Scuola, stipendi: solo 70 euro di aumento a fronte di un’inflazione quattro volte maggiore negli ultimi dieci anni

2 gennaio 2020 | 21:00
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Scuola, stipendi: solo 70 euro di aumento a fronte di un’inflazione quattro volte maggiore negli ultimi dieci anni

Orizzonte Scuola: “Cifra insoddisfacente se si considerano le promesse del dimissionario Fioramonti”

Scuola – “Dopo le dimissioni del ministro Lorenzo Fioramonti, il premier Giuseppe Conte deve a questo punto trovare altri 4 miliardi nel DEF di primavera, così da allineare gli stipendi al costo della vita di un milione e 300 mila insegnanti, amministrativi dell’istruzione, università e ricerca. Inoltre, l’elemento perequativo che assicura i compensi medio-bassi, con finanziamenti annuali, deve diventare strutturale. Soltanto allora potremo iniziare a parlare di buste paga nella scuola più vicine alla media europea, assieme a quelle degli altri dipendenti pubblici.

Per quale motivo il ministro Lorenzo Fioramonti si è dimesso? I tre miliardi richiesti ci sarebbero, sostiene l’agenzia Ansa, che ha consultato la tabella della legge di bilancio relativa al saldo netto da finanziare. Per quel che riguarda il rinnovo contrattuale e l’aumento stipendiale, le somme a disposizione nella Legge di Bilancio sono 812,63 milioni di euro nel 2020 e 1.670,12 milioni dal 2021, a regime”. – Lo spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

GLI AUMENTI MANCATI

In realtà, puntualizza la rivista specializzata Orizzonte Scuola: “gli aumenti mensili quindi si aggirerebbero sugli 80 euro lordi mese, cifra insoddisfacente se si considerano le promesse del dimissionario Fioramonti che aveva richiesto fondi per aumenti non minori di 100 euro. All’appello mancano circa 500 milioni per portare la dote per gli stipendi a 2,2 miliardi, necessari per aumenti a tre cifre. Alla mancanza di fondi si aggiungono anche le preoccupazioni dei sindacati. Infatti, se le risorse se le risorse stanziate per il rinnovo contrattuale sono comprensive della quota necessaria a finanziare il perequativo, l’aumento medio mensile reale si riduce a circa 70 euro. Mentre il resto della Pubblica Amministrazione potrà contare su aumenti superiori”.

QUANTO SERVE

Complessivamente, ha calcolato l’Ufficio Studi Anief, dopo l’impegno minimale prodotto con la Legge di Bilancio 2020, il Governo deve ora trovare altri 4 miliardi nel Documento di Economia e Finanza di primavera. A tale scopo, per incrementare in modo sostanzioso i 70 euro di incrementi mensili già finanziati, Anief ha ispirato precise proposte emendative proprio alla manovra di Bilancio 2020, AS 1586, con le quali chiedeva di allineare gli aumenti contrattuali almeno al tasso di inflazione certificata.

Come va ricordato l’ordine del giorno della senatrice Bianca Laura Granato (M5S), che impegnava il Governo a stornare le risorse residuali risultanti dalle modifiche alla legge di bilancio nel fondo specifico per il rinnovo del contratto del personale del comparto istruzione e ricerca. Ciò non si è realizzato, ma ora si potrebbe fare con il DEF di primavera. E parallelamente sottoscrivere il nuovo contratto di categoria.

LE MODIFICHE AL CCNL

Su questo punto, Anief ricorda che con il nuovo contratto non dovranno essere soltanto recuperate le risorse per allineare gli stipendi all’Europa, ma anche essere introdotte novità normative che prevedano, ad esempio, i passaggi di carriera del personale Ata su profili previsti ma mai attivati, ma anche la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo, a partire dalla riformulazione dei parametri che portano alla ricostruzione di carriera, come sostiene anche la Cassazione, andando a valutare tutto il servizio pre-ruolo per intero.

Il nuovo Ccnl dovrà anche tornare a valorizzare la funzione docente, che con la Legge 107/2015 con i posti sul potenziamento è stata svilita e rivedere le norme sulla mobilità, permettendo ai docenti di rientrare nelle loro loro sedi.