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Tari, Minturno libera attacca: “Diminuzione della tariffa grande bluff del Comune”

21 dicembre 2019 | 12:00
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Tari, Minturno libera attacca: “Diminuzione della tariffa grande bluff del Comune”

Minturno libera: “Rispetto al 2015 le tariffe Tari  hanno subito un incremento medio del 6% circa.”

Minturno – Il comitato civico “Minturno libera” torna all’attacco contro l’amministrazione targata Stefanelli. Al centro della polemica, questa volta, ci sono finiti i dati sulla tariffa della Tari, o, meglio sul “grande bluff” del Comune circa una presunta diminuzione della stessa.

“Le affermazioni del sindaco concernenti la riduzione di circa il 9% delle tariffe della Tari per il 2020 erano abbastanza prevedibili dallo scorso anno, ma – fanno sapere, in una nota, gli esponenti di “Minturno libera” – ci ha sbalordito ancora una volta la nonchalance con la quale cerca di vendere per diminuzione di un anno il rincaro nel lungo periodo.

Tutto ciò, riassume ancora una volta perfettamente il modus operandi di questa amministrazione, che continua a vendere fumo ai cittadini e a sparare numeri a proprio piacimento senza confronti con gli anni precedenti, nonostante, come abbiamo già spiegato, un dato statistico non significa nulla senza dei dati di riferimento.

Allora – prosegue la nota – ve li riportiamo noi e vi spieghiamo nel dettaglio, passo dopo passo, come hanno costruito il grande bluff. Partiamo dal presupposto che, questa amministrazione, è in carica dal giugno 2016 e, quindi, le tariffe dovrebbero confrontarle con quelle in vigore fino a quella data per vedere se hanno subito una diminuzione o un aumento, altrimenti fanno un confronto con loro stessi, insomma quello che hanno appena fatto.

Ma non è tutto. Perché, nel 2019 le tariffe avevano subito un clamoroso aumento del 7% che, però, l’amministrazione aveva attribuito a debiti pregressi. Quindi, se questi debiti sono stati saldati interamente lo scorso anno, il tanto conclamato – 9% sarebbe dovuto quasi interamente a questo fattore e la diminuzione reale sarebbe solo del 2%, nonostante i famigerati introiti della raccolta differenziata, del recupero degli evasori e delle multe elevate per abbandono di rifiuti tramite le terribilissime fototrappole.

Andando a ritroso, si può notare che anche nel 2018 le tariffe avevano subito un piccolo aumento, stavolta di circa il 4%. Quindi, utilizzando l’anno 2017 come punto di partenza, il primo in cui gli stefanelliani hanno imposto le tariffe della Tari, queste non hanno subito praticamente nessuna variazione, sono semplicemente aumentate e poi ridiscese fino ad attestarsi sul punto di partenza.

Ma il dato si fa ancora più interessante se confrontato con le tariffe in vigore prima dell’era stefanellina. Ed è proprio con quelle – prosegue la nota – che abbiamo fatto il confronto e il risultato è sbalorditivo: rispetto al 2015 le tariffe Tari  hanno subito un incremento medio del 6% circa.

E allora, quali sono i costi aggiuntivi apportati dall’amministrazione per vanificare tutti questi tanto pubblicizzati nuovi introiti? Va riconosciuto il merito: sono dei veri maghi a “spacciare” i numeri con artifizi che camuffano i dati effettivi e a tirare una “loro linea” parallela alla realtà.

In sintesi – conclude la nota -, stavolta, l’amministrazione ha provato a vendere un aumento del 6% durante la loro amministrazione come una diminuzione del 9%, applicando dei rincari annui consequenziali e poi una diminuzione nell’ultimo anno.”

(Il Faro on line)