso esiste una lista di persone ancora da contattare, che comprende chi ha risposto alla mail della Presidenza. Quindi chi non è stato contattato finora dovrebbe ricevere comunicazioni a breve”.

Niente panico, dunque: l’Asl sta provvedendo alla risoluzione e alle analisi del caso. Resta però la rabbia degli studenti per la gestione del caso da parte delle istituzioni coinvolte. E la preoccupazione.

(Il Faro online)