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Oxana Corso: “Le medaglie mondiali la mia rivincita personale”

15 dicembre 2019 | 06:05
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Oxana Corso: “Le medaglie mondiali la mia rivincita personale”
Oxana Corso: “Le medaglie mondiali la mia rivincita personale”
Oxana Corso: “Le medaglie mondiali la mia rivincita personale”

Argento e bronzo agli scorsi Mondiali di atletica paralimpica. La velocista delle Fiamme Gialle ha firmato due successi preziosi. Dopo la depressione ha ritrovato la forza per rialzarsi.

Roma – Ha ritrovato se stessa lì Oxana, al Mondiale di Dubai. Lo ha fatto riassaporando il podio iridato. Dopo un momento difficile. Lo ha fatto sorridendo di nuovo e sorridendo in pista. Infortuni, problemi di regolamenti tecnici e poi la depressione. Una campionessa non può non esprimersi e lei lo ha fatto. Con due medaglie importanti. Non solo con l’argento dei 100 metri e i “paraocchi” nei confronti delle sue avversarie (come lei stessa spiega a Il Faro on line) ma anche lì, ad un centesimo dal quarto posto, nei 200 metri (leggi qui).

Doppia medaglia per la vicecampionessa paralimpica dei 100 metri a Londra 2012. A Rio una Paralimpiade in sordina e poi mesi complicati da affrontare. Non molla però il cuore di un’atleta. Ha trovato l’amore e lo ha sposato. Suo marito Domenico è stato il suo primo tifoso e quelle persone che le dicevano che non sarebbe mai riuscita a tornare sul podio hanno dovuto ricredersi: “Ho reagito anche grazie a loro”. Dal male a volte può nascere un bene e con la forza di una donna tutto diventa possibile.

il Generale Aniello si congratula con Oxana (foto@Marchitto)

E la sua squadra gialloverde l’ha festeggiata al ritorno. Le Fiamme Gialle hanno applaudito la loro campionessa e il Generale Aniello, Comandante del Centro Sportivo di Castel Porziano si è congratulato  con lei (leggi qui).

Lo racconta Ox, campionessa azzurra della Nazionale Italiana di atletica leggera. A Dubai gli azzurri hanno riportato a casa un bottino importante di medaglie, due delle quali sono arrivate proprio dalle sue prestazioni in pista. Argento nei 100 metri T35 e il bronzo nei 200 sempre per la stessa categoria di disabilità. La Corso è stata una delle prime atlete in Italia a dare il via al movimento paralimpico dello sport. Dopo le Paralimpiadi di Londra, che hanno segnato una svolta storica nella disabilità, Oxana è stata una delle campionesse simbolo dell’Italia del Comitato Italiano Paralimpico.

Oxana Corso nella finale mondiale dei 100 metri (foto@Mantovani)

Ha ritrovato il sorriso a Dubai allora. Ma quanta tensione accumulata in pista. Non si aspettava di vincere le medaglie che poi hanno arricchito la sua capiente bacheca. Quelle del Mondiale fanno salire il bottino a 13 allori internazionali. Una fila importante di podi e di talento sportivo.

Era arrivata scarica di testa ai Mondiali. E la testa è importante. Da una parte è un bene perché probabilmente non si hanno particolari aspettative da soddisfare, dall’altro invece può essere un boomerang se la concentrazione non è adeguata. Lei ha vinto su tutto. Come fossero stati due ori splendidi da rivendicare con fierezza: “Ero una maschera nella gara dei 100 metri”. Ha detto Oxana. Seria e quasi assente. Ma dentro di sé, la concentrazione e la voglia della rivincita covavano poi il successo che è arrivato dopo 15”42. Seconda sul traguardo e gli occhi increduli nel vedersi sul gradino iridato. E poi quella conferma non arrivava mai. Un’attesa che si è prolungata per la campionessa delle Fiamme Gialle. Dopo la finale dei 200 metri i giudici hanno analizzato il fotofinish. Quel solo centesimo dal quarto posto l’ha fatta soffrire in questo inframezzo tra la disperazione e la gioia: “Il centesimo più lungo della mia vita”. E’ stata gioia poi. Oxana è arrivata terza con il tempo di 33”25. Un passo dal baratro sportivo. Probabilmente. La sua rinascita è stata totale e sogna Ox di volare a Tokyo 2020.

gli atleti delle Fiamme Gialle al Coni (foto@Elvis)

A margine della cerimonia di premiazione che le Fiamme Gialle hanno svolto al Salone d’Onore del Coni lo scorso 12 dicembre c’era anche lei tra gli atleti celebrati (leggi qui). E i tifosi potranno ritrovarla nel calendario da tavolo delle Fiamme Gialle, nel mese di settembre. Il mese di Tokyo 2020. Sorridente e rilassata oggi, la Corso ha descritto il suo momento di fatica personale e la sua vittoria sportiva al Mondiale di atletica: “Esperienza fantastica a Dubai. E spero di esserci a Tokyo”. L’ha guadagnata una slot per l’Italia l’atleta della Guardia di Finanza e sogna di esserci lei allo Stadio Olimpico di Tokyo. Saranno solo 8 anni dopo dall’argento di Londra 2012. Lunghi anni e pieni di emozioni, di delusioni, rinascite e vittorie. Un’atleta lo fa come lo fa lo sport, metafora della vita. E il cuore di una donna lo ha dimostrato ancora. Niente è impossibile per chi ci crede. Oxana ha vinto.

Cara Oxana, sei tornata dal Mondiale di Dubai con due medaglie importanti al collo. Come è stata la tua esperienza iridata?

“Esperienza fantastica, non mi aspettavo nulla. Ero arrivata ai Mondiali scarica di testa e la testa è la cosa più importante. Quando ti aspetti il risultato mai arriva. Sono riuscita in questa mia impresa. Vale per me la medaglia d’oro”.

Come mai per te è stato particolare salire sul podio? Lo puoi raccontare?

“Dopo le Paralimpiadi di Rio 2016 ho avuto un momento difficile. Mi sono operata e avuto delle difficoltà con le classificazioni. Vedevo che lo sport non mi ripagava dell’impegno. Sono andata in depressione. Poi sono rientrata e diventata più forte di prima”.

Come hai fatto a rinascere, in base alla tua esperienza?

“Ti viene naturale rinascere. Mi ha aiutato molto mio marito Domenico. Mi sono sposata quest’anno. Lui ha creduto sempre nelle mie qualità. Lo ha fatto più di me. Come ha fatto anche il mio allenatore Massimo Di Marcello. E poi anche tutte le persone che mi sono accanto, non mi hanno mai lasciata sola. Ho reagito anche per quelle persone che pensavano che io non potessi più fare un risultato del genere. Invece..”.

Puoi raccontare le due finali al Mondiale? Due momenti importanti e pieni di attese..

“La finale in cui ho vinto l’argento nei 100 metri è stata una gara di alta concentrazione. Mio marito mi ha visto dalla tv e ha detto che ero una maschera. Ero piena di tensione. Poi ho gareggiato e non mi sono accorta delle mie avversarie. Per la prima volta ho avuto “i paraocchi”. Ho pensato solo a me. Sono arrivata all’arrivo che non sapevo cosa fosse successo e quando ho visto il numero due sul tabellone accanto al mio nome, ho provato un’emozione unica. L’abbraccio con Nadia Checchini (tecnico azzurro) ha dimostrato lo sfogo di tutta la mia tensione. Lacrime e gioia. Il 200 è stata una finale complicata. In mattina avevo fatto le qualificazioni per la staffetta universale in cui siamo arrivati settimi con il record italiano (sono orgogliosissima di questo), avevo una tensione dentro non indifferente. Però la medaglia a un centesimo dal quarto posto è tanta roba! Proprio un centesimo dai piedi del podio. Il più lungo della mia vita”.

Un centesimo lungo per te. Un tratto di vita probabilmente. Puoi descrivere cosa significa?

“In realtà 4 anni fa nel 2015, avevo perso la medaglia di bronzo ai Mondiali per tre centesimi, questa volta averla conquistata per uno..è stata una cosa incredibile. Indescrivibile. Non ho capito nulla di cosa era intorno a me. Ho aspettato anche, perché stavano controllando gli arrivi al fotofinish..però quando è arrivato è stato splendido!”.

Le Paralimpiadi. Hai staccato il pass per Tokyo. Come si delinea ora per te il discorso qualificazione?

“Ho conquistato una slot per l’Italia non nominativa. Spero che poi sia effettivamente la mia (ride). Andrò a Tokyo. Non mi pongo limiti, vediamo come andrà l’anno agonistico. Spero di arrivare a Tokyo come sono arrivata per Dubai. Scarica di testa. indifferentemente dal risultato che ci sarà, punto alla partecipazione paralimpica”.

(Il Faro on line)(fotocopertina@Mantovani)