Marina di Castellone: una fenice che rinasce dalle proprie ceneri?

24 novembre 2019 | 14:00
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Marina di Castellone: una fenice che rinasce dalle proprie ceneri?

L’altro ieri l’incontro tra il sindaco di Formia, Paola Villa, e l’ex prefetto di Latina, Bruno Frattasi, per discutere del possibile recupero di Marina di Castellone.

Formia – Ogni tanto, a Formia, in questa città che pare sempre più un’istantanea ferma a un tempo che fu e che poco di sé ha rinnovato e messo in mostra – almeno in maniera positiva -, qualcosa si smuove. Qualcosa di interessante, di forte, qualcosa che potrebbe davvero essere l’inizio di un’epoca diversa, sebbene, forse, ancora lontana.

L’altro ieri, infatti, l’ex prefetto di Latina, ora direttore dell’Agenzia Nazionale per i beni confiscati, Bruno Frattasi è tornato in città. Ed è tornato per incontrare il sindaco di Formia, Paola Villa, per parlare di uno di quegli immobili che, sebbene sia stato confiscato alla camorra da ormai 9 anni – e da 13 è sotto sequestro-, è diventato il simbolo di un sistema burocratico troppo lento.

Marina di Castellone, diecimila metri quadrati, siti nel cuore pulsante di Formia, che quando funzionavano erano ristorante, discoteca, ma anche appartamenti, piscina e parco – persino delle mura megalitiche furono inglobate nella proprietà-. Marina di Castellone che, ad oggi, è abbandonata a sé stessa, figlia dell’incuria del tempo e, come sottolineava qualche mese fa “Avvenire”, figlia di una grave sconfitta dello Stato, che non è riuscito nella missione successiva a quella della confisca, ovvero quella del riuso, che segna, anche a livello simbolico, la vittoria delle Istituzioni sulle mafie.

Ma questi giorni bui, quelli dove, sbagliando, si è detto che dove c’è lo Stato crolla l’economia locale, forse hanno i giorni contati. Perché, Frattasi e la Villa, dove la visita all’immobile che fu di proprietà di Cipriano Chianese e che attualmente non è nella disponibilità del Comune di Formia, hanno discusso del futuro che quei luoghi potranno avere da qui in poi.

Marina di Castellone, diventerà, quindi, una fenice capace di rinascere dalle proprie ceneri? È presto per dirlo, la strada è ancora tutta in salita, ma i tempi sembrano finalmente meno lunghi. Frattasi, infatti, già la scorsa estate si è detto disponibile a far sì che i locali dell’ex discoteca fossero ristrutturati per permettere al suo interno attività pubbliche.

Non solo. L’ex prefetto ha anche auspicato che il Comune di Formia presenti un progetto di riutilizzo per Marina di Castellone, come già accaduto in passato, ad esempio, per la Villa di Acquatraversa, poi ribattezzata “La Casa giusta.” E l’incontro è servito proprio a questo: a buttare le fondamenta per una collaborazione tra il Municipio e l’Agenzia, nella segreta speranza che il tutto si evolva nei migliori dei modi.

Una scommessa dal valore economico non indifferente, considerando la cifra molto consistente che servirebbe per il restyling di Marina di Castellone, ma che mira a sfatare quanto già accaduto 4 anni fa, quando, la procedura per dare in affitto l’immobile portata avanti dall’amministratore nominato dal Tribunale di Napoli, restò deserta, senza nessuna offerta presentata.

Il piano per il recupero

Dopo il sopralluogo sul posto, Frattasi e la Villa sono tornati per discutere quali dovranno essere i prossimi passi dell’amministrazione di Formia per procedere al recupero dell’immobile. Da qui è emerso che la prima azione da mettere in campo è l’adeguamento del regolamento dei beni confiscati, dopodiché si potrà procedere con il bando per recepire le manifestazioni di interesse da parte dei diversi soggetti che vorranno coadiuvare l’Ente comunale in un progetto, di valenza sociale, con cui si potrà tornare ad usufruire di Marina di Castellone.

Infine, il Comune dovrà impegnarsi ad esplorare tutte le varie risorse economiche utili alla ristrutturazione dell’immobile, che siano esse regionali o ministeriali.

“L’altro ieri – ha fatto sapere il Sindaco di Formia, Paola Villa – l’ex prefetto Frattasi è venuto a rappresentare lo Stato, a vedere un bene che ancora non è assegnato, a farci capire di quanto sia importante la memoria dei fatti, e che da quella bisogna ripartire per poter ricostruire e andare avanti. E noi per andare avanti non solo dobbiamo adoperarci per riportare a nuova vita l’enorme immobile, ma dobbiamo anche non far dimenticare la storia, le storie che gli hanno dato vita.”

(Il Faro on line)