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Treno a Terracina, ecco il resoconto di Legambiente dell’audizione in Regione

10 novembre 2019 | 13:00
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Treno a Terracina, ecco il resoconto di Legambiente dell’audizione in Regione

Legambiente: “Non c’è, ancora ad oggi, e dopo quasi 8 anni dalla frana, alcuna chiarezza sui lavori complessivi di messa in sicurezza necessari.”

Terracina – Si è svolta nei giorni scorsi, presso la Sala Etruschi di Via della Pisana,  l’audizione, a carattere seminariale, convocata dal Presidente della VI° Commissione Consiliare Permanente “Lavori pubblici, infrastrutture, mobilità, trasporti” della Regione Lazio Eugenio Patanè con RFI e Ministero Trasporti e Infrastrutture, rivolta ai commissari e ai consiglieri regionali e aperta, su invito, a tutti i portatori di interesse attivi, per approfondimenti sul nodo ferroviario di Roma e sull’intera rete ferroviaria del territorio del Lazio.

All’audizione hanno partecipato oltre al presidente della Commissione, l’Assessore ai “Lavori Pubblici e Tutela del Territorio, Mobilità della Regione Lazio Mauro Alessandri, i consiglieri regionali Minnucci (PD), Aurigemma (Gruppo Misto) e Porrello (M5S), il direttore della “Direzione generale per il trasporto e le infrastrutture ferroviarie” del Ministero dei Trasporti Enrico Maria Pujia, l’Amministratore Delegato di RFI Maurizio Gentile, i responsabili della Direzione Commerciale RFI ing. C. Colaneri e della Direzione Investimenti di RFI ing. V. Macello, l’Osservatorio Trasporti della Regione Lazio rappresentato da Andrea Ricci,  amministratori comunali, comitati e associazioni in rappresentanza dei cittadini.

Il Circolo Legambiente Terracina era presente con il suo presidente Anna Giannetti e vicepresidente Gabriele Subiaco assieme a Legambiente Lazio, rappresentata dal suo Presidente Roberto Scacchi e dal delegato regionale alla Mobilità Amedeo Trolese, in virtù della sua documentata  richiesta di audizione inviata a settembre scorso in merito al “Ripristino della tratta ferroviaria Terracina-Priverno/Fossanova dopo la frana del 12 settembre 2012”(Leggi qui).

Relativamente al ripristino della tratta Terracina-Priverno Fossanova, RFI ha dichiarato la disponibilità sulla carta a riattivare la linea, intervento comunque inserito nella progettazione tecnologica relativa al CCM di Formia, ma ha anche affermato, e senza ambiguità, che la riattivazione della stessa è condizionata alla messa in sicurezza completa di tutta la linea dal rischio frana, i cui lavori, afferma RFI, sono di competenza della Regione Lazio.

La Regione Lazio, per voce, dell’assessore regionale alla Mobilità Alessandri ha ricordato che i lavori di messa in sicurezza di un tratto del Monte Cucca per il rischio idrogeologico (fondi regionali su piattaforma Rendis) come da PAI (Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Lazio) che assegna a quella zona il rischio Quattro (il rischio più elevato), lavori per i quali il Comune di Terracina funge da stazione appaltante e per i quali è stato previsto un finanziamento regionale di 4 milioni di euro, non sono ritenuti sufficienti (a giudizio di RFI e dalla stessa confermato già qualche tempo fa) per garantire la completa sicurezza dell’intera tratta dal rischio idrogeologico, e che ad oggi non esiste ancora un Piano completo che dica con esattezza quali e quanti siano gli interventi necessari e il loro costo per poter mettere in completa sicurezza tutta la tratta che giace sotto un fronte franoso esteso per diversi chilometri e che comprende, oltre Monte Cucca anche Monte Leano.

Piano complessivo che dovrà partire, innanzitutto, dai requisiti imposti da RFI, e che dovrà dalla stessa essere validato, visto che la responsabilità di riattivare la linea ricade nel suo ambito. L’intervento in audizione dell’Assessore Regionale alla  Mobilità Alessandri è stato, quindi, particolarmente importante e chiarificatore, che ha messo in luce che, al di la’ dell’impegno della Regione per favorire la soluzione, la questione del ripristino della tratta ferroviaria a Terracina sussiste come fatto conseguenziale solo ed esclusivamente ad un completo e adeguato progetto di messa in sicurezza e di mitigazione del rischio idrogeologico di tutto il fronte franoso esteso, progetto complessivo di cui non esisterebbero ancora pero’ i presupposti ne’ tecnici ne’ economici, visto che l’unico progetto, ad oggi, effettivamente approvato e finanziato dalla Regione Lazio su piattaforma RENDIS, e in via di attuazione da parte del Comune di Terracina, coprirebbe solo una parte del versante e non sarebbe sufficiente per la riattivazione della tratta.

“Al di là delle promesse e di quanto ha raccontato la politica e l’amministrazione locale per anni, e fino a poche settimane fa, e cioè che i lavori attualmente finanziati per Monte Cucca avrebbero – una volta completati – consentito la riapertura della linea, da quanto emerso dalla audizione, e come purtroppo temevamo, appare chiaro che, invece, la situazione vive ancora una fase di stallo, visto che, se da una parte c’è la disponibilità a riattivare la tratta (almeno sulla carta, come affermato in audizione da RFI) e la disponibilità della Regione ad individuare i fondi ulteriori eventualmente necessari, dall’altra non c’è, ancora ad oggi, e dopo quasi 8 anni dalla caduta del masso, alcuna chiarezza sui lavori complessivi di messa in sicurezza necessari, i loro costi e i loro tempi e, soprattutto, su quali siano i parametri di accettabilità del rischio da parte di RFI, considerato che i lavori di messa in sicurezza del versante non abbasseranno la classe di rischio elevata (classe 4) come da PAI, ma lo mitigheranno soltanto.

“Per quanto ci riguarda- hanno sottolineato da Legambiente Terracina -, oggi è stato finalmente fatto un passo avanti di chiarezza, sgomberando il campo da inutili e dannose ambiguità. Ora attendiamo di essere convocati ad una audizione più approfondita, dedicata solo al caso specifico del treno e della stazione di Terracina, come da noi richiesto, per poter continuare a premere, cercando di arrivare presto al nodo cruciale, cioè ad un progetto validato sia dalla Regione Lazio, che da RFI che valuti tutte le esigenze di messa in sicurezza della montagna sovrastante la linea, consentendo di stimare dettagliatamente i costi, in modo da poterli prevedere nella programmazione degli investimenti per i prossimi anni.

Per questo, continueremo a spingere in Regione, affinché, entro l’anno, si possa avviare una riprogrammazione degli investimenti regionali, da effettuarsi all’inizio del 2020, visto che l’Accordo Quadro pluriennale tra RFI e Regione Lazio può sicuramente essere aggiornato dalla Regione a copertura di questa esigenza, ma a fronte però di una analisi approfondita e di una concreta e realistica possibilità di ripristino della tratta” dichiarano Roberto Scacchi e Anna Giannetti.

“Spiace notare – conclude Legambiente  Terracina – la completa assenza all’audizione, di altri portatori di interesse terracinesi (politici, amministratori, consiglieri regionali, comitati, associazioni) che pure hanno fatto di questo treno per anni un cavallo di battaglia”.

(Il Faro on line)