Appunti di viaggio

Fiumicinesi brava gente. Quando la solidarietà si tocca con mano

4 novembre 2019 | 06:30
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Fiumicinesi brava gente. Quando la solidarietà si tocca con mano

Da un incidente stradale esce l’immagine di una comunità fiumicinese ancora solidale. Altro che società “chiusa”

di ANGELO PERFETTI

La narrazione della nostra società moderna è di gente chiusa in se stessa, nei propri problemi, nei propri smartphone, insensibile alle esigenze altrui. Una società apatica dove “ormai non si conosce neanche il nome del vicino di casa”.

Non possiamo negare che in parte sia vero; basta guardare come trattiamo l’ambiente per capire che c’è una buona fetta di persone che fa dell’insensibilità la propria ragione di vita, consapevolmente o no.

Ma come per l’ambiente scopriamo ogni giorno volontari di ogni tipo che si rimboccano le maniche per gli altri, così anche i rapporti umani donano piacevoli sorprese.

La scorsa settimana ho avuto un incidente in moto (eh sì, proprio io che di solito li racconto, ne sono stato vittima) ma nel momento in cui l’asfalto ha accarezzato (si fa per dire) il mio corpo e la pesante moto si è adagiata (si fa sempre per dire) sulla mia caviglia, è scattata immediatamente una “corsa” a dare un aiuto. L’aiuto possibile, ognuno per la propria disponibilità. Ma non di una o due persone caritatevoli, bensì di almeno una decina di cittadini e cittadine.

C’è chi si è precipitato ad alzare la moto, chi è andato a comprare una bottiglietta d’acqua, chi in farmacia a comprare del ghiaccio spray. Chi si è offerto di portarmi in ospedale, chi invece mi ha fisicamente accompagnato a fare le lastre.

Una gara di solidarietà che mi ha molto colpito, perché è andata al di là del mero intervento di emergenza. Nessuna fretta negli occhi di chi mi ha soccorso, nessuno sguardo all’orologio. Certo, c’era chi doveva entrare in classe, chi rientrare in casa, chi andare al lavoro, chi recuperare i figli… e ognuno ha strappato qualche minuto alle proprie incombenze. Chi aveva un po’ più di tempo non ha esitato a “regalarmelo” per stare vicino ad una persona che, ovviamente, nemmeno conosceva.

Ho pensato di scrivere queste righe per ringraziare tutti coloro che si sono adoperati, ma soprattutto per testimoniare quanta bontà, abnegazione e disponibilità alberghi ancora nella nostra società. E’ accaduto a Fiumicino, e di questo parliamo, ma credo possa essere un segnale applicabile all’intera nostra società fatta di tante comunità come la nostra.

Il male lo vediamo sempre nitido davanti a noi, il bene troppo spesso non viene descritto. E invece va fatto, perché esiste ed è concreto; e l’esempio – praticato o raccontato – è il modo migliore per trasferire alle giovani generazioni i nostri valori.

(Il Faro online)