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Lettere al direttore

“E’ la fine del magazzino Opel di Fiumicino: ci resta solo la dignità”

Lettera di uno dei 62 licenziati dallo stabilimento di Parco Leonardo: "Bisogna educare le nuove generazioni al valore della sconfitta"

Oggi è l’ultimo giorno della procedura di licenziamento collettivo notificato dal Groupe Psa al magazzino Opel Fiumicino. Ma l’accordo è stato raggiunto nei giorni scorsi, un ricollocamento ai 62 lavoratori non c’è stato, una somma di danaro ha colmato le richieste dei lavoratori.

Nonostante la possibilità di poter usufruire la Cassa d’Integrazione, Psa ha alzato il pacchetto dell’incentivo all’esodo cosicché i lavoratori hanno considerato vantaggiosa l’uscita immediata dall’azienda. Psa non ci voleva appesi un altro anno nella sua schiera, il diktat aziendale per ora è stato rispettato: licenziare i dipendenti, chiudere il magazzino per poi rivenderlo.

In merito non ho nulla da aggiungere poiché la stanchezza e un velo di tristezza ci ha pervaso mentre noi tutti ci salutavamo. I 62 vogliono dimenticare presto questa vicenda, sono proiettati verso il futuro e la speranza, ma prima che i riflettori si spengano delle parole riempiono il foglio.

L’umanità è fatta soprattutto dallo sguardo di coloro che perdono dopo delle battaglie. Bisogna educare le nuove generazioni al valore della sconfitta.

Chi verrà dopo di me deve sapere che si può fallire e poi ricominciare senza perdere il sapore della dignità. Io voglio essere uno sconfitto, piuttosto che avere per compagnia dei falsi, di quelli che contano, di quelli che vogliono per forza apparire. Non riesco a fare ciò e quindi mi tengo quel poco che possiedo, ma la considero sacra: la mia dignità

Tiziano Baldelli, uno dei 62