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“No ai rifiuti di Roma”, in Campidoglio la protesta dei sindaci di Città Metropolitana

6 dicembre 2019 | 12:16
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“No ai rifiuti di Roma”, in Campidoglio la protesta dei sindaci di Città Metropolitana

“Non siamo la pattumiera di Roma”, tuonano i sindaci in Campidoglio. La Raggi: “Chiediamo di pianificare il nostro sistema con calma, nel rispetto delle normative. Vi sembra una richiesta irragionevole da parte di un sindaco?”

Roma – I sindaci di Città Metropolitana dicono, ancora una volta, “no” ai rifiuti di Roma nei territori della provincia. Circa una trentina, tra primi cittadini e assessori in rappresentanza di tutta l’hinterland, si sono dati appuntamento all’esterno del Campidoglio mentre nell’Aula Giulio Cesare si svolge il consiglio comunale straordinario sui rifiuti.

L’ira dei Sindaci

“Dal 1993 i rifiuti di Roma arrivano da noi, non abbiamo più forze e capacità di sostenere uno sforzo del genere. Roma apra la sua discarica. Il contratto ventennale con la discarica di Colleferro è in scadenza, i conferimenti sono stati prorogati fino al 15 gennaio, quel giorno saremo tutti lì”, dice il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna.

Battagliero anche Ernesto Tedesco, sindaco di Civitavecchia. “Siamo qui con gli altri sindaci per evitare che certe cose si ripetano“.

“Con Roma finalmente costretta ad individuare un sito e la Regione Lazio che, sia pur con enorme ed ingiustificata fatica, sta varando il piano rifiuti, era importante mostrare che i territori saranno fermi nel respingere ogni ipotesi calata dall’alto. Credo che la solidarietà che abbiamo scambiato con la zona sud della provincia e con la Valle del Sacco, riconoscendo la nostra battaglia comune, sia la migliore risposta ai vuoti richiami della Raggi a una non meglio identificata ‘accoglienza e generosità’ di Roma nei confronti dei nostri cittadini”, dice il primo cittadino di Civitavecchia.

Che aggiunge: “Quasi che noi siamo contenti di veder partire i nostri pendolari la mattina, o che essi non spendono nulla quando arrivano nella Capitale. Glisso invece sul passaggio circa Acea Ato 2 della sindaca, davvero infelice. Per il resto la solita storia: un rimpallo tra Pd e 5 stelle, che al governo stanno insieme ma a Roma si rimpallano le responsabilità. Sono campanelli d’allarme sulla mancanza di visione che c’è e che ci convince sempre di più a riflettere anche sugli assetti istituzionali del territorio, a partire dalla nostra appartenenza alla Città Metropolitana”.

“A maggior ragione, con le amministrazioni comunali del comprensorio dobbiamo moltiplicare gli sforzi e infittire il dialogo per garantire ai nostri cittadini quell’autosufficienza in materia di rifiuti che va assolutamente trovata, anche per evitare casi come quelli delle ultime settimane. La guardia, comunque, resta alta“, conclude Tedesco.

“Siamo venuti a Roma per difendere con la fascia tricolore i diritti di centinaia di migliaia di cittadini dell’area metropolitana che non vogliono essere vittime dell’irresponsabile scaricabarile che la sindaca Raggi vorrebbe compiere mandando i rifiuti delle Capitale nei comuni limitrofi”. Afferma Alessio Pascucci, sindaco di Cerveteri e consigliere di opposizione in Città Metropolitana.

“La collega Raggi sono mesi che non si presenta in Città Metropolitana dove quello dei rifiuti ma anche l’emergenza strade e scuole dissestate sono questioni sulle quali occorre intervenire con urgenza. Il suo menefreghismo ci costringe a rompere ogni rapporto istituzionale per difendere i nostri cittadini dall’inconsistenza di chi dimostra per l’ennesima volta di non saper amministrare la Capitale del Paese andando sempre a rincorrere altri responsabili”, attacca Pascucci.

“La protesta di oggi – prosegue il sindaco Pascucci – è davvero bipartisan. Io ho espresso solidarietà al sindaco leghista e alla comunità di Civitavecchia da lui rappresentata, così come in tanti oggi sono vicini a Colleferro, a Falcognana ma anche alle aree ancora non escluse come Fiumicino e Cerveteri. Nel mio Comune, grazie all’ottimo lavoro svolto dall’assessore Elena Gubetti, abbiamo aumentato in tre anni la differenziata dal 12% al 65%, grazie alla disponibilità dei nostri concittadini ai quali abbiamo chiesto un grande sforzo. Oggi più che mai, quindi, non siamo disposti a ricevere un solo sacchetto di immondizia dalla sindaca Raggi e siamo pronti, se continuerà con questa arroganza a non assumersi responsabilità, a fare le barricate per difendere i nostri territorio“, conclude il sindaco Pascucci.

La replica della Raggi

”Insieme ai presidenti dei Municipio vogliamo ribadire che noi non vogliamo nuove discariche fatte in fretta e furia nella nostra città dopo che, per oltre 60 anni, ha sopportato la discarica di Malagrotta e ora sopporta gli effetti della dismissione, con percolato e inquinamento delle falde.

Chiediamo di pianificare il nostro sistema con calma, nel rispetto delle normative. Vi sembra una richiesta irragionevole da parte di un sindaco? Lo chiedo agli altri sindaci: mettetevi una mano sulla coscienza”, dice la sindaca di Roma Virginia Raggi intervenendo in Assemblea Capitolina.

Califano: “Assurda una guerra sui rifiuti”

“Dopo il degrado e l’incuria in cui versa Roma, la cosa che più lascia di stucco in questa guerra dei rifiuti messa in piedi dalla sindaca Raggi, è il delirante stravolgimento della realtà dei fatti. Qui davvero non si capisce se sia una mossa politica o ci sia in fondo dell’altro”.

Lo dichiara il consigliere regionale del Pd Lazio, Michela Califano, che aggiunge: “Forse la Raggi non se n’è mai accorta. Ma tantissimi Comuni del Lazio da decenni ospitano i rifiuti di Roma. E non c’è nulla di male, visto che Roma è un patrimonio di tutti.

Il problema è che questa guerra tra Provincia e Roma non c’è mai stata, perché qualsiasi amministrazione che si sia succeduta a Roma aveva un’idea e un piano per i propri rifiuti. Qui invece non c’è nulla.

La Regione Lazio sa benissimo cosa fare e come farlo. Lo sapeva anche la Città Metropolitana prima che lei si insediasse. Non a caso la differenziata e il porta a porta in questi Comuni sono a livelli record.

Qui l’unica che non fa i compiti a casa è proprio la sindaca. Perché pur con tutte le difficoltà di raccolta rifiuti, la differenziata a Roma diminuisce invece di aumentare?

Allora un conto è lavorare tutti insieme per evitare che la Capitale d’Italia venga sommersa dai rifiuti. Un altro è accollarsi sulle spalle le sue incapacità. Capisco benissimo la sua frustrazione: da maestrina che bacchettava tutti a ultima della classe. Non è il massimo. Noi però possiamo al massimo passarle il ‘compito in classe’. Ma se non riesce nemmeno a copiare allora che qualcuno la commissari”.

Mattia: “Roma faccia la sua parte”

A partecipare alla protesta anche Eleonora Mattia (PD), presidente IX Commissione Regione Lazio, presente in Campidoglio al fianco dei sindaci della provincia.

“Insieme a decine di sindaci, con la fascia tricolore, in Campidoglio per spingere la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ad assumersi le proprie responsabilità ed indicare nei tempi stabiliti dalla Regione Lazio il sito dove trattare e smaltire i rifiuti della Capitale – dice Mattia -. La presenza dei sindaci in sala Giulio Cesare ha l’obiettivo di dire basta a queste incapacità che la sindaca vorrebbe scaricare sui territori dell’hinterland.

Il fallimento delle politiche dei rifiuti nella Capitale è evidente e totale: ben tre assessori all’ambiente andati via e sei cambi al vertice di Ama, in poco più di tre anni, sono numeri che testimoniano l’inadeguatezza e l’incapacità gestionale su un tema, quello dei rifiuti, per il quale la Capitale d’Italia sta facendo pessime figure di fronte al Paese e all’Europa, costringendo i propri cittadini a vivere tra cassonetti maleodoranti e cumuli di immondizia con l’incubo di ciò che succederà nel 2020, con la chiusura improrogabile della discarica di Colleferro e ancora senza un’alternativa”.

“Dopo 14 mesi di immobilismo, – aggiunge Mattia – la Raggi non pensi di poter giocare sull’emergenza sanitaria per forzare la mano. I sindaci che sono qui oggi, primo fra tutti quello di Colleferro, sono stanchi di una Città Metropolitana che anziché madre è matrigna e, oltre a non adempiere ai propri obblighi in fatto di viabilità, edilizia scolastica e politiche ambientali, vuole continuare a portare in provincia la propria immondizia”.

“Con l’approvazione del nuovo piano rifiuti, ieri sera in Giunta – conclude Mattia – la Regione promuove lo sviluppo dell’economia circolare, prevede un riequilibrio del fabbisogno impiantistico nelle province, introduce il sub-ambito di Roma Capitale, un presidio industriale a Colleferro e fissa al 70% l’obiettivo della raccolta differenziata nel Lazio entro il 2025 e molto altro ancora. In questo quadro Roma Capitale deve fare la propria parte. Fin da subito”.

(Il Faro online)