Roma, calci e pugni alla compagna incinta: arrestato 31enne

4 novembre 2019 | 12:38
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Roma, calci e pugni alla compagna incinta: arrestato 31enne

Quando la vittima si era convinta finalmente a recarsi presso il commissariato ha poi desistito poiché il convivente, conosciute le intenzioni della donna di denunciarlo, ha minacciato di fare del male a sua madre

Roma – Un 31enne dominicano ricercato, è stato rintracciato ed arrestato dagli agenti della Polizia di Stato del commissariato Flaminio Nuovo, diretto da Massimo Fiore. Meno di un anno di convivenza caratterizzata da ingiurie, maltrattamenti, percosse e aggressioni di ogni tipo.

Molteplici gli episodi minatori, vessatori e violenti dell’uomo nei confronti della compagna prima che quest’ultima si decidesse a denunciarlo.

I timori della vittima per il comportamento aggressivo e violento dell’uomo hanno indotto la donna a far sì che ogni volta giustificasse lividi ed ematomi, come “incidenti” domestici dinanzi ai medici dopo le cure prestatele, evitando così di denunciare il compagno.

Ed anche quando la vittima si era convinta finalmente a recarsi presso il commissariato, dopo che l’uomo le aveva spento sul petto un carbone ardente del “narghilè”, ha poi desistito poiché il convivente, conosciute le intenzioni della donna di denunciarlo, ha minacciato di fare del male a sua madre.

In tutti i numerosi interventi da parte degli agenti della Polizia di Stato, a seguito di segnalazione di lite in atto, dove la donna è stata trovata con ecchimosi e ferite, alla richiesta dei poliziotti della causa del suo stato lei affermava ogni volta che era caduta. Infine la donna, sostenuta anche dalla propria madre, si è decisa a denunciarlo.

A seguito dei molteplici episodi ricostruiti dalla Polizia l’Autorità Giudiziaria ha emesso un provvedimento di custodia cautelare ed il responsabile a seguito di ricerche è stato rintracciato dagli uomini del commissariato Flaminio e condotto presso il carcere di Regina Coeli.

L’uomo è indagato per il reato di maltrattamenti, aggravato dal fatto che la vittima durante le aggressioni si trovava in stato di gravidanza, nonché per lesioni aggravate.

(Il Faro online)