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“Se crolla Alitalia crolla Fiumicino”

14 novembre 2019 | 22:12
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Nella Sala Meeting dell’aeroporto “Da Vinci” il Consiglio comunale straordinario sulla crisi della compagnia di bandiera. La senatrice Lupo: “Governo pronto anche a un piano B”. Nel frattempo i sindacati annunciano uno sciopero generale

Fiumicino – Per la terza volta il Consiglio comunale di Fiumicino lascia il Palazzo di piazza Dalla Chiesa e si trasferisce nella Sala Meeting dell’aeroporto “Leonardo Da Vinci” per discutere della cristi di Alitalia. Il 21 novembre scade la settima – ed ultima, stando a quanto appreso dal Ministero dei Trasporti – proroga.

Sono migliaia i lavoratori a rischio, molti dei quali vivono proprio a Fiumicino. Se da qui a una settimana non si giungerà a una risoluzione stabile della crisi della compagnia di bandiera, a farne le spese sarebbe tutto il territorio.

“Se cade l’ipotesi produttiva di una compagnia come Alitalia, questo significa per noi un pezzo di comune che ci crolla addosso. Tra i lavoratori diretti e indiretti si parla di migliaia di persone che un territorio come il nostro – spiega aprendo i lavori del Consiglio il sindaco Montino – non potrebbe sopportare“. Infatti, il 90 per cento dei tagli sono previsti all’aeroporto Fiumicino, che ospita l’hub della compagnia.

Ad oggi il “Da Vinci” è il più grande polo occupazionale del Lazio: al suo interno vi lavorano circa 40mila persone. Gli esuberi previsti da Alitalia sono circa 3mila: oltre mille tra il personale di terra, operai, tecnici (tutti al lavoro nello scalo romano), ai quali si vanno ad aggiungere altri 600 tra assistenti di volo e piloti.

E questo è l’organico della compagnia di bandiera. Cifra alla quale va sommato l’indotto che coinvolge buona parte del Lazio (ditte delle pulizie, autisti, rifornitori di pasti, ecc).

Il primo cittadino fa poi riferimento alla crisi Alitalia del 2008: “Undici anni fa abbiamo sopportato una fuoruscita di circa 6/7 mila lavoratori. Non possiamo fare il bis. Anche perché la situazione, a mio avviso, è peggiorata di molto”.

E’ anche per questo che al termine del Consiglio straordinario (il quarto dedicato alla compagnia di bandiera), viene votato all’unanimità dei presenti un ordine del giorno che impegna il Sindaco “a farsi portavoce presso il Governo di ogni iniziativa utile a delineare una strategia chiara e ricercare le soluzioni più idonee a definire un programma di rilancio, come già accaduto con la proposta dell’amministrazione comunale di Fiumicino del 2017″.

Inoltre, impegna il Sindaco “a continuare le interlocuzioni con le istituzioni locali e parlamentari – prosegue l’odg – dando il proprio contributo, sostenendo il tavolo permanente del lavoro per il comparto di Fiumicino, al fine di evitare i licenziamenti e valutando tutte le soluzioni possibili a scongiurare il fallimento dell’azienda”.

A partecipare all’assemblea, tra gli altri, Giulia Lupo (senatrice M5S che segue il dossier Alitalia per conto di Patuanelli), Monica Cirinnà (senatrice Pd), Claudio Di Berardino (assessore al lavoro Regione Lazio), Eleonora Mattia (presidente Commissione lavoro Regione Lazio), Michela Califano (consigliera regionale PD), Mauro Alessandri, (assessore ai Lavori Pubblici e Tutela del Territorio, Mobilità Regione Lazio), Emiliano Minnucci (consigliere regionale PD), il Consigliere Regionale Paolo Ciani (Gruppo Centro Solidale Demos) Vice Presidente della VII Commissione – Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare; Ugo Arrigo (economista, docente università Bicocca di Milano, esperto della crisi Alitalia), Gaetano Intrieri (ex consulente del Ministero Trasporti e autore di diversi dossier su Alitalia). Nella Sala Meeting del Terminal 5, oltre a diversi dipendenti di Alitalia, anche i sindacati Anpav, Cub Trasporti, Usb, Ugl, Cgil, e Uil Trasporti.

E, poco prima della votazione dell’odg, Antonio Amoroso (Cub trasporti) annuncia lo sciopero dei dipendenti per il 25 novembre prossimo.

Lupo: “Governo al lavoro per un piano B”

Durante il dibattito, molta attenzione viene data al piano di rilancio di Alitalia e alle varie proposte pervenute in questi mesi. Nel suo intervento, la senatrice del Movimento 5 Stelle eletta a Fiumicino condivide “le perplessità del Sindaco. Io stessa ho sempre considerato il piano di Delta non di rilancio. Noi non possiamo dire a Ferrovie cosa fare, ma possiamo indicare la via”.

La senatrice Lupo

E sull’idea del sindaco di risanare Alitalia prima di venderla (come fatto per altre grandi aziende del passato come la Parmalat), la senatrice commenta: “Per come è il mercato oggi – dice a ilfaroonline.it -, risanare lo si può fare anche nella fase della new co. Non vedo quale sia il motivo e l’utilità di tenere Alitalia fuori dal mercato visto anche il consolidamento che sta avvenendo. Ad esempio, Air Europa è stata appena inglobata da Iberia, che è sotto il gruppo Iag. Non dobbiamo guardare Alitalia sono all’interno dei nostri confini, perché questo è un errore che è sempre stato fatto”.

“Al contrario, dobbiamo puntare a un consolidamento del comparto aereo, ma per farlo dobbiamo guardare a livello europeo come si dirama poi nel mondo – prosegue la senatrice -. Se noi riuscissimo avere un’alleanza che sia dentro la compagine si formerebbe quello che potrebbe essere un colosso europeo”.

Ma se non si riuscisse a raggiungere un accordo entro il 21? “Questo accadrebbe solo nel caso in cui non ci sarebbe la compagine. C’è Delta, c’è Lufthansa, ma si opterà la scelta migliore per il futuro di Alitalia e non per il futuro di un solo gruppo, ovvero Clh. Se non dovesse esserci questo accordo il Governo si sta preoccupando di avere un piano B“.

Montino: “Lo Stato deve salvaguardare i lavoratori”

“L’odg approvato questa sera sarà trasmesso ora ai Ministri, alla Presidenza del Consiglio e ai parlamentari. Vogliamo creare le condizioni affinché si apra un tavolo di confronto perché vogliamo continuare a dire la nostra anche nelle sedi nazionali“, dice al termine del Consiglio a ilfaroonline.it il sindaco, Esterino Montino.

Il Consiglio comunale straordinario

La Regione è dalla nostra parte, ma qui bisogna cambiare registro. La relazione finanziaria nuova deve essere assolutamente preceduta da una scelta di soggetti che nei prossimi due anni si devono occupare del risanamento e del rilancio. Perché oggi, se si continua a cercare partner che con queste condizioni significa liquidare l’Alitalia. Dobbiamo salvarci creando le condizioni per vivere in futuro. Dopo possiamo pensare a tutte le strategie”, aggiunge il primo cittadino.

E sull’attuazione del piano ideato dalla sua Amministrazione comunale: “Il nostro piano è stato recepito solo in parte. Diciamo che un 50 per cento è stato ‘attuato’, mentre sull’altro 50 per cento si sono impantanati, come la ricerca di partner non sono credibili perché lo fanno per i loro interessi, o la trattativa con Atlantia che, in realtà, non la vuole fare”.

Lo Stato deve fare lo Stato. Alitalia è una ricchezza di 12mila persone da salvaguardare. Farlo con la cassa integrazione o gli ammortizzatori sociali ha dei costi enormi. Nel 2008 sono costati 6 miliardi di euro. Non possiamo ripetere quella strada. Bisogna puntare al rilancio ma con persone che capiscano di aerei“, conclude il Sindaco.

Alessandri: “Lo Stato non ne esca indebolito”

“Ho ascoltato le proposte, chiare e dettagliate, del Sindaco Montino e letto l’ordine del giorno e non possiamo che essere vicini all’Amministrazione comunale di Fiumicino“, dice a ilfaroonline.it l’assessore regionale ai trasporti, Mauro Alessandri.

“Di certo non possiamo immaginare che da questa partita si esca con una posizione debole dello Stato, in tutte le sue sfaccettature”, prosegue.

“Fiumicino è uno degli scali più importanti d’Italia, d’Europa e del mondo. La crisi di un grande player che ha una storia in questo hub significa una crisi di sistema che è, comunque scongiurabile”, aggiunge l’assessore.

“La Regione si muove segue la vicenda su due interessi, quello del lavoro e quello del trasporto. – conclude Alessandri -. Noi non siamo parte risolutiva in questa vicenda, ma siamo vicini a tutti i dipendenti, ai quali va la nostra solidarietà”.

Califano: “Alitalia significa Lazio”

“L’impegno a sostegno dei lavoratori è totale. Certo, la Regione non ha le competenze per risanare Alitalia ma interveniamo per quelli che sono gli ammortizzatori sociali. Ma questa volta non vogliamo aspettare  e metterci in moto dopo, anche perché per noi Alitalia significa Lazio“, dice ai microfoni de ilfaroonline.it, a margine del Consiglio Comunale, il consigliere regionale del Pd, Michela Califano.

Appoggio in pieno il piano fatto da questa Amministrazione comunale, un piano che è stato redatto quando io ero presidente del Consiglio comunale con Montino sindaco – aggiunge l’esponente del Pd -. All’epoca lo presentammo alla Regione e al Governo ed era un piano apprezzato da tutti. Ma quello era solo un punto di partenza”.

Infine, rilancia l’idea di spostare i voli low cost in un altro aeroporto del Lazio: “Via i low cost da Fiumicino, che penalizzano Alitalia. E individuazione di un secondo aeroporto, facilmente raggiungibile, nel Lazio. E poi basta girarci intorno e parlarci addosso. Per Alitalia serve un piano di rilancio vero. O si aumentano le rotte e si acquistano nuovi aerei o fra un anno non esisterà più. I piani a ribasso, l’abbiamo visto, servono solo ad ammazzare le compagnie”.

Anselmi: “Vicini a tutte le crisi occupazionali”

“Ho vissuto tutte le crisi di Alitalia negli ultimi 7 anni, da quando sono assessora al Lavoro del Comune. Tutti noi di Fiumicino abbiamo a casa qualcuno che lavora per Alitalia, per l’indotto o per Adr“, afferma durante il dibattito l’assessore comunale al lavoro, Anna Maria Anselmi.

Che sottolinea: “L’amministrazione è l’unica che è riuscita a presentare un piano di rilancio per Alitalia, fin dal primo consiglio comunale straordinario, riuscendo a portarlo fino in Parlamento. Il sindaco ha dimostrato che vogliamo distinguerci stando vicini a tutte le crisi occupazionali. Da domani ho convocato in tavolo permanente per tutte le crisi occupazionali del nostro territorio”.

Mattia: “Bisogna cambiare modello”

Per Alitalia bisogna cambiare modello senza agire sul costo del personale. Questa crisi parte da molto lontano se si pensa che, secondo uno studio firmato Mediobanca, lo Stato dal 1974 al 2014 ha speso 7 miliardi e 400 mila euro per tenere in vita la compagnia. Ciò nonostante, il prezzo da pagare per l’ennesimo salvataggio ricadrebbe nuovamente sui dipendenti visto che si parla, ancora, di 2.800 esuberi. E poiché stiamo parlando di persone, e quindi di famiglie, questi numeri rischiano di mettere a repentaglio la tenuta sociale ed economica del Comune di Fiumicino e di tutti i territori limitrofi. Senza contare che le ripetute crisi dell’azienda non trovano alcuna spiegazione ragionevole di fronte ad un mercato del trasporto aereo che, ormai da anni, cresce sia in Italia che nel mondo. In particolare, da sei anni il settore cresce circa del 7% l’anno”.

Il Consiglio comunale straordinario

E’ il commento di Eleonora Mattia (Pd), presidente della IX Commissione lavoro della Regione Lazio, presente al Consiglio comunale straordinario.

Ciò che ritengo inaccettabile è che, come sempre in passato, ogni piano di salvataggio finisca per adottare drastici tagli del personale. L’amministrazione straordinaria del 2017, ad esempio, fu richiesta ed accolta dal Governo dopo la bocciatura dell’accordo sindacale da parte dei lavoratori, un accordo che prevedeva 980 esuberi nonostante, dai documenti del bilancio aziendale, il costo del lavoro risultasse pari ad un sesto dei costi operativi totali di Alitalia”, aggiunge.

“Precedentemente, la ‘ristrutturazione’ dell’azienda aveva già richiesto ai lavoratori non pochi sacrifici, senza portare loro mai alcun beneficio. Sotto la ‘gestione’ Etihad (2014/2015), infatti, per ogni 100 euro di risparmio prodotto dalla riduzione del personale, sono stati spesi 100 euro solo per i costi della flotta e circa 300 euro per voci che non hanno riguardato il personale, a conferma che il personale viene trattato come un qualsiasi costo aziendale”, prosegue Mattia.

Che conclude: “Ecco perché sono fermamente convinta che, dopo la proroga al 21 novembre, è fondamentale un piano industriale che sia davvero figlio di un nuovo modello imprenditoriale che tenga in dovuto conto i lavoratori, per salvaguardarne la dignità ed evitare così la forte ricaduta sociale su Fiumicino e il territorio, anche in considerazione di quel ruolo centrale e strategico che la città e il suo aeroporto hanno nell’ambito del Mediterraneo”.

(Il Faro online)