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Acilia, stava pianificando la fuga in Belize: in manette Alessandro Fasciani

14 novembre 2019 | 20:23
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Acilia, stava pianificando la fuga in Belize: in manette Alessandro Fasciani

Per sfuggire all’arresto cautelativo Alessandro Fasciani, in attesa di condanna definitiva, ha quasi investito un agente. Si aggiunge così anche il tentato omicidio

Acilia – Alessandro Fasciani, erede dell’omonimo clan di Ostia, per i magistrati stava pianificando la fuga in Belize prima della sentenza definitiva. Così è stata disposta la sua detenzione cautelativa ma per sottrarsi all’arresto ha tentato di investire un agente della polizia. E’ stato catturato poco dopo e accompagnato in carcere.

E’ la rocambolesca vicenda che riguarda Alessandro Fasciani, classe 1986, figlio di Terenzio e nipote del boss Carmine, attualmente detenuto in regime di 41 bis, nonché esponente di primo piano dell’omonimo clan di Ostia, (la cui mafiosità è stata definitivamente riconosciuta dalla Corte Cassazione). Nel pomeriggio di oggi, giovedì 14 novembre, personale della Squadra Mobile di Roma lo ha raggiunto per dare attuazione all’ordinanza di ripristino custodia cautelare emessa dalla terza Sezione Penale della Corte di Appello di Roma su richiesta della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello della Capitale.

Alessandro Fasciani, condannato dalla Corte di Appello il 4 febbraio 2019 alla pena di anni 10 e mesi 6 di reclusione per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso e associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, il 29 novembre sarà interessato dal giudizio sul ricorso proposto avverso la sentenza di condanna da parte della Suprema Corte di Cassazione.

In questo periodo, le indagini svolte dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile sotto le direttive della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma hanno accertato come Alessandro Fasciani stesse pianificando la propria fuga dall’Italia, per sottrarsi al giudizio della sentenza della Suprema Corte. Le risultanze investigative, infatti,  hanno evidenziato come il Fasciani avesse prenotato un volo il 14 novembre alle 16.05 con direzione Bruxelles, località dalla quale si sarebbe recato Cancun (Messico) il giorno successivo, per poi raggiungere la destinazione finale, il Belize, dove aveva già trovato appoggi logistici.

Il coordinamento investigativo tra i Magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia e della Procura Generale presso la Corte di Appello ha permesso di scongiurare la sua fuga. Una volta acquisite le risultanze investigative la Procura Generale presso la Corte di Appello ha immediatamente  richiesto il provvedimento cautelare alla Terza Sezione Penale che in tempi rapidissimi ha valutato gli elementi emettendo l’ordinanza con cui ha ripristinato la custodia cautelare in carcere.

L’esecuzione dell’Ordinanza è stata particolarmente complessa in quanto il Fasciani ha tentato, anche in tale circostanza, di darsi alla fuga. Emessa l’ordinanza, infatti, sono scattate le ricerche da parte degli agenti della Squadra Mobile che hanno localizzato il catturando in strada ad Acilia, in via Carlo Maria Rosini, nei pressi della sua abitazione. Alla vista della pattuglia il Fasciani, anziché arrestarsi, ha accelerato e quasi investito un agente preposto al controllo, per poi fuggire una volta sceso dalla vettura.

Le immediate ricerche hanno consentito di localizzarlo e arrestarlo dopo 15 minuti circa nei pressi di una farmacia in via dei Monti di San Paolo sempre ad Acilia. Oltre all’arresto in esecuzione dell’ordinanza di ripristino della custodia cautelare, Alessandro Fasciani è stato tratto in arresto per il reato di tentato omicidio commesso nei confronti dell’agente della Squadra Mobile.

Alessandro Fasciano nel 2009 ai tempi del delitto di Via del Gazometro

Il Fasciani non sarebbe nuovo a fughe del genere: infatti, nel 2012 era scappato in Spagna alla vigilia della irrevocabilità di una condanna per omicidio volontario, verificatosi a seguito di una rissa avvenuta in via del Gazometro, all’Ostiense, ma anche in quel caso la Squadra Mobile di Roma lo raggiunse e lo trasse in arresto nel marzo del 2013, a Barcellona, mentre passeggiava per le note “ramblas”.