Ognissanti, il Papa: “La santità è per tutti noi, è dono e chiamata”

1 novembre 2019 | 13:41
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Ognissanti, il Papa: “La santità è per tutti noi, è dono e chiamata”

Il monito del Pontefice: “In questi giorni, in cui, purtroppo, circolano anche messaggi di cultura negativa sulla morte e sui morti, invito a non trascurare, se possibile, una visita e una preghiera al cimitero. Sarà un atto di fede”

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano – L’odierna solennità di Tutti i Santi ci ricorda che “siamo tutti chiamati alla santità“, che non “è un traguardo che non si può conseguire soltanto con le proprie forze, ma è il frutto della grazia di Dio e della nostra libera risposta ad essa. Quindi la santità è dono e chiamata“.

Così Papa Francesco nel tradizionale Angelus nel giorno di Ognissanti. Ai tanti fedeli accorsi in piazza San Pietro, il Pontefice traccia l’identikit dei Santi, che non sono “semplicemente dei simboli, degli esseri umani lontani, irraggiungibili”, bensì “persone che hanno vissuto con i piedi per terra”, “sperimentato la fatica quotidiana dell’esistenza con i suoi successi e i suoi fallimenti, trovando nel Signore la forza di rialzarsi sempre e proseguire il cammino”.

Dono e chiamata

Secondo Bergoglio, la santità è “dono e chiamata”. E spiega: “In quanto grazia di Dio, cioè dono suo, è qualcosa che non possiamo comperare o barattare, ma accogliere, partecipando così alla stessa vita divina mediante lo Spirito Santo che abita in noi dal giorno del nostro Battesimo”. In altre parole, la santità “è vivere in piena comunione con Dio, già adesso, durante questo pellegrinaggio terreno”.

Alo stesso tempo, è anche chiamata, ovvero “è una vocazione comune di tutti noi cristiani, dei discepoli di Cristo; è la strada di pienezza che ogni cristiano è chiamato a percorrere nella fede, procedendo verso la meta finale: la comunione definitiva con Dio nella vita eterna“.

In questa prospettiva, la santità “diventa risposta al dono di Dio, perché si manifesta come assunzione di responsabilità”. Da qui il monito ad “assumere un quotidiano impegno di santificazione nelle condizioni, nei doveri e nelle circostanze della nostra vita, cercando di vivere ogni cosa con amore, con carità“.

Il ricordo dei Santi ci induce ad alzare gli occhi verso il Cielo: non per dimenticare le realtà della terra, ma per affrontarle con più coraggio e speranza. #TuttiiSanti

— Papa Francesco (@Pontifex_it) November 1, 2019

In cammino verso il Cielo

Ma chi sono i Santi che oggi celebriamo? “Sono fratelli e sorelle che hanno ammesso nella loro vita di avere bisogno della luce divina, abbandonandosi ad essa con fiducia. E ora cantano in eterno la sua gloria”.

Essi costituiscono la “Città santa”, “alla quale guardiamo con speranza, come alla nostra meta definitiva, mentre siamo pellegrini in questa ‘città terrena’”.

È vero, noi siamo affaticati dall’asprezza del cammino, ma la speranza ci dà la forza di andare avanti. Guardando alla loro vita, siamo stimolati a imitarli. Tra loro ci sono tanti testimoni di una santità “della porta accanto, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio”.

E conclude: “Il ricordo dei Santi ci induce ad alzare gli occhi verso il Cielo: non per dimenticare le realtà della terra, ma per affrontarle con più coraggio, con più speranza. Ci accompagni, con la sua materna intercessione, Maria, la nostra Madre santissima, segno di consolazione e di sicura speranza”.

“Pregate al cimitero”

Dopo i saluti, Papa Francesco ringrazia tutti quelli che in questi giorni, nelle parrocchie e nelle comunità,”promuovono iniziative di preghiera per celebrare Tutti i Santi e commemorare i defunti. Queste due feste cristiane ci ricordano il legame che c’è tra la Chiesa della terra – siamo noi – e quella del cielo, tra noi e i nostri cari che sono passati all’altra vita“.

Poi l’annuncio: “Domani pomeriggio mi recherò a celebrare l’Eucaristia nelle Catacombe di Priscilla, uno dei luoghi di sepoltura dei primi cristiani di Roma. In questi giorni, in cui, purtroppo, circolano anche messaggi di cultura negativa sulla morte e sui morti, invito a non trascurare, se possibile, una visita e una preghiera al cimitero. Sarà un atto di fede”.

Infine, l’immancabile saluto: “E a tutti auguro una buona festa nella compagnia spirituale dei Santi. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”

(Il Faro online)