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Bambini migranti e accoglienza, Fiumicino sul podio per generosità

27 dicembre 2019 | 06:30
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Bambini migranti e accoglienza, Fiumicino sul podio per generosità

L’assessore Anselmi: “L’amministrazione segue la legge nazionale ma dallo Stato non arriva nessun tipo di aiuto: li manteniamo a spese del Comune”

Fiumicino – Sono le “ingiustizie” a obbligare tanti uomini, donne e bambini a “emigrare nella speranza di una vita sicura”. “È l’ingiustizia che li obbliga ad attraversare deserti e mari, trasformati in cimiteri”, ha detto Papa Francesco durante il tradizionale messaggio dell’Urbi et Orbi di Natale (leggi qui).

“È l’ingiustizia che li costringe a subire abusi indicibili, schiavitù di ogni tipo e torture in campi di detenzione disumani. È l’ingiustizia che li respinge da luoghi dove potrebbero avere la speranza di una vita degna e fa loro trovare muri di indifferenza”, ha sottolineato il Papa affacciandosi in piazza San Pietro. Un’indifferenza che, però, non ha intaccato Fiumicino.

L’aeroporto “Da Vinci”, l’affaccio sul mare, la foce del Tevere, la rendono per natura una città di frontiera. E dell’accoglienza. Sul litorale romano, infatti, sorgono due centri, uno per minori non accompagnati, l’altro per gli adulti, dove chi fugge dalla guerra e da situazioni di conflitto, trova rifugio.

Ma cosa si intende per “minore non accompagnato?”. Come riportato dalla dottoressa Alessia Artini, laureata presso la Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma, nella sua tesi intitolata “Il sogno del Mediterraneo I minori stranieri non accompagnati in Italia”, per l’ordinamento italiano sono:

[Minori] non avente cittadinanza italiana o di altri Stati dell’Unione europea che, non avendo presentato domanda di asilo, si trova per qualsiasi causa nel territorio dello Stato privo di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti per lui legalmente responsabili in base alle leggi vigenti nell’ordinamento italiano.

Secondo i dati raccolti dall’Unicef nel 2015, si legge ancora nella tesi della dottoressa Artini, “i minori nel mondo che hanno lasciato le loro case e hanno avuto bisogno di protezione sono stati 48 milioni. Di questi, 17 milioni sono sfollati nel loro stesso paese. Altri 11 milioni sono rifugiati, di cui 1 milione richiedenti asilo, e altri 20 milioni sono emigrati”.

Ad oggi, il paese europeo che ospita la più alta percentuale di minori rifugiati è la Germania, dodicesima a livello globale, con circa 300.000 rifugiati, di cui il 21% minori. In Europa, sono stati complessivamente 389.000 i minori che hanno chiesto asilo nel 2015, più del doppio dell’anno precedente. Il 70% delle richieste provengono da minori siriani (38%), afghani (18%) e iraqueni (14%).

In Italia, i minori stranieri non accompagnati sono in prevalenza di genere maschile. Il 93% sono ragazzi (6781), il restante 7% sono ragazze (491). Rispetto all’età, il 63,6% ha 17 anni, il 22,7% ha 16 anni, il 7,1% dei minori ha 15 anni e il 6,6% ha meno di 15 anni. Ed è proprio a loro che la comunità di Fiumicino ha dato un occhio di riguardo.

L’accoglienza dei piccoli

Su via Portuense, a Parco Leonardo, da vent’anni, sorge il centro di accoglienza per minori non accompagnati. Al momento ce ne sono poco più di una decina e sono quasi tutti ragazzi adolescenti.

Sono ragazzi che provengono da ogni parte del mondo, la maggior parte dei quali giunge in Italia attraverso l’aeroporto. Le loro storie sono tutte diverse ma per certi versi si assomigliano un po’ tutte. Molti di loro hanno i genitori in carcere, arrestati alla frontiera del Da Vinci perché corrieri della droga.

Qui vengono seguiti da un gruppo di volontari che provvedono alla loro crescita, non solo fisica, ma anche sociale e culturale.

“Sono ragazzi fragili che hanno vissuto momenti terribili, come vedere l’arresto dei propri genitori – dice a ilfaroonline.it l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Fiumicino, Anna Maria Anselmi -. Qui da noi, come prevede la legge nazionale per le città che ospitano un’aeroporto internazionale, trovano riparo. Il mantenimento è a carico del Comune, così come prevede la norma. Sono ragazzi che non possono essere dati in adozione, ma stiamo lavorando con un progetto affinché dal prossimo anno questi ragazzi possano essere dati in affidamento”.

“Quando il numero di questi ragazzi supera le possibilità del centro, a spese del Comune, siamo obbligati ad accompagnarli in altri centri di accoglienza sparsi nelle altre regioni italiane“. Nelle strutture del Lazio sono presenti circa 500 minori (pari al 6,9 per cento nazionale).

Tutori e norme

Durate la loro permanenza nel centro di Parco Leonardo, come fa notare la dottoressa Artini, questi ragazzi non sono soli. A ciascuno di loro viene affidato un tutore legale. “Fino a qualche tempo fa – spiega l’assessore Anselmi – era il Sindaco”. Recentemente la normativa è cambiata. L’art. 343 del codice civile prevede che:

Se entrambi i genitori sono morti o per altre cause non possono esercitare la responsabilità genitoriale, si apre la tutela presso il tribunale del circondario dove è la sede principale degli affari e interessi del minore. I legali rappresentanti delle comunità di tipo familiare e degli istituti di assistenza pubblici o privati esercitano i poteri tutelari sul minore affidato, fino a quando non si provveda alla nomina di un tutore in tutti i casi nei quali l’esercizio della potestà dei genitori o della tutela sia impedito.

Tra i compiti più importanti che sono affidati al tutore, sottolinea Artini nella sua tesi, vi sono:

la presentazione della richiesta di protezione internazionale o del permesso di soggiorno per minor età per conto del minore che assiste; la valutazione delle scelte di accoglienza che sono state prese per il minore; la sua partecipazione nelle delicate fasi di identificazione del minore e dell’eventuale accertamento dell’età; la richiesta di un programma specifico in cui inserire il minore che sia vittima o a rischio di tratta; il prodigarsi affinché venga accertata, attraverso le indagini del caso, la presenza di eventuali familiari del minore in un altro paese e affinché gli venga garantito il diritto di accesso alla sanità e all’istruzione.

Nel corso della permanenza presso il centro, dunque, a questi adolescenti viene data un’istruzione e, per quanto possibile, avviati a un’attività lavorativa. Una volta raggiunta la maggiore età, come prevede la normativa nazionale, se non hanno un lavoro con il quale si possono mantenere (situazione molto difficile per un ragazzo di 18 anni), allora questi viene spostato nel centro di accoglienza di Aranova.

L’accoglienza dei più grandi

Nel nord del territorio di Fiumicino, infatti, sorge un’altra struttura di accoglienza che ospita non solo stranieri ma anche cittadini italiani in difficoltà. Al momento, nel centro di accoglienza di Aranova, che può ospitare fino a un massimo di 21 persone, ci sono 8 rifugiati e 3 italiani.

“L’amministrazione comunale spende ogni anno circa 1 milione e 300 mila euro per il mantenimento di queste strutture, sono circa 110 euro a persona – prosegue l’assessore Anselmi -. La Regione Lazio ci rimborsa circa il 40 per cento della cifra totale”.

Anselmi: “Rispettiamo la legge ma siamo soli”

“Il nostro Comune da anni attua le politiche di accoglienza, nel pieno rispetto delle normative vigenti. Tuttavia, davanti a queste spese siamo soli. E’ vero, la Regione ci dà un rimborso, ma è una cifra piccolissima. Siamo ‘soli’. Lo Stato non ci aiuta”, commenta Anselmi.

“Ha promulgato la legge che ci fa carico di queste persone ma economicamente non ci supporta. Sarebbe davvero un bel regalo di inizio anno se il Governo si facesse più vicino ai comuni italiani di frontiera, che potrebbero reinvestire quel milione per risolvere le tante esigenze e i problemi che ogni città affronta quotidianamente”, conclude l’assessore.

(Il Faro online)